mercoledì 20 dicembre 2017

No Go Furia! [Barkolana]


C’era una volta il golfo di Trieste… no aspetta… il golfo di Trieste c’è ancora… vabbeh allora, c’era una volta una simpatica competizione velica nata nel 1969 [un sacco di anni fa perbacco!]. La storia narra che da 51 imbarcazioni dei circoli velici locali la Barcolana si ritrovò ad assumere il ruolo di evento internazionale, portando più di 2000 imbarcazioni in una gara nel Golfo di Trieste [allora sto golfo c’entrava qualcosaaaaa.].
Che ne so io di vela? Poco o niente! Da piccolo nuotavo ma odiando l’elemento acqua come Clark Kent odia la Kryptonite, mi ritrovai a coltivare hobby e sport sulla nuda terra.
Che ne so io della Barcolana allora? A giocare boardgame e a tenere un blog s’imparano sempre tantissime cose e s’incontrano e conoscono persone di ogni genera, razza, religione, passioni e chi più ne ha più ne metta.
È stato quasi per caso che l’universo ludico mi ha fatto incontrare Diego Manna.
Chi è Diego Manna? Diego è un biologo triestino poliedrico e pieno d’inventiva ed energia vitale.


 Lui si che la Barcolana la conosce vivendo da quelle parti, ci è cresciuto come Saviano in Gomorra. Diego racconta il background triestino a modo suo, creando una divertente collana che presto nei dintorni sbanca i botteghini: Monon Behavior. E da li a diventare autore del suo primo gioco da tavolo è tutto un programma (qui il blog di Diego senza che vi spoileri tutto tutto :D ).
Così come primissimo approccio al mondo dei boardgame nasce Frico (inizialmente Friko ma perde la K causa attacco di carrarmatini guidati da integerrimi avocati ) un gioco che racconta con un super mazzo di 80 carte ironiche e pestifere la guerra posizionale tra Trieste e Udine [Guelfi e Ghibellini, Montecchi e Capuleti… a me Trieste vs Udine mancava e mi sale subito la scimmia della serie “Fight The Faida!”].
Ma Frico è solo un primo esperimento, una prova per mettere a terra tante idee e tanta passione, forse con qualche sbavatura ed eccesso di zelo ma al primo tentativo è concesso perché dal lancio siamo già alla sesta ristampa! Ora Diego, prendendo spunto dal gioco dell’oca (in assoluto uno dei giochi più giocati al mondo con Risiko e Monopoly) crea con la sua amica Erika Ronchin un “gioco di sportellate veliche” che appena l’ho visto, non ho potuto farmelo scappare…. Ve lo racconto va, altrimenti che ci sto a fare in questa storia?
BARKOLANA
In Barkolana da 2 a 6 giocatori piazzano la loro imbarcazione nel golfo di Trieste e a botte di dado a sei facce avanzano sul tracciato regatando a colpi di Spinnaker o di Genoa, rifilando scherzi da frate agli avversari sfruttando gli Item del mestiere come Parabordi, bozze de vin, cannoni (nessuna foglia di Maria è stata maltrattata durante i playtest) e il fantomatico Mezzo Mariner.
Sul tabellone è raffigurato il tracciato triangolare della regata con caselle che vanno da 1 a 50. In tutto si gira intorno alle tre boe per due volte fino a tagliare il traguardo e a piazzarsi sul podio. Chi lo fa per primo dopo aver schivato i MALUS delle caselle o avendone sfruttati i BONUS avrà vinto, dimostrando a tutti la propria capacità nel gestire al meglio l’attrezzatura acquistata alla bottega velica o nel racimolare e investire i bori (la moneta del gioco).
Al primo giocatore si assegna la rosa dei venti, una simpatica rotella a quattro spicchi per determinare il meteo del turno in corso. Ad ogni turno questo giocatore avrà il compito di schiccherare la rotella per capire se il vento sarà lo Scirocco, la penalizzante Bonaccia, la famosa Bora o la terribile Bora Scura… per chi non la conoscesse qui la wiki online: si tratta della vedova nera dei venti, un cielo plumbeo con raffiche di vento a tutta forza e nei casi migliori pioggia, quando ti dice sfiga pure neve!!!
Determinato il meteo, s’inizia il turno vero e proprio: a rotazione dal primo, ogni giocatore esegue le sue sei fasi di turno: (1) guadagna un boro; (2) se c’è bora scura perde uno degli attrezzi (item) o tutte le monete accumulate (bori); (3) tira il dado per capire di quanto si sposterà sul pelo della tricotica acqua; (4) avanza (considerando eventuali bonus/malus di Scirocco/Bonaccia/Bora) ed esegue gli effetti descritti sulla casella d’arrivo (con eventuali prove, ricompense etc.); (5) nella bottega velica può acquistare item o venderne ai prezzi indicati in bori; (6) passa il dado all’avversario alla sua sinistra gufandolo e facendo le dovute macumbe.
FIN CHE LA BARKA VAAAAA
Con mio figlio LA siamo andati a ruota con Barkolana! L’impianto base ricalca quello del gioco dell’oca quindi per lui è stato un attimo capire subito la meccanica. Gli effetti delle singole caselle si leggono di volta in volta quindi non serve una spiegazione troppo invadente potendo iniziare dopo cinque minuti dal setup.
Il piccolo vichingo ha più culo che capelli biondi e a ogni lancio del dado totalizza un 6 o un 5… male che va, si accontenta di un 4. Il meteo sui primi turni ci rallenta perché nel golfo s’è appollaiata la Bonaccia che toglie un punto al valore di spostamento. Piano piano si prendono bori e con un occhio agli item della bottega velica ci si prepara a spenderli per un upgrade in stile pimp-my-boat!
LA sottovaluta lo spinnaker e il genoa e accumula gettoni per andare sui pezzi pregiati come lo scafo corazzato o il cannone.
Ma finita la bonaccia arriva lo scirocco   e la mia barchetta rossa sulle caselle gialle beneficia del vento a favore grazie allo spinnaker appena montato e ricucio un po’ il gap. Le due imbarcazioni iniziano a darsi bagarre, sfrecciano veloci spumeggiando rivoli di acqua. Alla seconda tornata di boe siamo fianco a fianco, il parabordi che ho montato mi permette di respingere indietro LA appena lo raggiungo ma lui mi spara colpi di cannone e perdo pezzi e ITEM come Cricchetto.
Nella bottega velica facciamo a spintonate per chi si accaparra prima gli strumenti migliori: il GPS, il motore, il ventilatore o il temutissimo Mezzo Mariner (che da il suo meglio nelle regate con un alto numero di partecipanti). Il segreto non sta tanto nel puntare sugli item più costosi ma in quelli che combinati insieme rendono meglio.
Il vento spazza via le nuvole e inizia a far temere non solo l’arrivo della Bora ma dell’acerrima Bora Scura.
Arriviamo in vista del traguardo sul fil di lana, al solito appaiati o staccati di un soffio. Poi sul finale la bonaccia e un tiro di valore uno mi lasciano piantonato nella stessa casella e LA riesce a passarmi e a piazzarsi sul gradino più alto del podio.
Ci prendiamo una pausa per i festeggiamenti, lo spumante e le considerazioni tenniche sulla partita appena conclusa. Non passano cinque minuti che abbiamo già sistemato tutto e siamo pronti per una seconda manche.
Stavolta approcciamo la gara con maggior consapevolezza, buttiamo un occhio alla bottega del vento per ricordarci giusto qualche effetto ma per il resto siamo pronti a darcele a mano aperte.
PARTIAMO!
Di nuovo il rumore delle onde spezzate dallo scafo, accumuliamo bori fino al massimo consentito (cinque in tutto) e alla bottega investiamo subito su blindo-scafi e cannoni-laser. Capitiamo su un paio di caselle che richiedono di superare le prove e i tornei più disparati: recitiamo poesie tutte d’un fiato, ci cimentiamo in scioglilingua; non ci poniamo limiti pur di aggiungere al nostro gruzzolo un pugno di bori utili a portare sulla nostra barca qualche gadget di ultimo grido.
Al primo giro di boa le scintille hanno già riscaldato il golfo ma la guardia costiera mi mette i bastoni tra le ruote e LA allunga alzando il terzo ditino. Gli frutto la scia, incappo in qualche soffio di vento a favore e con lo spinnaker lo ripasso come i broccoletti e gli tiro via un po’ di adesivi sullo scafo. Lui non digerisce l’onta, prende la mira, schiaccia il bottone e mi centra col cannone, perdo pezzi come il puzzle di pollicino.
Si avvicina di nuovo il nastro d’arrivo, “questa volta non mi faccio fregare dal piccolo padawan!” penso tra me e me, ma lui ha il grilletto facile che sembra Clint Eastwood e mi schiarisce le idee tipo un jab.
Il finale è avvincente tipo ultima stagione di Game of Thrones ma come nella proprietà transitiva il risultato non cambia. Vince LA di una spanna, io mi lecco le ferite annegando il disappunto nella bozza de vin.
IN SINTESI
Diego Manna con la sua semplicità e simpatia riesce con Barcolana ad entrare nel mondo dei boardgame senza infamia e con tanta lode: reinventa un classicone come il gioco a corsa su tracciato fisso introducendo elementi di upgrade del mezzo in modo veloce ed intuitivo, condendo tutto con sfide ironiche e scanzonate ottenendo così una piccola chicca non solo per gli aborigeni del Friuli Venezia Giulia ma di tutto il belpaese. Nella piccola scatola dai colori sgargianti e dalle illustrazioni funzionali e pratiche si nasconde un gioco da combriccole avvezze allo scherno e al perculamento, un’arma letale da intavolare dopo le cene natalizie nelle rimpatriate tra parenti/serpenti per darsele in dialetto a colpi di cicchetti, dolcetti e trabocchetti.
In due il gioco è un bel testa a testa ma la vera bagarre s’inizia a percepire da tre a quattro mentre in cinque o sei giocatori s’inizia a sentire l’effetto Royal Rambo perdendo un po’ di controllabilità ma regalando delle fantastiche dinamiche da rissa-fratricida.
Personalmente sono un giocatore che non disdegna anche giochi meno pesi anzi, adoro i giochi leggeri e autoironici da condividere con la giusta crew per regalarsi delle risate indimenticabili.
Non resta che acquistare il gioco sul sito della Bottega Triestina (qui) e prepararsi a conoscere gli effetti della Bora Oscura e degli attrezzi del mestiere nautico.
Da parte mia un grande in bocca al lupo a Diego, a Erika e a tutti gli amici della Barcolana nella speranza che come la loro preziosa regata, anche l'omonimo gioco possa oltrepassare i confini del golfo di Trieste contagiando l'intera Italia e non solo.
A TUTTA BORA!

  

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