venerdì 5 gennaio 2018

DvGiochi City Tour: novità che bussano a casa [I RAGIA' DEL GANGE]


Al museo Macro di Roma il 30 novembre c’ero anch’io e non è un caso perché anche se in modalità Toccata-e-fuga non potevo farmi sfuggire l’arrivo del DvGiochi City Tour: in pratica un editore che gira per l'Italia con tappe nelle principali città per far conoscere e promuovere i suoi titoli di punta.

I giochi che ho provato sono stati quattro: Origami (ne ho già scritto qui qualche tempo fa); i Ragià del Gange (l’ultimo peso medio della casa perugina); Minute Realms spiegato dall’autore Stefano Castelli e infine Game of Trains, giochino di carte di qualche tempo fa ma decisamente una bella sorpresa!

I RAGIA’ DEL GANGE
Si tratta del nuovo gioco della coppia Inka e Markus Brand, autori del famosissimo Village. Il titolo è indipendente dalla lingua ma regolamento e localizzazione in Italia sono a cura della DvGiochi (qui su Playbazar.it).

I giocatori s’infilano turbante e scarpe a punta e barcamenandosi tra imbarcazioni che cavalcano le spume del Gange, cave di estrazione per la costruzione di edifici, Karma (Police) e mercati delle spezie dovranno cercare di vincere una vera e propria corsa contro il tempo: il primo che farà incontrare i segnalini del tracciato monete e di quello punti creerà le condizioni di fine partita e, con molta probabilità, sarà tra i papabili che si giocheranno la vittoria.
Il cuore della meccanica di gioco è quella classica del piazzamento lavoratori ma con l’aggiunta della gestione dadi che in partita si potranno utilizzare sia per pagare il costo di alcune azioni sia come altri segnalini di piazzamento (secondo il colore o valore della faccia).

Il tabellone è ricco di colori che in prima battuta possono deconcentrare i giocatori che puntano a grafiche e artwork minimaliste ed essenziali, ma dopo qualche turno risulta tutto funzionale ed ergonomico, le icone sono chiare e intuitive e ogni tassello del puzzle cromatico prende forma.
Propongo dopo qualche giorno il gioco ai due compari di merende Steteo e Cissinho.
Al Due Torri la luce nell’angolo in cui ci schiaffano non è alla pari della restante parte della ludoteca ma ci arrangiamo. Di fianco a noi è partito un torneo di Dards e la fragranza di ascella sudicia mista a barba intinta in boccali di birra crea la giusta atmosfera per una serata in grande!
Il gioco già dal coperchio fa il suo effetto-Wow! Riusciamo ad apparecchiarlo sul micro tavolino 1mX1m tipo tetris: tabellone, tessere suddivise in 12 pilette, plance giocatori e rispettivi porta dadi a forma di dea Kali.

Cissinho, Steteo ed io siamo in modalità ultimo giorno di lavoro quindi come apripista ordiniamo un paio di bionde IPA ma Cissinho rompe l’alchimia preferendo un intruglio verde dalle dubbie proprietà digestive…
Dopo i brindisi per essere sopravvissuti a un altro anno lavorativo insieme, ci immergiamo nelle spume del Gange papponeggiando da veri Ragià romani: “PIAMOSE ER GANGE!”
Parte Cissinho che va spedito come Bolt, piazza subito dadi nella zona delle terrazze del palazzo del Gran Mogol per accrescere il numero di quelli a disposizione perché si sente nell’aria che pochi dadi = poche chance! Steteo ed io proviamo a tenere il passo ma Cissinho sembra aver letto il gioco dentro il codice come Neo nel Matrix: attiva subito il bonus fiume della posizione 12 sulla track delle monete e con un’accelerazione degna di Automan s’impadronisce del suo quarto lavoratore. Steteo ed io guardiamo allibiti e ci mettiamo dieci minuti per fare lo stesso, nel frattempo Cissinho è a cinque lavoratori, il massimo consentito, e a ogni turno grazie alla mole di dadi che ha accumulato, fa azioni a non finire.

Il turno di gioco è rapidissimo e non permette downtime o perdita di concentrazione: piazzo tatoccio, eseguo l’azione sfruttando eventuali altri bonus sbloccati.
Sul tabellone ci sono cinque zone piazzamento: 1) cava per ottenere tasselli da aggiungere alla propria plancia (provincia) sbloccare bonus one-shot più rendite attivabili con le azioni mercato o in successivi piazzamenti tessere (edifici); 2) piazza del  mercato di spezie e seta per ottenere soldi in base alle materie sulla propria plancia; 3) il porto sul fiume Gange per sbloccare bonus one-shot; 4) belvedere, terrazza e balconata (del palazzo) per accrescere o modificare la riserva dei propri dadi; 5) le sale del palazzo del Gran Mogol dove quale sfruttare i favori di sei personaggi a piazzamento esclusivo (Gran Mogol, Danzatrice, Maestro di Yoga, Ragià Man Singh, Architetto e Mercante Portoghese).
Cissinho aumenta sulle quattro track il valore delle proprie rendite dei palazzi così quando va in cava e costruisce tessere sulla propria plancia fa scattare rapido anche il segnalino della track-punti. Noantri ci mettiamo col popcorn per capire come andrà a finire, ma la conclusione è scontata come i cornetti all’ora di cena. Vince Cissinho con un gap da ridicolizzarci.

Ci fermiamo giusto qualche minuto per riprenderci dalla batosta, le sensazioni sono però quelle giuste, il gioco ci piace e sembra abbia colpito positivamente anche a Roberto Finocchiaro e al Gatto-Goemon che intravedo e saluto nella calca del locale che nel frattempo si è trasformato tipo concerto dei Megadeath!
Ma è ancora prestissimo e decidiamo di fare un bis… una cosa che nella nostra cricca non capita mai.
Questa volta partiamo tutti con il coltello bel saldo tra i denti, siamo ingarellati come in una gara monomarca di Superbike inglese: sportellate sul fiume, ginocchiate sulle track dei soldi, occupazione molesta di zone mercato e cava.
Io esco subito in testa al gruppo, copio-incollo un paio di combo della precedente partita con cui Cissinho ha fatto scuola e mi metto a tirare il gruppo. Steteo fiuta il pericolo provenire stranamente non dal solito nerd-sudato ma dal sottoscritto e si mette a remare sul fiume a botte di sei caselle per volta sfruttando i favori del giocatore sei del palazzo. Rubo il primo giocatore per ostacolare rimonte, Cissinho sembra appannato come gli addominali dopo l’Oktoberfest, Steteo è concentrato come un buco nero.
La seconda partita dura cinquantacinque minuti e le scintille non si contano: sorpassi sul fiume, nella cava consumiamo la piccozza e passiamo alle mani; al mercato sembra Marrakech, ci azzuffiamo come delle lottatrici nel fango per una piazza in pole position!

Vince Steteo che sfrutta al meglio il potenziale dei palazzi e ricuce il vantaggio che avevo costruito con destrezza. Alla lunga puntare solo sulle monete non aiuta, si spegne il motore e il razzo non prende orbita. Invece una strategia mista avviata sui soldi, consolidata sulle spezie, rafforzata con punti Karma e ultimata con i palazzi della propria provincia permette di chiudere il cerchio e far congiungere le due track che girano in senso opposto intorno al tabellone in men che non si dica.

Nel complesso il gioco è stato un vero successo, una sorpresona!!

Duelli aperti, rollate di dadi mai troppo aleatorie grazie ai tantissimi spazi di piazzamento. Interessante il mix di meccaniche consolidate da titoli best seller ma sapientemente amalgamate per risultare fresche e snelle. Una corsa a chi tira di più il gas e che premia chi frena meno bilanciando strategie su un bel po’ di fronti. Plancette da sistemare ben benino con un occhio ai bonus più ghiotti ma senza incastrarsi con le stradine perché tutto non si può fare quindi meglio poco ma buonissimo.
MINUTE REALMS
Gioco di carte veloce e furioso come direbbero quelli che masticano film con Vin Diesel. Molti ne parlano come “Otto minuti per un impero con le carte” ma il doversi dare una bella mossa a costruire il proprio regno non ci vede altre grosse somiglianze.
Al Macro con Stefano Castelli, l’autore, ci facciamo la nostra consueta chiacchierata su come vadano le cose. La prima volta che l’ho incontrato a Roma eravamo all’anteprima di Bomarzo per il lancio della campagna su GiochiStarter. Poi è arrivato il successone di Pozioni Esplosive ed eccolo sempre in prima fila con questo nuovo gioco di carte per 2-5 giocatori dai 10 anni in su (qui su Playbazar.it)
Nella scatola oltre ad un gruzzolo di gettoni ciccioni e gialli (le monete), ai token invasione e a un tabelloncino di cartoncino duro, c’è un bel mazzone di carte robuste e grandi, con illustrazioni di Pawel Hordyniak che sono gradevoli e funzionali grazie ad icone chiare, intuitive e facilmente memorizzabili.
Il gioco dura dai 15 ai 30 minuti e si sviluppa su due fasi ciascuna caratterizzata da 4 turni. In ogni turno, dopo aver distribuito una carta scoperta a testa e altre due al centro del tavolo (sempre rivolte verso l’alto), ogni giocatore partendo dal primo (quello con la torre 3D) decide se tenere la propria carta o scambiarla (con una di quelle date a inizio turno ai giocatori o tra quelle piazzate al centro del tavolo) per poi costruirla.

Scambiare una carta non è obbligatorio ma se si decide di farlo allora si attivano le icone azione in alto a destra della carta che si prende: guadagnare una moneta dalla riserva; pagare una moneta al giocatore con cui si scambia (o alla riserva se si scambia dalle due carte sul tavolo); aggiungere un segnalino invasione nell’apposito spazio del tabellone.
Dopo aver fatto la prima scelta (tenere o scambiare la propria carta) il giocatore DEVE costruirla e può farlo in due modi: 1) costruire il palazzo pagando l’eventuale costo in monete riportato in alto a sinistra sulla carta che piazzerà tra quelle del suo reame; 2) posarla tra le proprie carte reame tenendola sul dorso costruendola quindi come bastione protettivo valido come 2 punti difesa guadagnando così anche due monete.

Sugli spazi turno si sposta una piletta di token-invasione dalla quale si prende il primo segnalino e si piazza sull’apposito spazio solo quando un giocatore scambia la propria carta e ne riceve una con l’icona invasione in alto a destra. In un turno si può piazzare sul relativo spazio invasione solo un gettone.
Alla fine dei primi 4 turni, quando tutti i giocatori hanno completato le proprie azioni, si girano i gettoni invasione e si vede chi respinge l’invasione: chi tra gli edifici del proprio regno ha simboli scudo in numero maggiore o uguale al totale dei valori dei gettoni invasione allora non subisce danni. Gli altri come penalità devono invece girare una delle proprie carte sul lato bastione (senza però guadagnare due monete come dopo la fase scambio).

La seconda era segue le stesse logiche ma dopo il turno 8 l’invasione da respingere sarà pari al totale dei gettoni rilevati in fase 1 (primi 4 turni) più quelli eventualmente aggiunti in fase 2. In questo caso chi respinge l’attacco fa tanti punti quanti il valore dell’invasione stessa, si sommano poi i punti dei palazzi (diretti o calcolati in funzione di varie condizioni) e chi fa il totale maggiore vince.
Dopo la spiegazione di Stefano ero rimasto abbastanza convinto che il gioco potesse fare al caso mio perché della categoria VELS (veloci-economici-leggeri-semplici). La prova del nove che il gioco fosse solido e divertente ce l’ho avuta proprio al Due Torri la sera della partita con Cissinho e Steteo.
Dopo i Ragià del Gange rimaneva uno spazietto nello stomaco, serviva un fillerino da dolce/aperitivo, qualcosa di veloce, non troppo impegnativo nelle regole che però lasciasse il palato buono per non stonare con il piatto principale della serata appena digerito.
Già aperta la scatola vedo gli occhietti dei due compari scintillare agli artwork di Pawel Hordyniak e questo mi fa ben sperare. Poi in cinque minuti di orologio spiego le regole (che stanno in 4 paginette di manuale chiarissimo e illustrato) e li vedo sempre più convinti.
Infine partiamo e già alla fine del terzo round arrivano pareri unanimi: il gioco è fico, profondo quanto basta per non renderlo pesante ma senza il rischio di accantonarlo come banale.

L’anatomia della carta è congeniale alle meccaniche e le icone sono immediate (anche se qualche colore può confondersi negli angoli delle ludoteche meno illuminate o per quelli come noi diversamente vedenti).
Alla prima invasione come al solito ho fatto male i conti e mi arriva una bordata dai barbari per i quali mi tocca rigirare un edificio e trasformarlo in bastione. La cosa però depone a mio favore per la fase 2 e sono pronto a tenermi nel gruppo dei primi.
Steteo è quello che ingrana meglio, si è preso un paio di carte che combano in modo potente e conti alla mano (si fanno in pochi secondi e alla luce del sole) è in testa.

Cissinho però ha la zampata del centometrista che Cipollini gli cambia i copertoni a due mani: sfruttando un ordine di turno favorevole si prende una carta che gli accelera il punteggio finale.
Io ho qualche indecisione, non so se prendere una carta che mi da parecchi punti o se toglierne una a Steteo per non farlo vincere facile. Nella mia testa rimbombano parole come “Bastona il Leader” o “ditarculeggia finchè puoi!” e altre robe simili poco belle da scriversi. Alla fine però opto per un più equilibrato “macchivvesen..” e prendo la carta che mi assicura punti immediati.
Cissinho ride mentre toglie lui la carta a Steteo, quest’ultimo conta.
Alla fine vince Cissinho di un punto su Steteo al quale avevo ricucito il gap totalizzando lo stesso importo (ma in netta inferiorità di monete).
Il gioco regge e fa il suo lavoro: veloce e pulito, sobrio e conciso, bello da vedere e facile da maneggiare. Nel complesso un filler divertente dove potersi scornare in poche manciate di minuti e a più riprese, partita dopo partita.
Forse dopo una decina di scontri il mazzo potrebbe diventare di facile memorizzazione specialmente ai più smaliziati rendendo quasi automatiche le costruzioni di edifici che lavorano bene insieme ad altri ma non è da escludere qualche espansione per rimpolpare il mazzo che comunque è bello pieno di carte e in una partita non viene mai utilizzato neanche per un quarto.
Molto importante è avere sempre una certa disponibilità di monete per avere sempre la possibilità di scegliere cosa scambiare e cosa costruire.
GAME OF TRAINS
Giochino semplice e rapido per 2-4 giocatori della durata che vai dai 10 ai 20 minuti (qui su Playbazar.it).
Nella scatolina ci sono un mazzetto di carte belle resistenti (i vagoncini, con un disegno e un numero differente) e il libricino d’istruzioni.
Nel setup ogni giocatore riceve una carta di tipo locomotiva e sette di tipo vagone (ciascuna caratterizzato da un numero diverso dagli altri) e le mette in ordine decrescente a partire dalla locomotiva.
Lo scopo del gioco è riuscire a modificare l’ordine delle proprie carte fino ad averle in ordine crescente a partire dalla locomotiva.

Nel proprio turno si deve scegliere tra due sole azioni disponibili: 1) pescare una carta dal mazzo e sostituirla con una delle proprie da piazzare tra quelle scoperte sul tavolo; 2) attivare il potere (simbolo in alto) di una delle carte scoperte sul tavolo per accelerare gli spostamenti, scambi o sostituzione delle carte del proprio treno.
Il primo che riesce nell’intento è il vincitore.
Il gioco sotto le feste di Natale l’ho fatto provare a tutta la famiglia, da mio figlio LA di 7 anni ai nipoti di 10 fino ai suoceri. Il successo è assicurato perché le regole sono semplicissime e l’immediatezza con cui si entra in partita è disarmante!
Dopo circa una trentina di partite due cose sono certe: la prima è che giochi come questo possono far cambiare l’idea popolare che esista solo Monopoly; la seconda è che non ne ho vinta neanche una ancora!!!

Trovate I Ragià del Gange, Minute Realms e Game of Trains su Playbazar.it

1 commento:

  1. Con colpevole ritardo lascio il mio commento alla bellissima serata passata al Due Torri, locale molto carino e soprattutto luminoso che per chi (come me) ha poche diottrie da spendere è sempre il top :)

    Radja del Gange mi è piaciuto; dei due autori avevo già apprezzato Village e anche stavolta non sono stato deluso. Il gioco fila via liscio ed è molto divertente.
    Molto bella l'idea del doppio percorso, sarei curioso di provare delle strategie "estreme" per capire se sia possibile vincere lo stesso. Diversi edifici da far combare e grafica e materiali ottimi.
    Forse un po' "largo" ... a parte la zona del mercato non ci siamo troppo ostacolati.
    Sicuramente non un capolavoro, ma un bel gioco, solido, divertente e non troppo lungo, tanto che la secopnda partita l'abbiamo chiusa velocemente.

    Minute Realms lo trovo un gioco molto ben centrato verso il target a cui si propone. Un gioco semplice nelle regole ma che richiede un po' di attenzione e accortezza, soprattutto nella scelta tra costruire e difendersi e questa caretteristica sarà sicuramente apprezzata anche dai giocatori più esigenti e non solo dai family gamers a cui si il titolo si rivolge.

    Come al solito grande serata con Albo e Steteo, più light del solito, ma sempre al TOP :-)

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