Era una vita che lo dicevamo, da quando avevamo giocato la
sua “variante PRO di Marco Polo” (qui)
ma poi tra gli impegni, il lavoro, i figli… le cavalletteeeee non eravamo mai
riusciti a quagliare (altro che nonno nanni).
Forse è ripassata la cometa
di Halley perché gli astri
devono essersi messi d’accordo sugli inc-astri
e alla fine ce l’abbiamo fatta.
Kuldran: “ragazzuoli allora non fate le sòle! Ci
vediamo domani sera dal Principe Konrad
19:05 o’clock così ci spariamo un po’ di prototipi e in caso ci facciamo una
partita a qualche classico”. A parole la fa semplice il piccolo roscio
scorbutico ma se poi lui è il primo che a mezzanotte si trasforma in zucca e
scappa via come un sorcio non è colpa nostra.
NEL VENTRE DEL NERD
In zona San Paolo da anni si aggira un leggendario hard-core-gamer. Le voci dicono che il
suo appartamento sia un immensa stanza di 200metri quadri dove i tramezzi sono
fatti di scatole da gioco, i pavimenti sono tabelloni sapientemente incollati
sul massetto con fughe da 1 millimetro per non creare discontinuità strategiche.
Sembra che nella doccia ci siano cubetti per fare lo scrub-corpo, il sapone è
un monoblocco ricavato dalla fusione di un pandemic Legacy rosso e di uno blu.
La cucina pare abbia fornelli ad induzione modellati con le forme del percorso
di Caylus. Una volta ho sentito un tizio in una ludoteca che parlava del
soffitto coibentato con due strati di carte di Agricola mentre nel cestello
della lavatrice alcuni dicono di aver visto con certezza le sfere di Pozioni
Esplosive, sembra migliorino il lavaggio.
Fino a ieri non credevo a certe storie sub-urbane come stento a credere a quelle sui lupi mannari, agli zombie o allo scambismo negli autogrill. Fino a ieri non pensavo che cosa fosse l’antro di un Nerd… poi ho conosciuto Konrad.
Arrivo all’appuntamento con 30 minuti di ritardo, non un bel
biglietto di presentazione immagino.
Il tavolone 2metrix4 tipo cena medievale nel castello dei Lannister è già apparecchiato fino alle
zampe di tabelloni, puzzilli, cubetti, carte e… RANE come se non esistesse il disboscamento della foresta nera.
I convenevoli sono rapidi come l’orgasmo di un ergastolano del braccio della morte il giorno di
libertà per il suo famoso ultimo desiderio. Poi ci sediamo e iniziamo a
giocare: sembra di stare in un porno anni 90, i preliminari sono assenti come
la trama del film, si vede che il principe ci tiene a questa sua nuova
avventura ed è un po nervoso. Così con la mia consueta voracità verbale inizio
a tartassarlo di domande che neanche l’ispettore
Colombo quando ha puntato il suo presunto assassino. Dopo una combo
devastante che Tekken sembra Hello Kitty finalmente il Principe vuota il
sacco.
DOPPIO GIOCO PRESS
Da tanti anni che è nel giro, Davide Malvestuto (Davide Marva su Facebook), al secolo il Principe Konrad, ha testato e ritestato giochi di ogni tipo e genere, dai prototipi di carte da 5 minuti di partita ai cinghiali da battaglia con zanne rinforzate di cotta di maglia e para grugno in placche di adamantio. Grazie al suo fiuto da lagotto-scova-tartufi col tempo è stato chiamato da diversi editori per fare da selezionatore e vista la vicinanza logistica con il negozio Doppio Gioco di San Paolo (Roma) ecco nascere l’idea: creare una casa editrice indipendente che abbia per mission quella di rilanciare sul mercato giochi per tutte le fasce di giocatori con livelli di qualità e soluzioni modulari. Anche il giochino per famiglie deve avere un pizzico di strategia da offrire, per renderlo carino per i babbani ma curioso anche per chi mastica suino come tabacco i giocatori di baseball.
Da tanti anni che è nel giro, Davide Malvestuto (Davide Marva su Facebook), al secolo il Principe Konrad, ha testato e ritestato giochi di ogni tipo e genere, dai prototipi di carte da 5 minuti di partita ai cinghiali da battaglia con zanne rinforzate di cotta di maglia e para grugno in placche di adamantio. Grazie al suo fiuto da lagotto-scova-tartufi col tempo è stato chiamato da diversi editori per fare da selezionatore e vista la vicinanza logistica con il negozio Doppio Gioco di San Paolo (Roma) ecco nascere l’idea: creare una casa editrice indipendente che abbia per mission quella di rilanciare sul mercato giochi per tutte le fasce di giocatori con livelli di qualità e soluzioni modulari. Anche il giochino per famiglie deve avere un pizzico di strategia da offrire, per renderlo carino per i babbani ma curioso anche per chi mastica suino come tabacco i giocatori di baseball.
Così ecco prendere la luce la Doppio
Gioco Press (qui il sito web) una nuova realtà che già da qualche tempo muove i suoi passi e
che, sfruttando una rete di contatti e competenze spinte alle radici di questo
settore ha già selezionato prototipi in momenti topici come IdeaG ed è pronta a localizzare alcuni
titoli che verranno presentati il prossimo 1 e 2 aprile 2017 presso la fiera numero
uno di giochi da tavolo in Italia: Modena
Play.
Mai come ora tutti parlano nelle novità delle grandi case
editrici, forse a qualcuno potrà interessare sapere che c’è gente nata
dall’asfalto e dai muletti carichi di scatole che ha tanta voglia di fare, di
scovare, di inventare e perché no di organizzare e farsi strada tra le major. La
DGP ha iniziato la sua avanzata e
quale modo migliore per capire cosa bolle in pentola se non andare nel ventre
della bestia a ravanare tra i prototipi in via di sviluppo?
FROG KISS
Quando arriva il pizza-boy stiamo tutti ingarellatissimi a schiccherare insetti di legno con delle rane di plastica schiacciando forte con le nostre falangi di carne e ossa.
Quando arriva il pizza-boy stiamo tutti ingarellatissimi a schiccherare insetti di legno con delle rane di plastica schiacciando forte con le nostre falangi di carne e ossa.
Il prototipo di Martino
Chiacchiera (Micromondo, Hall of
Fame, 3 Secrets, Desckape Test Time) prevede al momento un tabellone dove vengono
piazzate delle tessere foglia di ninfea
di forma circolare e dal diametro
diverso uno dall’altra. Il piazzamento è fatto nel setup dai giocatori con il
vincolo che ogni foglia ne deve toccare almeno altre due. Tutto intorno si
piazzano dei puzzilli (i re degli
insetti) e dei segnalini insetto
(nel prototipo sono ancora pezzi di legno di varie forme, ma quello che conta
alla fine è solo il colore).
I giocatori (da 2 a 5) si accordano su quale principessa scegliere dal mazzetto disponibile e l’obiettivo sarà completare la missione riportata sulla carta scelta per poter quindi baciare e potersi ritrasformare da orribilanti rospi a fantastici principi… Kuldran ci spera con tutto il cuore di potersi ritrasformare in rospo ma purtroppo il gioco lo costringe ad un sogno impossibile e rimane nel suo corpo di orribile mezz’uomo roscio. BLEAAAH!
Al proprio turno il giocatore deve eseguire due tra le quattro azioni disponibili: -saltare su una foglia adiacente; -rimbalzare su un rospo di una ninfea adiacente per atterrare su una foglia vuota successiva; -slinguazzare strizzando testa (o palle) del rospaccio nel tentativo di colpire uno dei cubetti/insetto o dei puzzilli piazzati sul pelo dell’acqua dello stagno (che tira più del ragno…. Era per la rima :D); - spostamento ninfea vuota.
Sulla carta principessa ci possono essere anche dei bonus di conversione (tipo dare via un insetto catturato per avere uno spostamento o un rimbalzo in più, etc): questi permettono di accelerare le mosse, aggiungere combinazioni e ottimizzare le azioni.
Nella versione “per
esperti” prima di cominciare ogni giocatore sceglie una carta rospo che ha
un potere specifico e che guida le azioni in base alle proprie
caratteristiche e a quelle che si creano
sul tabellone.
Dopo due minuti
dall’inizio siamo talmente ingarellati che le pizze si lessano nei cartoni: “non possiamo mollare poprio ora cazzo!”
urlo io in preda al raptus della vena occlusa. Questi giochi per famiglie di
abilità e perculamento che sfociano in risse verbale tra fratellini o dispetti
tra moglie e marito, sono il mio pane quotidiano.
Neanche a dirlo vinco
io che con l’ultima mossa di leccata catturo un insetto e richiamando la
protuberanza appiccicosa slinguazzo pure la bella principessa stendendola con
il mio charme da principe azzurro-alboino
(ribattezzato al-burino!).
Simpaticissimo family/party
game per 2-6 giocatori che scala perfettamente e che richiede una certa
dose di mobilità delle falangi ma permette anche un pizzico di strategia nell’utilizzo sapiente dei propri bonus
specifici di rospo con il posizionamento e spostamento delle foglie sullo
stagno obbligando gli altri a perdere tempi, ottenendo la qualità dei materiali
come negli scacchi…. Ok un po’ meno serioso del gioco di Kasparov ma in 4 la
partita è stretta e divertente. Fare cilecca (come nel sesso) può creare delle
situazioni imbarazzanti e la pratica in questo caso, come nell’altro, premia.
Materiali base al momento ma rane già spettacolari: manca
poco alla produzione. Servono colori sgargianti e un packaging giusto! Ottima l’idea
di rendere il gioco modulare grazie all’utilizzo o meno dei poteri delle rane
per creare diversità di approccio o lasciare tutti allo stesso livello.
BARETTO SCHERZETTO
Archiviata la pratica delle linguacce e ingurgitate pizze e
supplì passiamo al secondo piatto della serata: il menù prevede di indossare la
parannanza dei bar americani in stile college e mettersi a servire ai tavoli caffè,
cioccolata, muffin, frappè di fragola e di menta.
Campus Cafè è il gioco di Pasquale Facchini (Time Bomb) che porta da 2 a 5 giocatori a
darsele a chi serve più colazioni agli studenti del college.
Ogni giocatore per cominciare sceglie una cameriera che
utilizzerà per servire ai tavoli. Sulla propria scheda sono riportati i cinque
spazi del vassoio (il sesto spazio è sbloccabile tramite azioni speciali)
utili a trasportare le ordinazioni. Nella parte centrale della carta è
riportato il potere specifico (conversione, costi, bonus, etc). In basso oltre
al proprio colore c’è il nome e l’immagine
della sinuosa pin-up in abitino succinto che regala una vista mozzafiato della
sua scollatura burrosa.
Sul tabellone al centro ci sono le cinque aree per i principali piatti (cilindretti di legno) da servire nei rispettivi colori nero, marrone, verde, rosa e rosso. Subito sotto ci sono nove zone di piazzamento dove verranno posizionati i due dadi lanciati dal giocatore ad inizio turno. I dadi da 6 facce riportano i tre colori rosso, blu e nero (i principali ingredienti) e permetteranno di caricare così sul vassoio i piatti corrispondenti alle aree di piazzamento. A completamento del turno, un giocatore può servire un solo tavolo se riesce a soddisfare la domanda degli studenti seduti. In questo modo si totalizza un ammontare di mancia in dollari e si avanza del corrispondente ammontare sul tracciato punti intorno al tabellone.
Ogni tavolo servito regala anche un bonus (ritirare un dado,
poter scegliere un colore di un dado, aumentare i soldi incamerati per aver
servito, etc) e questi sono la base per partire con combo potenti che
ottimizzano i pochi spazi a disposizione sul vassoio, moltiplicando alcune
risorse o calmierando l’effetto alea dei dadi.
In alto sul tabellone ci sono infine gli obiettivi di fine partita, quelli che daranno punti a chi ha il maggior numero di muffin serviti tra i tavoli su cui ha lavorato, oppure chi ha servito il maggior numero di studentesse, chi ha servito il maggior numero di tavoli da tre etc.
Inizialmente il gioco sembra semplice ma poi per dei pensatori
incalliti parte l’embolo e ci si inizia ad arrovellare su quale tavolo sia
meglio servire in base agli obiettivi di partita. Si guarda alle materie prime
da caricare sul vassoio, si cerca a servire i tavoli con i bonus più ghiotti ma
anche quelli che regalano più mance e denaro.
L’idea di fondo è buona, il gameplay è simpatico e snello.
Ci sono ancora un po di carte da bilanciare, qualche soluzione da rivedere e la
lunghezza da tarare bene in base al target di giocatori che si vuole
raggiungere: per Davide l’obiettivo è un gioco leggero per giocatori
entrylevel. Per come è ora il gioco ha la doppia faccia di simpatico filler
(forse ancora un pizzico lunghetto) ma può cambiare in chinghialetto per
pensatori cronici.
Le meccaniche di carico scarico merci per totalizzare punti non risultano innovative ma nel complesso l’utilizzo delle carte tavolo con i relativi bonus, la nuova carta tavolo da refillare che si può vedere e che permette di fare un minimo di pianificazione a medio termine danno quel pizzico di strategicità che solleticano il neurone più ostinato.
Le meccaniche di carico scarico merci per totalizzare punti non risultano innovative ma nel complesso l’utilizzo delle carte tavolo con i relativi bonus, la nuova carta tavolo da refillare che si può vedere e che permette di fare un minimo di pianificazione a medio termine danno quel pizzico di strategicità che solleticano il neurone più ostinato.
Ottima la rigiocabilità grazie ai premi impiegato del mese, alle
super mosse specifiche e al mazzo di carte Ordine.
Al momento icone e immagini da rivedere per renderne la
lettura più immediata, riducendone lo sforzo a colpo d’occhio.
Un prototipo promettente presto pronto al mercato per giocatori di tutte le fasce-esperienza ed età.
SYMPHONY
Poco prima delle 23 partiamo con il piatto forte della serata: sul tavolo è già apparecchiato il gioco
di Angelo Tonin un vero esordiente con il talento del
pro-designer!
Il gioco german per 2-6
giocatori è una di quelle rare perle dove l’ambientazione non solo si sente, si suona e ascolta a orecchie
spalancate: i giocatori sono chiamati a gestire
un’orchestra e dovranno selezionare
un set di strumenti, piazzarli nel punto migliore dell’auditorium per farli
rendere al meglio delle loro possibilità per poi passare alla realizzazione
della sinfonia riportata sullo spartito cercando di concatenare al meglio le
note per fare punti e primeggiare nella classifica dei bemolle e delle standing
ovation!!
Il gioco è semplice nelle regole ma profondo e avvincente
nelle meccaniche: in una prima fase
i giocatori ricevono 6 carte strumento (in 5 giocatori) e le draftano per poi scartare l’ultima.
A turno, cominciando dal primo giocatore, ognuno piazza uno strumento nell’auditorium e copre i rispettivi spazi nota con i propri dischetti colorati. Se lo strumento viene piazzato in un posto a lui congeniale (minimo tre posti ideali a strumento, quattro in 4-5 giocatori) allora si attiva un bonus (possibilità di aggiungere una pedina addizionale, etc).
Quando tutti hanno piazzato le proprie carte si comincia la seconda fase: si analizza prima la
colonna strumenti contrassegnata dalla A. Di questi strumenti il primo a
suonare è sempre il Primo Violino (spazio azione sul tabellone in basso vicino il direttore d’orchestra) poi
si sale con gli altri strumenti piazzati dai giocatori. In senso di turno orario, i giocatori che hanno pedine sul primo
strumento prendono una pedina e la spostano sullo spartito seguendo le
restrizioni di concatenazione, diesis, bemolle o simili. Al piazzamento, in base alla zona si prendono punti immediati e “virtualmente” si prenderanno punti a
fine partita. Si procede così fino ad esaurire tutte le pedine della colonna
A e via per le rimanenti quattro
colonne.
Quando iniziamo siamo
già tutti convinti che il gioco abbia i numeri sulla carta per convincerci: mai
vista un’idea tanto originale che fonda
sapientemente il draft, il piazzamento e
le maggioranze.
Vista l’ora subisco il mio consueto calo fisiologico ma sento Kuldran e Cissinho infoiati come poche
volte capita di vederli. Nella fase di draft causa inesperienza andiamo un po
ad intuito. Si cerca di collezionare strumenti differenti oppure di quelli che
metteranno i bastoni tra le ruote agli altri perché più rari.
Nella successiva fase di piazzamento iniziano a girare le
connessioni sinaptiche perché piazzare in basso nell’orchestra (vicino il
maestro Beppe Vessicchio) permette di attivare prima i propri bonus ma spesso
ci costringe a non ottimizzare il suono di uno strumento. Inoltre essere su
tutte le colonne è il modo migliore per prendere più punti nella successiva
fase dello spartito. Purtroppo però gli spazi sono limitati e basta una mossa
doppia su una colonna da parte di un avversario che sei tagliato fuori da
quella zona. La sensazione di coperta corta è tipo minigonna di Belen
Rodriguez: più maxi cinta che mini-gonna.
Mettere uno strumento in un punto a lui idoneo generalmente permette di aggiungere pedine sulla carta e quindi nella fase successiva permetterà più mosse e quindi più punti se saremo in grado di ottimizzare i piazzamenti.
Quando la prima fase di piazzamento ha termine si comincia a
lavorare sullo spartito dove le tre
pagine doppia-faccia permettono di
comporre sinfonie sempre nuove e diverse per prolungare la longevità del gioco
e stimolare le soluzioni possibili per ottimizzare il punteggio finale.
La parte più divertente in questo ultimo stadio di gioco è
la possibilità di scalzare la pedina
di un nemico posizionandoci sopra la nostra. Al contempo si possono ottenere
dei bonus note-nere per proteggere alcune posizioni ed evitare
di fare combinazioni e vederle poi perdere.
Questo giusto mix di cattiveria,
aggressività ma anche autodifesa e
contenimento uniti alla miscela di composizione della mano di carte, del
piazzamento in ottica spartito e della successiva armonizzazione crea una amalgama perfetta tra strategia e
interazione, tra soluzioni combinatorie e determinismo che uniti ad un’ambientazione
sentitissima permettono finalmente di godere di un titolo nuovo che
incuriosisce e convince.
Durante la partita il Principe ci racconta l’aneddoto con cui Angelo Tonin ha partorito pochi mesi fa l’idea: tutto ha inizio quando Angelo si trova a saltare una serata in ludoteca per andare ad un concerto di Lorenzo Jovanotti. Tra lo stupore dei nerd nel sapere che uno di loro aveva anche altre passioni (ereticooooo!) scatta la scintilla nel capire che il tema musica non è molto inflazionato tra i giochi da tavolo e quindi parte al sfida: realizzare un gioco ambientato dove si senta il sapore degli strumenti e la loro specificità in base a dove vengono utilizzati. L’aggiunta dello spartito per concretizzarei l’esperienza preparatoria della prima fase è la ciliegina sulla torta. Tra le tante versioni di spartiti scaricati dal web ne compaiono un po’ con note accomunate da strisce colorate ed ecco quindi l’illuminazione di Angelo: fare in modo che la battaglia a chi prenda le note migliori sia guidata da combinazioni e concatenazioni per fare più punti.
La pozione che ne esce è qualche cosa di fantastico, che strega
(come l’amaro)!!
Sul finale di partita vedo Cissinho concentratissimo e
motivatissimo. Konrad non vuole mollare la vittoria ma Sabrina (la sua compagna) e Kuldran
sono pure loro degli ossi duri. L’unico puzzillo che fa fatica sulla scala dei
punti è il mio ma generalmente prima di diventare competitivo su un cinghiale
mi servono sempre due o tre partite e questo richiede una consapevolezza che
visto il mio stato di stanchezza ormai galoppante non riesco a raggiungere.
Finisce con Cissinho e il principe a pari merito ma allo
spareggio vince Konrad e finiamo la serata a spiegarci il gioco e a decantarne
la grande bellezza tipo Tony Servillo.
ARRIVEDERCI A MODENA PLAY
Quando a mezzanotte Kuldran se ne va a casa per la trasferta
del giorno dopo, anche la dolce metà del Principe ci saluta e Konrad, Cissinho
ed io rimaniamo fino alle due del mattino a giocare a Rokoko, un gioco bello ed elegante del quale parlerò in un altro
post.
In definitiva la serata è stata un successone con tante
risate e tre prototipi che ci convincono: Frog
Kiss divertentissimo e sicuramente un family/party da inserire nel mio
scaffale; Campus Cafè interessante e divertente in stile 2BrokeGirls, ideale per neofiti o esperti in cerca di leggerezza e con gli sviluppi ormai agli sgoccioli sarò uno dei primi a comprarne una copia; Symphony
una rivelazione, un colpo di fulmine che con il suo infuso magico ammalia
Cissinho, Kuldran e il sottoscritto lasciandoci la voglia di riprovarlo ancora
e ancora.
Se queste sono le premesse allora staremo a vedere tra meno di un mese come sarà l’esordio della Doppio Gioco Press in quel di Modena Play.
In bocca al lupo amici.
Mi gusta assai. Mi piace se ti muovi,mi piace quel che muovi.
RispondiEliminama quello è il Re Julien ahahahah :D
Eliminastai dando del Lemure a Davide ahahahahahaah
Gran bella serata ragazzi e un vero piacere conoscere il Principe Konrad ed entrare nel suo regno, autentico paese dei balocchi per gamer, specie se amate Twilight Imperium III :P
RispondiEliminaI tre prototipi che abbiamo provato si rivolgono a target diversi ma hanno tutti in comune l'originalità e la rigiocabilità che la nuova casa editrice propone.
Frog Kiss è un family game molto simpatico che unisce destrezza e un pizzico di strategia, gioco perfetto da proporre in fiera, con grafica simpatica e bei materiali, credo cha avrà sicuro successo, Albo3 ne comprerà un pallet :D
Campus Cafè si propone come entry level (ma poi manco così tanto...) un po' alla Splendor, ma con molte più variabili da considerare e combo da scatenare. L'idea è molto simpatica e la combinazione tra obiettivi, bonus dei tavoli e abilità delle cameriere, garantisce una ottima rigiocabilità. Dei tre prototipi credo sia quello che necessiti di qualche ritocco in più anche per tararlo meglio in funzione del target che si vuole raggiungere: forse ridurre il numero della tipologia di "tizi" da servire aumenterebbe la possibilità di combo garantendo maggiore coinvolgimento e ho avuto l'impressione che gli obiettivi abbiano pesato un po' troppo... ma una partita è poco per giudicare questo aspetto e sicuramente il Malva sarà in grado di oliarlo per benino :D
Symphony mi ha veramente colpito!!! :D
Ambientazione fantastica per un german senza alea e mix molto originale di meccaniche. La fase di piazzamento degli strumenti ha già un paio di twist interessanti, come il fatto che uno strumenti suoni meglio in determinate posizioni (come nella realtà) attivando le sue abilità speciali e il bonus dato al giocatore, per colonna, che ha piazzato meno note, di modo da aiutarlo in quella sezione e che può essere utilizzato come arma tattica per futuri scopi...
Completata l'orchestra si passa al piazzamenot delle note sullo spartito generando un gioco di maggiornaze in cui hanno un forte impatto le caratteristiche degli strumenti: bmolle e # possono essere suonati solo da alcuni strumenti, c'è la possibilità di sovrascrivere le note, di concatenarle per assicuranze aree di maggioranza, insomma una figata vera ma con il giusto grado di difficoltà, tanto che mi sono subito trovato a mio agio e sono riuscito a fare da subito una bella partita.
In più ci sono anche delle opzioni (come il direttore d'orchestra variabile) che cambiano alcune regolette garantendo una bella rigiocabilità... insomma titolo TOP che spero (e credo) abbia successo!!!
In bocca al lupo al principe Konrad e alla prossima!!! :D
P.S. Anche Rokoko mi è piaciuto molto, peccato che negli ultimi due turni dormivo in piedi e ho un po' gettato al vento quanto costruito ;)
Aspettative superate. Sapevo Konrad un raffinato giocatore ma non avevo in mente di avere a che fare con un potenziale eccellente editore !!! E' uno che sa leggere gli schemi di un gioco a meraviglia ma saoprattutto sa MODELLARE. Il suo lavoro sulle regole PRO di marco polo è spettacolare.
RispondiEliminaFrog Kiss è un gioco splendido per far avvicinare i bambini ai giochi da tavolo e altrettanto spettacolare come pausa relax fra hard-gamers che hanno voglia di insultarsi e provocarsi un po' heheh.
Campus Cafe' ha le carte in regola per diventare uno di quei gateway da proporre nelle ludoteche, fermi restando gli aggiustamenti agli obiettivi: nella partita ho puntato a farne 2 e mi sono trovato tutti dietro di 30 punti chiudendo a 80. Troppo pesanti. Però fermo restando la parte cruciale della grafica il gioco promette.
Dove si esagera e si sente profumo di caviale è su Symphony. Quasi mai ho visto un'ambientazione al contempo così inusuale e così magistralmente resa. Mai ho visto un gioco così configurabile, da giocare in modalità medio-light o cinghiale pesante aggiungendo via via elementi di complessità. E funziona, per gli dei se funziona. Altissima complessità e tempi di gioco gestibili; la composizione dell'orchestra subito dopo il draft è un fantastico esercizio di pianificazione.
Il mio ringraziamento più sincero al caro Konrad per una serata così spettacolare, che non poteva prescindere dalla presenza della cricca-lercia-solita per essere tale. A Modena passerò sicuro allo stand a vedere come vanno le cose, in attesa di trovarmi con una copia di quel giocone-della-madonna per le mani ;)