Da qualche tempo anche io mi sono timidamente avvicinato al
mondo di Kickstarter, Indiegogo e piattaforme di crowdfunding emergenti.
Sulle prime con un discreto scetticismo, poi via via sempre più attratto da quel vortice di idee, progetti, prototipi, presentazioni allettanti come una trousse di trucchi per una bambina di due anni.
Più cliccavo nel profondo ventre dei backers e più rimanevo avviluppato nelle leggende metropolitane di qualche fortunato outsider in grado di sbarcare il lunario con un mazzetto di carte su tema Gattini che esplodono e regole di UNO mascherate come diversissimeeeee.
Sulle prime con un discreto scetticismo, poi via via sempre più attratto da quel vortice di idee, progetti, prototipi, presentazioni allettanti come una trousse di trucchi per una bambina di due anni.
Più cliccavo nel profondo ventre dei backers e più rimanevo avviluppato nelle leggende metropolitane di qualche fortunato outsider in grado di sbarcare il lunario con un mazzetto di carte su tema Gattini che esplodono e regole di UNO mascherate come diversissimeeeee.
E' stato in uno dei miei giri torbidi del profondo-web che sono incappato in un trio di trentenni toscanacci, Andrea, Sara e Giovanni e nel loro sito (https://www.facebook.com/ultraboardgame/). Capisco che i tre amici fiorentini hanno
partorito un "gioco di menare” come piace a me, semplice e veloce, dedicato ad un
target di giocatori non in cerca del solito cinghiale ma piuttosto di un ring
sul quale piazzare i propri robot ricavati da elettrodomestici vari per darsele
di santa ragione.
Appena saputo della loro idea mi è salita una scimmia anni 80 che
urlava “Fe-no-me-na-le!!”; eh si perché chi come me è cresciuto sotto il segno
del Wrestling Mania e dei cartoni Giappo su TVR Voxon ha certamente il segno zodiacale di Mazinga con ascendente Dan Peterson. E quando parli del Coach
non puoi non sentire i suoni dell’inno americano, il sapore del donuts e il
profumo di fiamma ossidrica la mattina dopo uno scontro di robot-wars nell’arena che sa di vittoria! ADDDDOOOVVOOOOO!
[leggi come Malgioglio nella doccia con Tiziano Ferro]
[leggi come Malgioglio nella doccia con Tiziano Ferro]
I dettagli su ULTRA mi arrivano come il gancio di Tyson sotto il mento: "assembla il tuo robot, costruisci la tua arena e COMBATTI!".
La penna di Matteo Ballati e Guido Occhipinti mi riportano in un nanosecondo in quell'atmosfera artefatta di Schwarznegger nei panni di The Running Man, in quei contesti tra il Truman Show e le spremute di sangue.
“Ohi raga bella sta cosa del progetto Ultra!! Mi date qualche info in
più che ho già le polluzioni diurne?” chiedo timidamente dopo qualche messaggio mail.
Questa storia prosegue con un prototipo P&P, un progetto a
brevissimo sulla piattaforma di kickstarter e una valanga di partite con mio figlio
piccolo: dopo avermi aiutato col "taglia e cuci" per realizzare il mazzo di partenza, LA ha iniziato a comporre i suoi mostri metallici e a sferrare colpi letali sulle carcasse dei miei robot come se non ci fosse una tavola periodica.
ULTRA
Si tratta di un immediato e veloce "gioco di
menare" per 2-6 giocatori della durata max di 20-30 min della serie
"rolla-e-mena".
I personaggi si
infilano il camice di ingegneri meccanici intenti a ricavare da lavatrici e
frigoriferi dei letali robot da combattimento in linea con le mode di scontri
dentro la gabbia tanto care nel nuovo continente e ai video del tubo.
Dopo la fase (1) di costruzione
dei robot con tre giri di pesca dai mazzi arma, motore, corazza si
passa alla configurazione dell'arena (2) : i
giocatori (tranne il primo) scelgono e piazzano un segmento di tabellone fino a
comporre l'Arena dello scontro posizionando sempre in ordine di turno anche le
pericolosissime trappole. Infine (3) nella terza
fase ci si mena di brutto optando per la modalità DEATH MATCH (da 2 a 6
giocatori) o PVP (2 giocatori).
Nel proprio turno si
eseguono max 3 azioni, al più 1 per tipo tra: attacco, spostamento, spinta.
Il gioco è semplice come rompere una nocciolina americana gra:
tiro dadi, sommo ai valori di attacco o difesa del bot, infliggo o
subisco danni, perdo PF o vengo distrutto finendo nel bidone
dell'alluminio e dei ricordi. Chi perde tutti i bulloni però continua la sua minaccia
manovrano nel proprio turno le trappole che sono disseminate sul terreno di
scontro. Insomma, sei fuori solo a parole ma nei fatti puoi mettere ancora i bastoni tra le ruote di chi ti ha frantumato il carapace in carbonio.
La vera chicca sta nella forte interattività e nella fluidità del gioco che risulta scorrevole e intuitivo anche a neofiti o giocatori occasionali. Questo potrebbe far pensare ad un fillerino scacciapensieri.... e invece niente di più sbagliato. Sottovalutare questo gioco è un errore perchè è in grado di regalare un'esperienza skirmish molto tattica e avvincente anche per gli amanti del genere già rodati e con cicatrici sulla carrozzeria come tatuaggi su un Maori.
L'alea c'è ma i bonus/malus del dado
non sono così scontati o determinanti e quindi nel complesso la dea
"cecata" non stravolge le sorti della partita, anzi semina pepe e
zizzania come si conviene in una arena gronda di olio e sporca di rottami.
Come direbbe Sun
Tzu:
"In un terreno aperto non ti accampare.
In una zona di confine stringi alleanze.
In una zona crocevia non restare.
In un terreno chiuso elabora strategie.
In un terreno di morte combatti"
"In un terreno aperto non ti accampare.
In una zona di confine stringi alleanze.
In una zona crocevia non restare.
In un terreno chiuso elabora strategie.
In un terreno di morte combatti"
Ma ora basta parlare... è tempo di menare quindi, aspettando che il progetto su KickStarter sia live tra una manciata di giorni, affiliamo le lamiere e prepariamoci allo scontro.
CHE NE PENSO
Dopo aver stampato il prototipo ho spiegato le regole
a mio figlio LA e ci siamo letteralmente “chiusi” in un continuo start&stop
fatto di grappoli di partite trangugiati come chicchi di uva matura.
La voglia di optare per combinazioni arma-motore-corazza sempre differenti e la sensazione di aver capito come padroneggiare il mezzo nell’arena salvo poi ritrovarsi a pancia in su senza i circuiti principali e la scheda madre fanno di questo gioco una piccola emozionante alternativa ai soliti filler.
L’idea di fondo è eccezionale, porta alla ribalta vecchi scheletri televisivi nel nostro armadio dei ricorsi. Ma zappingando per il tubo è evidente che negli States la moda dei bot-duelli non è mai tramontata, anzi: ci sono fior fiori di squadre di ingegneri o meccanici pazzoidi che con dei telecomandoni alla DOC di Ritorno al Futuro comandano piccoli ordigni sempre più letali. E le arene con pareti di plexiglass e taser pronti a scoccare scintille fanno esplodere l’adrenalina popolare come i romani nel Colosseo.
Qualcuno lamenterà una ridotta profondità di gioco e a
tendere una limitata longevità, ma non è da escludere l’inserimento di un mazzo
di carte per pimpare i bot, da utilizzare come azione anche per “controllare” l’effetto
alea, aggiungendo o togliendo punti ai modificatori di base scartando un certo
numero di carte….
Insomma c’è margine per espandere e complicare a piacere.
A mio figlio è piaciuto moltissimo per la rapidità con cui puoi entrare subito in confidenza con le azioni e le combo, veloce,
senza troppi fronzoli nè tempi morti.
Che la zuffa abbia inizio.
Da parte mia un grande IN BOCCA AL LUPO, spero veramente che possiate "fare le buche" come dite dalle vostre parti!
Da parte mia un grande IN BOCCA AL LUPO, spero veramente che possiate "fare le buche" come dite dalle vostre parti!
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