Al museo Macro di Roma il 30 novembre c’ero anch’io e non è
un caso perché anche se in modalità Toccata-e-fuga
non potevo farmi sfuggire l’arrivo del DvGiochi City Tour: in pratica un editore che gira per l'Italia con tappe nelle principali città per far conoscere e promuovere i suoi titoli di punta.
I giochi che ho provato sono stati quattro: Origami (ne ho già scritto qui
qualche tempo fa); i Ragià del Gange
(l’ultimo peso medio della casa perugina); Minute
Realms spiegato dall’autore Stefano Castelli e infine Game of Trains, giochino di carte di qualche tempo fa ma decisamente
una bella sorpresa!
Si tratta del nuovo gioco della coppia Inka e Markus Brand, autori del famosissimo Village. Il titolo è indipendente dalla lingua ma regolamento e
localizzazione in Italia sono a cura della DvGiochi
(qui
su Playbazar.it).
I giocatori s’infilano turbante e scarpe a punta e barcamenandosi tra imbarcazioni che cavalcano le spume del Gange, cave di estrazione per la costruzione di edifici, Karma (Police) e mercati delle spezie dovranno cercare di vincere una vera e propria corsa contro il tempo: il primo che farà incontrare i segnalini del tracciato monete e di quello punti creerà le condizioni di fine partita e, con molta probabilità, sarà tra i papabili che si giocheranno la vittoria.
Il cuore della meccanica di gioco è quella classica del piazzamento lavoratori ma con l’aggiunta della gestione dadi che in partita si potranno utilizzare sia per pagare
il costo di alcune azioni sia come altri segnalini di piazzamento (secondo il
colore o valore della faccia).
Il tabellone è ricco di colori che in prima battuta possono deconcentrare i giocatori che puntano a grafiche e artwork minimaliste ed essenziali, ma dopo qualche turno risulta tutto funzionale ed ergonomico, le icone sono chiare e intuitive e ogni tassello del puzzle cromatico prende forma.
Propongo dopo qualche giorno il gioco ai due compari di
merende Steteo e Cissinho.
Al Due Torri la
luce nell’angolo in cui ci schiaffano non è alla pari della restante parte
della ludoteca ma ci arrangiamo. Di fianco a noi è partito un torneo di Dards e
la fragranza di ascella sudicia mista a barba intinta in boccali di birra crea
la giusta atmosfera per una serata in grande!
Il gioco già dal coperchio fa il suo effetto-Wow! Riusciamo ad
apparecchiarlo sul micro tavolino 1mX1m tipo tetris: tabellone, tessere
suddivise in 12 pilette, plance giocatori e rispettivi porta dadi a forma di
dea Kali.
Cissinho, Steteo ed io siamo in modalità ultimo giorno di lavoro quindi come apripista ordiniamo un paio di bionde IPA ma Cissinho rompe l’alchimia preferendo un intruglio verde dalle dubbie proprietà digestive…
Dopo i brindisi per essere sopravvissuti a un altro anno
lavorativo insieme, ci immergiamo nelle spume del Gange papponeggiando da veri
Ragià romani: “PIAMOSE ER GANGE!”
Parte Cissinho che va spedito come Bolt, piazza subito dadi nella
zona delle terrazze del palazzo del Gran
Mogol per accrescere il numero di quelli a disposizione perché si sente
nell’aria che pochi dadi = poche chance!
Steteo ed io proviamo a tenere il passo ma Cissinho sembra aver letto il gioco
dentro il codice come Neo nel Matrix: attiva subito il bonus fiume della
posizione 12 sulla track delle monete e con un’accelerazione degna di Automan s’impadronisce del suo quarto
lavoratore. Steteo ed io guardiamo allibiti e ci mettiamo dieci minuti per fare
lo stesso, nel frattempo Cissinho è a cinque lavoratori, il massimo consentito,
e a ogni turno grazie alla mole di dadi che ha accumulato, fa azioni a non
finire.
Il turno di gioco è rapidissimo e non permette downtime o perdita di concentrazione: piazzo tatoccio, eseguo l’azione sfruttando eventuali altri bonus sbloccati.
Sul tabellone ci sono cinque zone piazzamento: 1) cava per
ottenere tasselli da aggiungere alla propria plancia (provincia) sbloccare bonus one-shot
più rendite attivabili con le azioni mercato o in successivi piazzamenti
tessere (edifici); 2) piazza del mercato di spezie e seta per ottenere soldi in base alle
materie sulla propria plancia; 3) il porto sul fiume Gange per sbloccare bonus one-shot; 4)
belvedere, terrazza e balconata (del palazzo) per accrescere o modificare la riserva dei propri dadi; 5)
le sale del palazzo del Gran Mogol dove quale sfruttare i favori di sei personaggi a piazzamento
esclusivo (Gran Mogol, Danzatrice, Maestro di Yoga, Ragià Man Singh, Architetto e Mercante Portoghese).
Cissinho aumenta sulle quattro track il valore delle proprie
rendite dei palazzi così quando va in cava e costruisce tessere sulla propria
plancia fa scattare rapido anche il segnalino della track-punti. Noantri ci
mettiamo col popcorn per capire come andrà a finire, ma la conclusione è
scontata come i cornetti all’ora di cena. Vince Cissinho con un gap da
ridicolizzarci.
Ci fermiamo giusto qualche minuto per riprenderci dalla batosta, le sensazioni sono però quelle giuste, il gioco ci piace e sembra abbia colpito positivamente anche a Roberto Finocchiaro e al Gatto-Goemon che intravedo e saluto nella calca del locale che nel frattempo si è trasformato tipo concerto dei Megadeath!
Ma è ancora prestissimo e decidiamo di fare un bis… una cosa che nella nostra cricca non capita mai.
Questa volta partiamo tutti con il coltello bel saldo tra i
denti, siamo ingarellati come in una gara monomarca di Superbike inglese:
sportellate sul fiume, ginocchiate sulle track dei soldi, occupazione molesta
di zone mercato e cava.
Io esco subito in testa al gruppo, copio-incollo un paio di
combo della precedente partita con cui Cissinho ha fatto scuola e mi metto a
tirare il gruppo. Steteo fiuta il pericolo provenire stranamente non dal solito
nerd-sudato ma dal sottoscritto e si mette a remare sul fiume a botte di sei
caselle per volta sfruttando i favori del giocatore sei del palazzo. Rubo il primo giocatore per ostacolare rimonte,
Cissinho sembra appannato come gli addominali dopo l’Oktoberfest, Steteo è concentrato come un buco nero.
La seconda partita dura cinquantacinque
minuti e le scintille non si contano: sorpassi sul fiume, nella cava consumiamo
la piccozza e passiamo alle mani; al mercato sembra Marrakech, ci azzuffiamo
come delle lottatrici nel fango per una piazza in pole position!
Vince Steteo che sfrutta al meglio il potenziale dei palazzi e ricuce il vantaggio che avevo costruito con destrezza. Alla lunga puntare solo sulle monete non aiuta, si spegne il motore e il razzo non prende orbita. Invece una strategia mista avviata sui soldi, consolidata sulle spezie, rafforzata con punti Karma e ultimata con i palazzi della propria provincia permette di chiudere il cerchio e far congiungere le due track che girano in senso opposto intorno al tabellone in men che non si dica.
Nel complesso il gioco è stato un vero successo, una sorpresona!!
Duelli aperti, rollate di dadi mai troppo aleatorie grazie ai tantissimi spazi di piazzamento. Interessante il mix di meccaniche consolidate da titoli best seller ma sapientemente amalgamate per risultare fresche e snelle. Una corsa a chi tira di più il gas e che premia chi frena meno bilanciando strategie su un bel po’ di fronti. Plancette da sistemare ben benino con un occhio ai bonus più ghiotti ma senza incastrarsi con le stradine perché tutto non si può fare quindi meglio poco ma buonissimo.
MINUTE REALMS
Gioco di carte veloce
e furioso come direbbero quelli che masticano film con Vin Diesel. Molti ne
parlano come “Otto minuti per un impero
con le carte” ma il doversi dare una bella mossa a costruire il proprio
regno non ci vede altre grosse somiglianze.
Al Macro con Stefano
Castelli, l’autore, ci facciamo la nostra consueta chiacchierata su come
vadano le cose. La prima volta che l’ho incontrato a Roma eravamo all’anteprima
di Bomarzo per il lancio della
campagna su GiochiStarter. Poi è arrivato il successone di Pozioni Esplosive ed eccolo sempre in prima fila con questo nuovo
gioco di carte per 2-5 giocatori dai 10 anni in su (qui
su Playbazar.it)
Nella scatola oltre ad un gruzzolo di gettoni ciccioni e
gialli (le monete), ai token
invasione e a un tabelloncino di cartoncino duro, c’è un bel mazzone di carte
robuste e grandi, con illustrazioni di Pawel
Hordyniak che sono gradevoli e funzionali grazie ad icone chiare, intuitive
e facilmente memorizzabili.
Il gioco dura dai 15
ai 30 minuti e si sviluppa su due fasi ciascuna caratterizzata da 4 turni.
In ogni turno, dopo aver distribuito una carta scoperta a testa e altre due al
centro del tavolo (sempre rivolte verso l’alto), ogni giocatore partendo dal
primo (quello con la torre 3D) decide
se tenere la propria carta o scambiarla
(con una di quelle date a inizio turno ai giocatori o tra quelle piazzate al
centro del tavolo) per poi costruirla.
Scambiare una carta non è obbligatorio ma se si decide di farlo allora si attivano le icone azione in alto a destra della carta che si prende: guadagnare una moneta dalla riserva; pagare una moneta al giocatore con cui si scambia (o alla riserva se si scambia dalle due carte sul tavolo); aggiungere un segnalino invasione nell’apposito spazio del tabellone.
Dopo aver fatto la prima scelta (tenere o scambiare la
propria carta) il giocatore DEVE costruirla e può farlo in due modi: 1) costruire il palazzo pagando
l’eventuale costo in monete riportato in alto a sinistra sulla carta che
piazzerà tra quelle del suo reame; 2) posarla tra le proprie carte reame
tenendola sul dorso costruendola quindi come bastione protettivo valido come 2 punti difesa guadagnando così
anche due monete.
Sugli spazi turno si sposta una piletta di token-invasione dalla quale si prende il primo segnalino e si piazza sull’apposito spazio solo quando un giocatore scambia la propria carta e ne riceve una con l’icona invasione in alto a destra. In un turno si può piazzare sul relativo spazio invasione solo un gettone.
Alla fine dei primi 4 turni, quando tutti i giocatori hanno
completato le proprie azioni, si girano i gettoni invasione e si vede chi respinge l’invasione: chi tra gli
edifici del proprio regno ha simboli scudo in numero maggiore o uguale al
totale dei valori dei gettoni invasione allora non subisce danni. Gli altri
come penalità devono invece girare una delle proprie carte sul lato bastione
(senza però guadagnare due monete come dopo la fase scambio).
La seconda era segue le stesse logiche ma dopo il turno 8 l’invasione da respingere sarà pari al totale dei gettoni rilevati in fase 1 (primi 4 turni) più quelli eventualmente aggiunti in fase 2. In questo caso chi respinge l’attacco fa tanti punti quanti il valore dell’invasione stessa, si sommano poi i punti dei palazzi (diretti o calcolati in funzione di varie condizioni) e chi fa il totale maggiore vince.
Dopo la spiegazione di Stefano ero rimasto abbastanza
convinto che il gioco potesse fare al caso mio perché della categoria VELS
(veloci-economici-leggeri-semplici).
La prova del nove che il gioco fosse solido e divertente ce l’ho avuta proprio
al Due Torri la sera della partita
con Cissinho e Steteo.
Già aperta la scatola vedo gli occhietti dei due compari
scintillare agli artwork di Pawel
Hordyniak e questo mi fa ben sperare. Poi in cinque minuti di orologio
spiego le regole (che stanno in 4 paginette di manuale chiarissimo e
illustrato) e li vedo sempre più convinti.
Infine partiamo e già alla fine del terzo round arrivano
pareri unanimi: il gioco è fico, profondo quanto basta per non renderlo pesante
ma senza il rischio di accantonarlo come banale.
Alla prima invasione come al solito ho fatto male i conti e
mi arriva una bordata dai barbari per i quali mi tocca rigirare un edificio e
trasformarlo in bastione. La cosa
però depone a mio favore per la fase 2 e sono pronto a tenermi nel gruppo dei
primi.
Steteo è quello che ingrana meglio, si è preso un paio di
carte che combano in modo potente e
conti alla mano (si fanno in pochi secondi e alla luce del sole) è in testa.
Cissinho però ha la zampata del centometrista che Cipollini gli cambia i copertoni a due mani: sfruttando un ordine di turno favorevole si prende una carta che gli accelera il punteggio finale.
Io ho qualche indecisione, non so se prendere una carta che
mi da parecchi punti o se toglierne una a Steteo per non farlo vincere facile.
Nella mia testa rimbombano parole come “Bastona
il Leader” o “ditarculeggia finchè
puoi!” e altre robe simili poco belle da scriversi. Alla fine però opto per
un più equilibrato “macchivvesen..” e
prendo la carta che mi assicura punti immediati.
Cissinho ride mentre toglie lui la carta a Steteo,
quest’ultimo conta.
Alla fine vince Cissinho di un punto su Steteo al quale
avevo ricucito il gap totalizzando lo stesso importo (ma in netta inferiorità
di monete).
Il gioco regge e fa il suo lavoro: veloce e pulito, sobrio e
conciso, bello da vedere e facile da maneggiare. Nel complesso un filler
divertente dove potersi scornare in poche manciate di minuti e a più riprese,
partita dopo partita.
Forse dopo una decina di scontri il mazzo potrebbe diventare
di facile memorizzazione specialmente ai più smaliziati rendendo quasi
automatiche le costruzioni di edifici che lavorano
bene insieme ad altri ma non è da escludere qualche espansione per
rimpolpare il mazzo che comunque è bello pieno di carte e in una partita non
viene mai utilizzato neanche per un quarto.
Molto importante è avere sempre una certa disponibilità di
monete per avere sempre la possibilità di scegliere cosa scambiare e cosa costruire.
GAME OF TRAINS
Giochino semplice e rapido per 2-4 giocatori della durata
che vai dai 10 ai 20 minuti (qui
su Playbazar.it).
Nella scatolina ci sono un mazzetto di carte belle
resistenti (i vagoncini, con un disegno e un numero differente) e il libricino d’istruzioni.
Nel setup ogni giocatore riceve una carta di tipo locomotiva e sette di tipo vagone (ciascuna caratterizzato da un
numero diverso dagli altri) e le mette in ordine decrescente a partire dalla
locomotiva.
Lo scopo del gioco è riuscire a modificare l’ordine delle
proprie carte fino ad averle in ordine crescente a partire dalla locomotiva.
Nel proprio turno si deve scegliere tra due sole azioni disponibili: 1) pescare una carta dal mazzo e sostituirla con una delle proprie da piazzare tra quelle scoperte sul tavolo; 2) attivare il potere (simbolo in alto) di una delle carte scoperte sul tavolo per accelerare gli spostamenti, scambi o sostituzione delle carte del proprio treno.
Il primo che riesce nell’intento è il vincitore.
Il gioco sotto le feste di Natale l’ho fatto provare a tutta
la famiglia, da mio figlio LA di 7 anni ai nipoti di 10 fino ai suoceri. Il successo
è assicurato perché le regole sono semplicissime e l’immediatezza con cui si
entra in partita è disarmante!
Dopo circa una trentina di partite due cose sono certe: la
prima è che giochi come questo possono far cambiare l’idea popolare che esista
solo Monopoly; la seconda è che non ne ho vinta neanche una ancora!!!
Trovate I Ragià del Gange, Minute Realms e Game of Trains su Playbazar.it
Trovate I Ragià del Gange, Minute Realms e Game of Trains su Playbazar.it
Con colpevole ritardo lascio il mio commento alla bellissima serata passata al Due Torri, locale molto carino e soprattutto luminoso che per chi (come me) ha poche diottrie da spendere è sempre il top :)
RispondiEliminaRadja del Gange mi è piaciuto; dei due autori avevo già apprezzato Village e anche stavolta non sono stato deluso. Il gioco fila via liscio ed è molto divertente.
Molto bella l'idea del doppio percorso, sarei curioso di provare delle strategie "estreme" per capire se sia possibile vincere lo stesso. Diversi edifici da far combare e grafica e materiali ottimi.
Forse un po' "largo" ... a parte la zona del mercato non ci siamo troppo ostacolati.
Sicuramente non un capolavoro, ma un bel gioco, solido, divertente e non troppo lungo, tanto che la secopnda partita l'abbiamo chiusa velocemente.
Minute Realms lo trovo un gioco molto ben centrato verso il target a cui si propone. Un gioco semplice nelle regole ma che richiede un po' di attenzione e accortezza, soprattutto nella scelta tra costruire e difendersi e questa caretteristica sarà sicuramente apprezzata anche dai giocatori più esigenti e non solo dai family gamers a cui si il titolo si rivolge.
Come al solito grande serata con Albo e Steteo, più light del solito, ma sempre al TOP :-)