martedì 11 settembre 2018

Un gioco divino [SANTORINI]

La mitologia greca è una di quelle tematiche che mi ha sempre affascinato fin da piccolo quando a scuola si iniziavano a studiare le prime avventure: il Minotauro nel labirinto; Medusa decapitata; Zeus che smollava fulmini di quà e di là…. Una figata!
A rendere tutto quel mondo di inciuci ancor più facile da memorizzare fu il manga/anime Pollon che con ironia e un pizzico di follia raccontava la storia della figlia di Apollo alla ricerca di esperienza per diventare una dea a tutti gli effetti.  A me di Pollon faceva impazzire il suo amico angioletto Eros doppiato dall'intramontabile Fabrizio Mazzotta (poi voce anche del mitico Krusty il Clown). 
Cazzo ne sanno i 2000 di “C’era una volta Pollon” e dei cartoni che ci sparavamo su TVR Voxon?
Forse è proprio per quest’amarcord e per la passione del gossip tra Dei, uomini e semi-dei che quando ho letto la prima volta di SANTORINI mi sono imbarzottito come Rocco alla sagra della patata.
Di recente però, domata la scimmia dell’acquisto compulsivo nella clinica di recupero in cui mi avevano rinchiuso, prima di mettere il gioco nel carrello e “one-click!”, mi sono messo in ascolto-radio per captare i rumors dei miei più fidati compari di giocate, quei nerd sanguigni e scavatori di miniere ludiche che non lasciano niente al caso, non li accontenti con qualsiasi pietanza o briciola che cada dal tavolo… loro leggono, studiano, intuiscono, annusano l’aria e il vento come i cani, vanno alle demo, in ludoteca playtestano con gli autori… infine se proprio il gioco ha superato il test Ninja Warriors allora COMPRANO (e imbustano, 'sti mezzi-uomini).

Così rimango letteralmente catturato dai feedback di Ale-Friend-Fravili che fin dai primi giorni del kick starter ha fatto di questo gioco una vera ossessione! Credo che in pochi giorni Ale abbia letteralmente consumato la sua copia infestando il web di post di elogio alla indiscutibile bellezza di Santorini (qui uno delle migliori disamine di Alessandro).

Che fai non te lo compri a scatola chiusa un gioco del genere???

Così riuscito ad evadere dalla clinica del dottor Tinckulìnus in cui moglie e compari mi avevano fatto sedare il primate ludico,  mi rifaccio una vita sui principali social iscrivendomi ai più noti siti e pagine segretissime. Senza farlo apposta nel giro di qualche ora vedo sul mercatino che c’è il ludo-pusher ValeC pronto a vendere la sua copia di Santorini praticamente nuova….

Lo contatto nel più completo anonimato, mi presento sotto lo pseudonimo di Xabaras, tiro sul prezzo come al Banco-dei-Pugni, lui rilancia come Sagan in vista del traguardo e infine troviamo il compromesso tipo notaio al rogito. L’avete mai visto ValeC in azione? Se lo dovessero arrestare al parco per atti ludo-sceni in luogo pubblico non mi sorprenderei, ammanettato con l’impermeabile ancora aperto e le scatole di giochi penzoloni, alcune attaccate nella parte interna con il nastro adesivo, altre infilate a forza nelle tasche. 

Quando ti dai un appuntamento con lui arriva quatto quatto con la sua macchina diversamente-stationWagon, ti fa un lampo di fari se capisce che sei tu ed è sicuro che la scena è sgombra da sguardi indiscreti.
Ti avvicini e lui esce dallo sportello con occhiali neri Ray-Ban, un cappello a falda larga e l’immancabile impermeabile beige; gira intorno la macchina e da dietro apre il portabagagli…. Mentre lo raggiungi lo vedi avvolto da raggi di luce accecante che escono da sotto il portellone aperto ancora a metà. Gli arrivi affianco e finalmente capisci: l’eldorado ti tutti i giocatori e appassionati di boardgame è in quel vano portabagagli. Quella che credevi una city-car è in realtà la borsa di Mary Poppins dove lo spazio perde la sua dimensione e trova il modo di avere una capienza asintoticamente tendente ad infinito! Ci trovi scatole di grandi classici (di cui lui ha tre copie autografate dagli autori), ultime uscite fresche di stampa (di cui lui gestisce la spedizione clandestina), rare copie di Splotter Spellen ancora in beta test (che ha ricevuto direttamente dagli olandesoni per dei consigli su meccaniche di cui loro non sono proprio sicuri). 
In quel sarcofago del faraone, trovi dal giochino per il poppante, al GMT  da mega-nerd…. “Questa edizione? Si una cosetta leggera, ci ho fatto una partita che è durata 128 giorni e poi ho preferito venderla perché non so se riesco ad intavolarla di nuovo, gli altri sono tutti morti di vecchiaia o sono immobilizzati su una sedia a rotelle causa paralisi d’analisi”.

Metto la scatola nello zaino, passo le banconote, saluto e mi defilo. Già sento gli avambracci che mi prudono…. Sto per ricaderci…. Me la gusterò di brutto questa prima scatola dopo una lunga astinenza…
Lui chiude il porta bagagli riportando il buio nella strada e sgattaiola dentro l’abitacolo aggiustandosi l’impermeabile dal quale cadono un paio di titoli VM18: Exploding Kittens e Nome in codice.

SANTORINI
Il Santorini di cui vi parlo è la riedizione del 2016 (post) Kick-Starter a cura della Roxley di un gioco pubblicato nel 2004 e sviluppato dal suo autore Gordon Hamilton per quasi 30 anni. Il gioco aveva avuto la sua critica positiva  al tempo ma con questa release di materiali accattivanti e disegni figherrimi, supera le barriere della diffidenza e fa breccia nei cuori di tutti i giocatori, amanti del genere astratto e non.

Il gioco è per 2-4 giocatori (8+) ma, personalmente, esprime il suo meglio in due giocatori. In quattro si gioca a squadre, due contro due, alternandosi nelle azioni. In tre giocatori invece è leggermente affetto da King Making ma risulta più stretto e spigoloso, permettendo comunque di creare delle situazioni divertenti e intricate.

La base di gioco è una scacchiera 5x5 che si poggia su un supporto di plastica che simula uno scoglio d’isola (quella di Santorini appunto) sulla quale si andranno a costruire le inconfondibili case bianche con scale e colonne simili ai templi greci e dove le cupole sono blu come il lapislazzuli.

Ogni giocatore o squadra ha due lavoratori che a inizio partita piazza su due diverse caselle. Nel proprio turno il giocatore DEVE muovere E costruire. Se non può fare entrambe queste due azioni ha perso (in tre il giocatore viene eliminato e gli altri due continuano). Vince chi per primo sale con un lavoratore sul terzo livello di un palazzo.

Vediamo nel dettaglio le due azioni. 1) MUOVERE: il lavoratore si deve spostare su una delle 8 caselle adiacente che non sia occupata da un altro lavoratore o per raggiungere la quale non debba salire DUE livelli; i lavoratori infatti possono salire solo di un livello per mossa mentre possono scendere di quanti livelli vogliono. 2) COSTRUIRE: il lavoratore (appena mosso) deve aggiungere un livello di palazzo su una delle 8 caselle ad esso adiacenti che non siano occupate da un lavoratore o che non abbiano già una cupola. È importante impilare i livelli nel modo corretto: il primo livello è la basetta più grande con la scala di ingresso esterna; segue il secondo livello, di forma cubica; c’è poi il terzo livello, il portico con le colonne; infine va messo per ultimo il quarto livello, la cupoletta blu.

Il gioco è tutto qui: semplicissimo nelle regole base, ma molto tattico e un pizzico strategico nello svolgimento di partita; punitivo e veloce con conseguente effetto Lapo: una partita tira l’altra.
Quando si muovono i primi passi si fa un po’ fatica a capire come poter salire fino ad un terzo livello, ma bastano un paio di turni per avere tutto chiaro: devi saltellare da un tetto all’altro costruendo possibilmente sulla casella dalla quale ti sei appena spostato, cercando di bloccare l’avversario quando sta per arrivare a raggiungere un terzo livello o ancora meglio cercando di isolarlo ed allontanandolo quanto più possibile dalle costruzioni a te vicine, utilizzando in modo sinergico i tuoi due lavoratori come fossero due spartani spalla a spalla. Quando riesci ad intrappolare un lavoratore avversario in un corridoio stretto dove costruisci secondi livelli e lui non ha modo di uscire capisci che il gioco ha una bastardaggine disumana e ti si autoalimenta un propulsore di energia che non ti fa smettere di ripetere il consueto: “ne facciamo un’altra?”.

Metabolizzata la modalità basic, intervengono le carte Dei che impepano come le cozze questa zuppa di mazzolate. Ogni giocatore ad inizio partita riceve una carta divinità che gli dona un potere speciale (es. puoi costruire un livello in più nella tua azione costruzione, oppure puoi spingere via un avversario dalla sua casella durante il tuo movimento, etc.). Ci sono diversi livelli di divinità, quelli entry-level e quelli advanced. Alcuni creano delle belle combo perché si controbilanciano e contengono a vicenda, altri invece non vanno giocati insieme perché appesantiscono la partita o la rendono troppo sbilanciata per l'uno o l’altro giocatore. Infine, è disponibile nei negozio anche l’espansione del Vello D’Oro con le istruzioni già spiegate nella scatola base per ingolosire e invogliare al rapido e successivo acquisto.

Insomma, oltre a rendere meno astratto un gioco altrimenti freddo e posizionale, le carte divinità consentono di scendere nei meandri di questo labirinto di asimmetrie dove avrà la meglio chi riuscirà a seguire le mosse base adattandole correttamente al proprio potere. Occhio però che “Grandi poteri richiedono grandi responsabilità” direbbe lo zio Ben.

IL MIO PICCOLO DEO
Appena mio figlio intravede il coperchio stilosissimo e puccettoso della scatola si attacca alla mia gamba come una mosca alla colla Vape: “dai papooooo giochiamooooooo!”. A quel punto ci provo sempre  a fare finta che quel gioco non sia per lui e che non potrà giocarci, ma resisto qualche milli-secondo e con un sorriso lui è già autorizzato a unboxare o defustellare tutto.
Dentro la scatola quadrata ci sono una vagonata di blocchettini bianchi in plastica con cui LA inizia subito ad erigere piramidi altissime e senza rendermene conto ha già tirato su un grattacielo di una ventina di pezzi…. Chiaramente il finale col botto è scontato come le felpe a luglio.

Iniziamo come consigliato dal manuale con un bel po’ di partite basiche, poi via via che maturiamo punti esperienza e cicatrici iniziamo a buttare dentro pure le prime carte divinità-easy. A chiudere la trentesima partita ci bastano meno di 24 ore solari e nelle successive 48 “obblighiamo” letteralmente mia nipote Lolla e mia moglie Dani a fare da sparring partners per sperimentare la modalità gioco a tre e quattro giocatori.

Il bello di Santorini è che la semplicità del regolamento è disarmante a fronte di una profondità di manovra/costruzione enorme. Senza voler diventare dei nerd infoiati di questo gioco (studiando apserture iniziali favorevoli statisticamente o mosse “a bloccare” vantaggiose), già il semplice apprendere dall'esperienza accumulata in una sequenza di numerose partite ti regala quel senso di “avere le mani in pasta” indispensabile per poter continuare a macinare sfide sequenziali senza stanchezza.

LA sulle prime sconfitte non demorde, qualche occhio lucido si intravede ma non è più come negli anni scorsi quando ci metteva il bollino “questo gioco non lo voglio più vedere”. Ora si incattivisce, esce la parte agonistica e se sente che il regolamento è alla sua portata allora inizia a divertirsi e a diventare un osso duro.
Per battermi la prima volta gli ci sono volute circa 20 sconfitte: “si forse mi ero distratto un attimo… poi con il potere della tua divinità.... è tutto più semplice” provo ad incartargliela io ma lui continua a vincere con una certa frequenza quindi intuisco che ormai è un avversario da gestire “alla pari”.

La variabilità introdotta dalle carte divinità unitamente alla cattiveria delle partite uno-contro-uno fanno si che questo Santorini salga di diritto nell’olimpo delle nostre serate ludiche estive…. Perché non nella solita top 10?? Perché non ha quella portabilità di Hive o dei famosi giochi di carte che solitamente consumiamo sotto l’ombrellone (Bohnanza, Port Royal, Oh My Goods, Origami). Però di sicuro appena c’è una superficie piana e un po’ di spazio per trasportare la scatola, Santorini prende la sua fetta di tempo famiglia e mette sempre tutti d’accordo. APPROVED!


Se vi intrigano i giochi astratti, le sfide tra divinità e non disdegnate fracassarvi di partite a ripetizione, allora potete trovare Santorini su Playbazar.it

2 commenti:

  1. Grande gioco. Io non l'ho consumato solo perchè arrivato più o meno in contemporanea con Sagrada ed in concorrenza con Azul che è il gioco astratto che ho messo sul tavolo più volte. Il gioco è davvero molto bello, avvincente e dona partite sempre diverse. L'ho trovato non controllabile ma molto divertente anche int re. Mai giocato in 4. Io però pigramente lo sto ancora giocando senza carte !?!?!??
    e dire che le espansioni le compro sempre tutte e spessissimo finisco con il non giocarle

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    1. Eh il problema del tutto subito è proprio quello: che già giochiamo poco o niente alcuni giochi che prendono polvere sugli scaffale nel cellophane... se ci aggiungi le espansioni e tutto il resto, per giocare tutto completo ti ci vorrebbero tante serate dedicate... ma come fai????
      Confido nei nostri figli :-D (lo facciamo per loro no?!? ahahaha)

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