Banana Jones non
è il professore che vi aspettereste: è una piccola scimmia dall’aspetto buffo e
puccioso, tipo uno di quei peluches che tutte le bambine vorrebbero sul
cruscotto della propria autovettura.
Impartisce lezioni di Archeologia all’università di
Cambridge ma il suo accento è tutto tranne che british. Nel tempo libero ama
staccarsi parassiti dal sottopelo, sgranocchiarli come merendine e scovare
tesori in remoti anfratti del mondo. Si perché il piccolo primate dal cappello
Fedora, frustino e bisaccia è un incallito esploratore, segugio di reperti
unici e inestimabili che rintraccia e riporta alla luce dai posti più remoti
del pianeta al solo fine di poterne fare una bella lezione sul suo Vlog di nuova generazione.
In genere Banana gira da solo ma ultimamente gli si è
letteralmente “accollata” una
studentessa dell’ultimo anno dai capelli rossi di nome Mara, Mara Frost una ex addetta al reparto
surgelati del grande magazzino ittico IL PESCE GROSSO.
I due sono intenti a scovare un tesoro: si narra che nella foresta di Tzulan il popolo dei Brutti Musi nasconda gelosamente un idolo dorato in grado di trovare una soluzione alla calvizie maschile. Chi troverà quell’idolo potrà dire addio ad ogni lavoro diventando ricco sfondato e potendo passare il tempo a gozzovigliare e stonarsi come Lapo Elkan o Fabrizio Corona, esempi di una vita esemplare per le generazioni moderne.
Ma i due non sanno che sullo stesso tesoro hanno già messo
gli occhi anche un altro manipolo di improbabili ed improvvisatissimi
avventurieri. A capitanarli c’è l’ex Colonnello della Folgore Hillgore un baffuto uomo dal corpo nerboruto e dal
carattere spigoloso come uno shuriken!
TZULAN QUEST
Gioco per 2-5
giocatori della durata indicativa di 15/20
minuti edito dalla RedGlove
grazie allo sforzo creativo di Alessandro
Cuneo e alle matite inimitabili di penna-bianca
Guido Favaro. I giocatori
sceglieranno ciascuno un avventuriero tra gli otto disponibili e rappresentati
da una sagoma di cartoncino e una piattaforma stand-up per tenerli su. In base al numero di partecipanti vengono
pescate a caso un ammontare di tessere stanza
da posizionare sul tavolo in un percorso di forma qualsiasi che conduca dal
giocatore alla tessera Stanza
dell’altare piazzata al centro del tavolo. Su di essa va posizionata la
statuina dell’idolo dorato di Tzulan
oggetto del contendere e obiettivo da raggiungere per primi per ottenere la
vittoria.
Dal mazzo principale vengono assegnate inizialmente tre carte a testa sulle quali ci sono:
la descrizione di un EFFETTO con
relativo disegno sullo sfondo e la descrizione della CHIAVE con disegno evocativo.
Per completare il setup vengono piazzati sul tavolo i tasselli mostro, i tasselli trappola e le gemme.
Il gioco ha tre regole semplicissime: 1) peschi una carta, 2) giochi
quante azioni (effetti/chiave) vuoi, 3) se
chiudi il turno senza carte ne peschi tre. Poi passi al giocatore alla tua
sinistra. Il primo che riesce a portare il proprio stand-up fino alla tessera
pentagono centrale sarà il vincitore.
Durante il proprio turno un giocatore può giocare dalla
propria mano quante carte vuole in uno solo dei due modi possibili: come Effetto o come chiave.
L’uso della carta come CHIAVE
serve per avanzare il proprio personaggio sulla tessera stanza successiva ma
questo è possibile solo se la chiave è quella corrispondente al simbolo
riportato sulla tessera stanza: quindi con una carta-chiave-machete è possibile spostarsi da una stanza Infestata da piante rampicanti
oppure con una carta-chiave-torcia si
esce da una Stanza Buia e così via.
Tutto semplicissimo grazie all’iconografia chiarissima e alla portata anche dei
più piccoli.
L’uso alternativo che si può fare di una carta è tramite il
relativo EFFETTO: si legge il testo
e si scarta la carta eseguendo l’azione. Solitamente si tratta di interazione negativa verso un
avversario nel tentativo di far indietreggiare
la sua figura-stand-up oppure piazzando una trappola sulla stanza successiva o un mostro nella stanza dove si trova l’antagonista bersagliato.
Per potersi spostare da una stanza all’altra un personaggio
deve prima sbarazzarsi di tutti i MOSTRI
che sono tra i piedi e questo è possibile tramite apposite carta frusta o con effetti speciali. Imbattersi in una TRAPPOLA significa invece dover scartare due carte dalla propria
mano o due gemme dalla propria riserva per evitare di dover saltare il turno successivo per intero.
Chi al termine del proprio turno non ha carte in mano ne pesca TRE. Questo è un chiaro incentivo a consumarne quante più possibile interagendo e martorizzandosi a vicenda nel tentativo di avvantaggiarsi quanto più possibile danneggiando il prossimo :D
Infine, la parte più divertente del gioco: è possibile intavolare SCAMBI tra il giocatore
attivo e gli altri. Questo può comportare lo scambio di carte, il baratto di
carte per pietre e via dicendo ma tutto chiaramente a carte coperte quindi BLUFF a go go!
“Io non credo nella
magia, sono soltanto un mucchio di stupide superstizioni.” (Indiana Jones)
LA PROVA DI JONES
Questa è la settimana delle feste aziendali in vista del
Natale e ieri era il turno dell’ufficio di mia moglie così ne approfitto e
appena esce inizio a preparare il biberon per la piccola MD: la riesco ad
atterrare tipo John Chena con circa un’ora e mezza di anticipo rispetto la
routine quotidian. Mio figlio LA tira
fuori un po di boardgame per dare un
senso a quella serata tra maschi e partiamo.
Il primo giro è d’obbligo con le carte pokemon prese in edicola grazie al foraggiamento clandestino
del nonno. Tra un’evoluzione e una sfera pokè finiamo a litigare sulla moneta
che ”quando la tiro io faccio sempre
testa mentre quando la tira lui fa sempre croce!”
Il clima si fa teso perché per un bambino di 6 anni
accettare di poter perdere un pokemon evoluto non è cosa semplice da digerire,
è l’equivalente di una delusione d’amore per un quattordicenne o la macchina
graffiata per un ventenne o una mancata promozione per un trentenne… insomma
una di quelle cose che ti brucia come il bacio alla liscivia di Brad Pitt sulla
mano di Eduard Norton.
Per sdrammatizzare faccio al piccolo: “Ti va di defustellare un gioco nuovo?” e riprendo la serata alla grande!
Tzulan Quest è arrivato nello scaffale senza troppe pretese, senza aver letto molto sul gioco, solo una percezione trascendentale, dei rumors per i corridoi, dei brusii che sottovoce mi dicevano: “prendilo, prendilo, PRENDIIIILOOOOOO!” alla fine come Al Pacino con De Niro in The Heat, L’HO PRESO!
Il piccolo LA sceglie la scimmietta Banana Jones, io sono indeciso tra l’esploratrice che fa il verso a
Lara Croft oppure all’avventuriero
che sembra Ash dell’Armata delle
Tenebre. Alla fine cambio idea ed opto per un muscoloso ex marines dal baffo
rosso tipo YMCA e partiamo.
LA ha imparato a leggere da poche settimane eppure visto il poco testo e le chiarissime immagini sulle carte riesce a ricordarne gli effetti dopo
un paio di letture (con qualche mio aiutino). Alla terza/quarta stanza
giochiamo praticamente ad armi pari e non devo neanche leggergli qualche testo
qua e la per promemoria: non so se sia una sua prerogativa ma memorizza tutto
in un attimo, QUANTO VORREI AVERE LA SUA MEMORIA.
Inizia lui che dopo aver pescato gioca tutte le sue carte come
chiave avanzando il più velocemente
possibile tra le stanze che lo separano dalla vittoria: quattro avanzamenti
secchi… “CHE CULO! Ehm… che fortuna
fortunella”.Escamo io allibito. Il discorso è questo: ci sono 4 tipi di stanze
ed ogni volta che avanzi scopri la successiva quindi non è detto che tu abbia
le carte giuste per avanzare… invece lui ha una fortuna-fortunella che non ha eguali e chiude con zero carte in
mano per poi pescarne tre nuove.
Al mio turno non posso avanzare più di una stanza quindi
decido di fare l’antipatico e inizio ad usare le carte come EFFETTO piazzandogli un mostro nella
stanza in cui è arrivato e una trappola in quella successiva… lui accusa bene
ma se la lega al dito.
Al suo turno usa la frusta
per sbarazzarsi di una mummia, poi avanza con una carta chiave e infine si sbarazza della trappola scartando le
ultime due carte rimaste e così riesce anche a pescare tre nuove carte! Grande
combo!!
Quando tocca a me riesco ad avanzare di un paio di stanze, poi piazzo un altro mostro al piccolo LA che inizia ad arrabbiarsi sul serio: l’occhio è lucido ma iniettato di fiamme, sarà guerra aperta.
Dopo aver pescato fa fuori un BRUTTO MUSO che gli ostacola il cammino, poi con una carta ne pesca
altre due e con tutte quelle che ha scatena
l’inverno che sta arrivando! Mi piazza due mostri (mummia e ragno) come
bastoni tra le ruote. Poi aggiunge una trappola nella stanza successiva e come
se non bastasse avanza di una stanza. È sempre più vicino all’idolo e mi fa
sentire la pressione dei suoi attacchi.
Io dal canto mio quando pesco non ottengo mai carte chiave
che mi aiutino, non ho fruste così cerco la via della negoziazione intavolando strane storie per cercare di estorcere ad
LA le carte buone per me: lui ci sta e mi passa una carta machete, io gli passo una carta mostro, ma quando giro la sua MI HA
FREGATO! Un bluff degno di David
Copperfield, mi ha mollato una scartina tipo il due di coppe quando regna denari… CHE FETENTE! E se la ride con quegli
occhietti verdi da gatto.
Provo a sbarazzarmi di tutti quei mostri ma non c’è verso, è
come essere in un cunicolo fatto di ragnatele partorite da tarantole giganti e lasciate
li come trappole a sedimentare per secoli, generazione di ragni dopo
generazione di tarantole. Mi inseguono mummie, scappo da cerbottane nascoste
nella roccia che sputano dardi velenosi; alle mie spalle rotola un pericoloso
macigno grosso come il deltoide di Castro Giovanni. Faccio slalom tra gli
scheletri tipo Hermann Mayer li vedo riversi a terra infilzati tra le lance
arruginite, faccio attenzione a dove metto i piedi per non prendere le
mattonelle che crollano in precipizi abissali. Salto, mi abbasso, scivolo, mi
rialzo, evito, svicolo, roteo, rido, piango, vomito, sgomito, mi appendo,
arrampico, volo, precipito, afferro….
“PAPO… PAPO DAI TOCCA
ATE!” mi ridesta mio figlio dalle tante immagini rievocate nella mente per
i tanti Inidana Jone visti fin da bambino, quando bastavano una frusta, un
cappello e una sacchetta di sabbia per arrivare a prendere un idolo su un
altare e farla in barba ai Nazi della prima guerra mondiale! Ora è tutto
diverso ma per fortuna ci sono gioco veloci e interattivi come Tzulan Quest a far rivivere certe emozioni.
Per la cronaca: il piccolo LA arraffa la statuetta al turno
prima che io possa agguantarla con le mie manone… vince esultando e chiedendo
il bis… la sera chiudiamo con 5-partite-in-a-row.
Vinco per 3-2 ma la sfida a chi sia l’esploratore più incallito è solo
rimandata alla sera di Natale, con i cuginetti e gli zii per provare l’esperienza
in più giocatori e capire che spasso ne esca.
“Oh, capisco la tua confusione, tu non hai
chiara una cosa: Indiana Jones era quello con il cappello e la frusta.”
Trovate Tzulan Quest dal mio merchant preferito Playbazar.it
Grazie Per l'articolo :) Avete colto in pieno l'essenza del gioco :)
RispondiEliminaWOW *.*
EliminaGrande Alessandro! Grazie a te per aver "partorito" un gioco così divertente, mio figlio sta a mille... non mi molla... la stessa cosa fece quando portai a casa Vudù e Rush&Bash, non ha giocato ad altro per mesi e visto il successo dei suddetti, ti/vi auguro di eguagliare (o superare) certi record :))
Alla prossima
Grazie mille :) Speriamo bene :)
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