Il sabato dai nonni capitava che in
televisione ci fosse Bond, James Bond… e allora ci incollavamo tutti allo schermo, sulla RAI
ancora non c’erano le pubblicità di adesso quindi ti facevi una scorpacciata di
Sean Connery dall’inizio alla fineprimo-tempo come se non ci fosse un’altra
pellicola sulla terra.
Di tutti gli 007 il mio preferito è sempre stato “Si vive Solo 2 volte”… una cosa su cui
riflettevo spesso da piccolo perché non capivo come fosse possibile, e ancora
adesso ho qualche dubbio non lo nego!
Dopo quel film e la dipartita di Connery fu evidente la crisi con un succedersi di attori
scarsi fino al mitico Roger Moore.
Inutile dire che non sono stato né un fan di Timothy Dalton né
tantomeno dell’imbustato Pierce Brosnam… uno che recita sempre uguale sia che
faccia il sarto di panama, sia che guidi una jeep su una colata lavica, sia che
vesta in panni dell’agente doppio-zero, sia che faccia il figaccione in musical che piacciono a mamma mia ma che a me fanno venire più sonno di morfeo e di un dardo per elefanti nel gluteo.
Forse proprio per un male di vivere indotto dal maestro di
Percy Jackson è successo che quasi 10 anni fa quando ho visto il nuovo Bond
sono impazzito, mi sono sentito rinascere…
Una nuova veste al vecchio eroe britannico, un biondo
muscoloso dagli occhi di ghiaccio e dalla brutalità tipo Conan il barbaro… Daniel
Craig in Casino Royale mi ha fatto tornare bambino ai tempi dei film di Van Damme,
di Stallone, di Lundgrend, di Schwarzy… insomma di quegli adoni infoiati di
azione ai quali però mancava un pizzico di eleganza, di savoir faire che invece
eccotelo li nel nuovo Bond!
Certo non sarà stato il capolavoro del terzo millennio ma
diciamocelo, una svecchiata agli agenti scamuffi del passato ci voleva…
Cosi’ mi leggo qualche notizia e capisco che per Craig il
successo è ormai all’apice: dopo qualche filmetto che lo vedeva scarso come un
due di spade quando regna coppe, ecco la selezione per il filmettone
mainstream, un contratto milionario per tre film con clausola di rinnovo.
Mi vedo il primo capitolo arrapato come un babbuino incrociato
con una scimmia bonobo… Texas Hold’em… terrorista Santamaradona all’aeroporto,
la bond girl italiana pure lei… un finale di amore e Vesper vendetta a
venezia… insomma tutto al posto giusto ma poi….
Poi è stato il turno di Quantum of Solace…. IO QUANTUM NON L’HO
PROPRIO CAPITO!
IL GIOCO OMONIMO
Apro la scatola con mille aspettative, mi trovo di fronte ad
un foglio per configurare le partite, un regolamento di otto pagine
fronte/retro, 28+2 dadi a sei facce, 5 plance e 28 cubetti tipo quelli contagio a Pandemia.
A completare la scatola (sagomata internamente da plastica lavorata a stampo
con appositi alloggiamenti) c’è una pila di quadratoni di cartoncino bello
spesso raffiguranti spazio astrale e pianeti nebulosi.
Per leggere il regolamento ci vogliono 30 minuti massimo, se
leggete lento come me… scrivo veloce ma leggo
lento, per questo non rileggo mai i post e sono sempre pieni di errori :D
In base al numero di giocatori si configura l’universo
componendo un numero variabile di tessere, per le versioni beginners si
piazzano 9 tessere a formare un quadrato 3x3.
Su ogni quadrato c’è un numero (7,8,9,10), un pianeta al
centro con uno o due spazi per cubetti quantum e intorno 8 caselle movimento.
Scopo del gioco è piazzare in mappa il numero massimo di
cubetti quantum che viene fornito in dotazione ad ogni giocatore in base alla
configurazione della mappa iniziale.
Ad ogni giocatore un kit di 7 dadi di cui due servono come
indicatori: 1-livello di dominio/cazzutaggine intergalattica, 2-livello di ricerca. In entrambi
i casi quando il giocatore riesce ad incrementare il valore dall’1 iniziale
fino al tanto ambito sei, c’è un premio: il 6 nel dominio permette di piazzare un cubo vittoria in un qualsiasi pianeta (dove
non si abbia già un cubetto). La ricerca
invece permette di acquisire una carta avanzamento gratuita (per un bonus one-shot o permanente)
Ma gli altri dadi a che servono? Ecco in questo gioco serve
tanta immaginazione perché ogni dado sul tabellone rappresenta una navicella
spaziale… si si lo so, uno che si vede Star Wars non ci mette proprio un attimo
a capire che anche un d6 possa essere un intercettore… ma poi giocando,
sparando, muovendo, dai infondo ci può stare!
Un modo rivoluzionario di pensare ai dadi che cambiano forma
e contenuto e si adattano ad uno spazio vuoto e a pianeti galleggianti.
Al primo piazzamento si rollano ehm… riconfigurano i dadi.
Il valore di un dado indica la sua capacità di movimento sulla mappa, ma questa
è inversamente proporzionale alla sua forza visto che nei combattimenti (e vi
assicuro che qui si mena come tailandesi videolesi) vince chi totalizza il
valore più basso ottenuto sommando alle proprie navi un dado da sei (bianco in
difesa, nero per chi attacca).
Al proprio turno tre punti azione da spendere in una delle 5
azioni a disposizione: 1-rilanciare un dado; 2-schieramento per aggiungere navi
dal cimitero alla mischia; 3-muovere/attaccare (conviene sempre attaccare); 4-costruire un cubetto quantum
(consuma due azioni e si può solo con navi che totalizzino il valore del pianeta e posizionate nelle stazioni ortogonali); 5-Ricerca per avanzare il valore del dado ricerca.
LA TRAMA
La trama di Quantum of Solace non l’ho capita neanche dopo
averlo visto tre volte…. Belle le scene d’azione, gli inseguimenti sulla Aston Martin DB9,
il deserto, tutto fighissimo… però la storia non si capisce… Nel porta bagagli all’inizio
c’è il capo dell’organizzazione malavitosa, Quantum appunto… ma poi gli
intenti? Il petrolio, il cattivone con la russa… vi giuro una cosa da non
crederci!!
Sono andato su diversi siti per leggermi la trama ma niente… talmente incasinata e inconsistente che alla fine mi resta sempre un grande vuoto! Menomale che poi hanno fatto SkyFall…. Ahhhhh quello si che è un film…Abbandonata la parentesi di Bond alle prime armi e dal grilletto facile, che gira nei corridoi degli alberghi a spezzare il collo dei mal capitati; passati per la fase rinco di Quantum of Solace dove gliene succedono di tutti i colori e non ci capisce una beata fava neanche lui… Finalmente in SkyFall si arriva alla tipologia di film, bello, maledetto e senz’anima!
Inseguimento che finisce male, spiagge caraibiche per
leccarsi le ferite; bevute come se non ci fosse un fegato e scopate da ricci che
in confronto Trentalance è vergine!
Segue una serie di attentati all’MI6 e nel momento in cui Q è li li per farsela nel pannolone, ecco che ritorna il barba-incolta-Craig a salvarle la baracca…
E qui la parte più figa del film… il tempo è passato, i
riflessi sono appannati, la tartaruga imbolsita, i bicipiti un pizzico
inflacciditi. Alla prova “trazioni alla sbarra” il figaccione britannico tira
il fiato e se la cava per un pelo, trasformando il mitologico blocco di granito
Bond in un gelato cucciolone sotto il sole estivo con il doppio-biscotto-sottozero che ne risente del passaggio a stato liquido.
Un viaggio nel passato di gioventu della spia e un antagonista premio oscar Bardem che non gliele manda mica a dire… il finale è strepitoso!
Speriamo che SPECTRA non sia il solito flop tipo Sally di Beautiful ma si rimanga sui livelli del film dalla colonna sonora più bella di tutti i tempi con una insuperabile Adele!
COME GIRA QUANTUM
A differenza dell’omonimo film il gioco è tecnico, tanta
tattica, una fitta rete di manovre strette per muovere le proprie navicelle e
smollare cubetti come margherite su un prato. Le rollate spesso creano qualche
contrattempo ma le tre azioni permettono di mediare e rimediare.
La parola d’ordine come in un Bond che si rispetti è Azione, anzi Interazione! Stretti come il tonno nella scatoletta di latta, pronti a fracassarsi le ossa come grissini, ecco che i giocatori si dividono tra seminare il proprio orticello e asfaltare quello del vicino che sembra sempre più verderame!
Succede quindi che in due il gioco sia teso, ma nello stesso
tempo bilanciato e calcolatorio, si apre il fianco a qualche paralitico da
anal-isis! Ma con lo scalare dei giocatori verso i 4 l’interazione e le
combinazioni aumentano a livelli tali che è inevitabile mollare un po le redini
e navigare a visitors!
Muovi e attacci un nemico, si rollano i dadi bianco e nero e
chi fa meno vince; aumenti il dominio, l’altro ci rimette e sposta la nave in
cimitero. Poi tocca a lui, la piazza in una posizione orbitare, poi si muove e
ti riattacca… sembra di essere nella foresta dei pugnali volanti!
Bastardate e calci nelle palle sono secondi solo a pugni
sulle gengive e sigarette spente sui palmi… una rissa dopo l’altra… mentre sei
all’angolo a riprendere fiato con il secondo che ti sventola e l’altro che
prende la sputazza nel secchiello, ti arriva da dietro il Ray Misteryo del
pianeta Kepler e ti rade a zero come la patata di Lenny Barbie!
C’è QUANTUM E QUANTUM
In definitiva: il film prende un 5... decisamente insufficiente.
il gioco prende un 7,5/8: soddisfacente, rigiocabile, configurabile, scalabile, appassionante, interattivo, semplice, tattico, logico, veloce. Le carte introducono scelte non banali tra il costruirsi dei poteri stabili e il godere di occasionali vantaggi. BELLO BELLO!
Le spintonate per impedire agli altri di totalizzare il giusto e concretizzare un cubo da metà partita iniziano a diventare il modus operandi e chi vince lo deve spesso ad un errore di lettura della partita da parte del prossimo suo!
Le spintonate per impedire agli altri di totalizzare il giusto e concretizzare un cubo da metà partita iniziano a diventare il modus operandi e chi vince lo deve spesso ad un errore di lettura della partita da parte del prossimo suo!
Se dovessi dare un consiglio ad un amico gli direi: “bello piuttosto che buttare una serata a
vederti Quantum of Solace, facciamoci una partita a Quantum si vive una volta sola!... Quantum 'na solas! ahahahahaha" (scusate!)
alla solita, prima di approvare un tuo giudizio su un gioco mi tocca provarlo, dato che mi hai spacciato per "bei giochi" (anche in tempi recenti) delle CAGHE FUMANTI !!!!! hehehhe
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