La prima suoneria attacca a strillare alle 7:00 ma sono già
sveglio da due ore… la piccola MD non ne vuole sapere di dormire.
Mi trascino allo specchio che sembra molle tipo Salvador
Dali’, ma il problema non è lui, è la mia immagine che è deforme come l’urlo di
Scream ma con le occhiaie di Zio Fester.
Butto nel microonde una tazza di acqua che poi infondo un the
tramite una strizzabile bustina gialla… dopo qualche secondo arriva LA.
“Papo quando andiamo?
Dai che i cugini sono già li dobbiamo sbrigarci…” ... scuoto la testa, un brivido mi trafigge... mi ero appena appisolato!!!
Il giorno della vendemmia è sempre una festa… chiaramente non per chi
non dorme da quasi un mese visto e considerato che sollevare secchi
pieni d’uva a rischio ernia inguinale e con le gambe flaccide come il tricipite
di Milly Carlucci non è proprio indicatissimo per la salute.
Quando accendo la macchina in garage per qualche istante vedo
Peter Russo in lizza per la poltrona in Pennsylvania che respira
monossido di carbonio nella sua autovettura.
“Papo ma che facciamo
andiamo? Dai accendiiii!” … mi sveglio che ho ancora la mano sulla chiave,
ho un brivido che mi passa da un orecchio all’altro, "mi ero appisolato cavolo!" scuoto la testa e accendo.
Partiamo.
“Bello, bello, bello
quanto manca al deposito con gli aerei e i carro armati?” ogni volta che
facciamo quella strada c’è il rituale di guardare dal finestrino per vedere
quei residuati bellici nel centro demolizioni sul Raccordo!
Arriviamo a destinazione che c’è il cane Stella a darci il
benvenuti, i nipoti che giocano, mio padre mi fa: “guarda abbiamo finito tutto ieri, mi puoi aiutare giusto a torchiare ma
per il resto è tutto fatto!”… mi pizzico sulla guancia per evitare
delusioni risvegliandomi ancora nel box e con la mano sulla chiave da girare…
questa volta sembra tutto vero, autentico.. mi sa che per quest’anno me la sono
scampata!
“Dai piccolo prendi lo
zaino con i giochi, menomale che siamo stati previdenti” faccio cenno ad LA
di scaricare lo zainetto di Shrek dal sedile posteriore del macchinodonte.
La sera prima avevamo fatto una selezioni di giochi per
poter passare qualche minuto con i
cuginetti, “giusto in caso avanzi tempo” avevo
detto per non creare false aspettative… e invece vattelo a immaginare, una
giornata di sole da trascorrere in aperta campagna con l’odore del mosto a
riempire l’aria e qualche gioco a sollazzare il cervello.
SUSHIZOCK!
Partiamo con la prima scatolina-ingombro-zero: una manciata
di tessere tipo domino ma raffiguranti roll di pesce (blu) con valori positivi
o lische (rosse) con valori negativi. Cinque dadi completano la dotazione.
Sulle facce ci sono le azioni 1-prendi sushi (roll di pesce blu), 2-prendi
lisca (spina rossa), 3-ruba sushi (bacchetta blu), 4-ruba lisca (bacchetta
rossa). Quanti dadi uguali determinano se è possibile rubare (almeno 3 dadi
uguali per prendere la tessera in cima, oppure 4+ per scegliere quale prendere)
oppure la posizione di sushi o lisca da prendere dalla fila centrale piazzata
nel setup.
Mattilax parte
subito bene, prende un sushi da 5 e se la ride. LA fa altrettanto ma con i dadi riesce a prendere un sushi solo da
3. Brontolo non entra in partita,
causa 5 anni ancora da compiere e carattere spigoloso come un cubo di Rubik. Al
mio turno tiro tre volte tutti i dadi nel tentativo di rubare qualche sushi dai
tre mocciosi ma ho una sfiga nera come barbamamma e mi accontento di una lisca
del valore di -4, peggio di cosi’….
Al secondo turno,
Mattilax consolida il vantaggio con un altro sushi ma questa volta vale solo 2
mentre LA passa in modalità GrandTheftPesce
e gli spazzola il primo tassello inanellando quattro dadi con bacchette blu.
Brontolo rolla tanto per fare curriculum tra i “grandi” e prende una tessera
senza guardare i risultati dei dadi, è una lisca quindi gli altri lasciano
correre.. io non mi intrometto, devono cavarsela da soli. Al mio turno
finalmente un pezzo di pesce.
Le rollate e le scorrettezze si susseguono e di turno in
turno l’atmosfera si fa sempre più calda, complice un sole che sale a piombo
sulle nostre teste che sembra di essere tornati ai primi di agosto.
Vince LA per un soffio seguito da Mattilax ed io a pari
merito; brontolo chiude il gruppo ma senza un sorriso. È un tipo tosto :))
IL GATTO è NEL SACCO
Quando tiro fuori la scatolina partono cori da stadio: “Scusate ma ci avete mai giocato?”
domando io tanto per capire?
“No ma se ci sono dei
gattini sulla scatola…” mi rispondo praticamente in coro…
Non so cosa ci sia di arcano nei gattini da attrarre cosi’
tanto l’essere umano, sta di fatto che questo gatto è nel sacco è tutto fuorchè simpatico: un gioco di asta che
stride con i bambini come un gesso spezzato sulla lavagna alla prima ora del
lunedi’. L’aspetto della “copertina” inganna perché anche se è un gioco di
carte è comunque per un pubblico di età superiore agli 8 anni, questa volta la
scatola recita giusto! Ci avrei messo pure 10+.
Delle nove carte in mano bisogna capire quale piazzare
“coperta” sotto la rispettiva carta montepremio
per fare in modo che nel sacco resti poco o niente se non vogliamo prenderlo,
oppure resti il meglio se ci vogliamo svenare a comprarlo.
Il bello del gioco sta nel calcolare quale carta giocare in
base alla propria posizione di turno e a quanti animali sono usciti prima.
Giochino che non entusiasma perché volendolo giocare duri bisogna tenere a mente tante cose, giocandolo
light ci si ritrova a rialzare la
posta di un asta senza sapere che animali si troveranno dentro il sacco… boh… non mi convince.
Mattilax dopo un
paio di mani capisce e inizia a piacergli l’idea di mettere dei cagnacci grossi
nel sacco per scacciare i gatti “buoni” a chi si aggiudicherà il montepremi
anelato. LA invece si concentra sui
gatti dalle forme che gli piacciono, tipo quello siamese che vale 8… se non ne
ritrova almeno due in mano inizia a rompere e parte una fase “baratto” per accaparrarsene una scorta. Brontolo borbotta sottovoce ma
caratterialmente è uno che non interromperebbe a metà una partita neanche se di
mezzo iniziasse la terza guerra mondiale in diretta su DMax.
Alla fine del quarto turno arriva la chiamata al “rancio” e
chiudiamo con pochi rammarici… la scatolina non credo che avrà ulteriori
chance.
I TRE PICCOLI PORCELLINI
Se c’è una cosa che può competere con i gattini… beh sono le
favole a sfondo morale per bambini e tra queste i tre porcellini se la cantano
e se la suonano facendola da padrone come il lupo nel letto della nonna di
cappuccetto! E visto che il lupo sta sempre in giro randaggio e ramingo ecco
che i tre piccoli giocatori sono chiamati a costruire casette rollando dadi e
tentando di infilare quanti più simboli uguali per comprare il pezzo di casa
con un pari numero di maialini raffigurato sopra. Due Porte = una porta dell’appartamento
in paglia, Tre finestre = una finestra per la casa in legno, Quattro Tetti = un
tetto di pietra da aggiungere ad una capanna qualsiasi già avviata.
Si possono costruire case alte quanto si vuole ma alla fine
della partita varranno solo quelle che hanno 1 tetto. Chiaramente solo un tetto
per casa, e di porte da zero a una…. Ma le finestre… uhhh chi più ne ha più ne
metta.
È possibile mischiare pezzi di capanna di legno con paglia e
mattoni, non si guarda in faccia a nessun piano regolatore.
Se durante le rollate (tre al massimo per turno) escono due
lupi allora il giocatore non può acquistare alcun pezzo ma può scegliere un
giocatore e dopo aver soffiato sulla rondella del lupo, abbatterà tutti i pezzi
del materiale corrispondente. Bello bastardo!
LA è il più scafato e parte manzo manzo come Pino Insegno
nella pubblicità della carne in scatola Montana! Con due porte e due finestre
acquista una porta e una finestra di paglia… inizia rapido.
Brontolo rolla, ma fa quattro tetti… ok che siamo in una
favola ma non è che puoi proprio farli flottare nel vuoto questi tetti… quindi
ritenta la sorte e alla fine totalizza tre porte e due tetti.. buono per
completare una casetta con una porta di legno e un tetto di paglia. Valore
totale dell’immobile 5 punti + 2 di bonus per i vasi che sono sulla porta.
Alla fine della partita si sommano ai punti (maialini
visibili sulle tessere) delle sole case complete, anche i punti bonus per i
vasi e 1 punto aggiuntivo per ogni casetta. A questi si aggiungono i punti
delle carte obiettivo (che si possono anche non aggiungere in partite per
rookies). Chi ha più punti vince.
Mattilax recupera lo svantaggio riuscendo per tre turni
consecutivi a totalizzare sempre 4 dadi uguali, prima porta poi finestra poi
tetto… completa una casetta tutta di mattoni del valore di 12punti. Aggiunge 2
punti per essere stato il primo a completare un edificio tutto dello stesso
tipo, si sente in salvo; ma quel fetentono di LA rosica come Don Chuck Castoro
al festival della diga in legno massello: rolla due volte cattivo come un
boletus satana marcio e con tre lupi si accinge a soffiare secco contro il
cugino. Gli asfalta l’edificio di pietra azzeccando con la rotella l’unico
spicchio di sei raffigurante l’investimento più sicuro di tutti i tempi. La
tensione sale come le ultime scene di The Heat DeNiro-Pacino!
Brontolo fa da cuscinetto adiposo tra i due che se le danno
di santa ragione senza troppi sorrisetti da angioletti. Sornione come un bradipo mi abbatte due pezzi di casa in legno.
Mattilax prova a
ripagare occhio per occhio soffio per soffio ma gli scappa di prendere due
porte e pensa bene di seppellire l’ascia di guerra.
LA con un tetto e una porta di paglia fa la sua seconda
casetta.
Il gioco finisce quando si esaurisce un numero di mazzetti
pari al numero dei giocatori (3 nel caso dei cugini bucolici).
Con qualche aiuto strategico, nonostante la bagarre tra i
due grandi, il terzo piccolo vince… Brontolo sbaraglia la concorrenza come una palla
da bowling con i birilli. Grosse soddisfazioni per piccoli gamers!
Si fludifica con il gelato e le ciambelline al mosto della
nonna.
BRIVIDO! IL GIOCO PIENO DI AZIONE E DI TERRORE!!!
Con qualche chilo in più sulla pancia ci rimettiamo al
tavolo che il castello nero 3D è già stato assemblato dai marmocchi per il 70% dei
componenti; io “rabbotto” giusto
qualche spigolo e siamo pronti per partire.
I tre cuginetti vestono i panni di altrettanti bimbiminkia
che se la scorrazzano tra le stanze di un palazzo infestato dai fantasmi dove
trappole e trabocchetti mozzeranno teste o terrorizzeranno a morte i poveri
stand-up di cartone che li rappresentano.
In tutto ci sono cinque ambienti: 1-il giardino con l’ascia
che cade, 2-la sala con il pavimento che barcolla, 3-il laboratorio con un
portale-scorciatoria, 4-le segrete con uno scheletro che “scalcia”; 5-le scale con
il teschio rotolante che danno alla bara del fantasma. Chi per primo intrappola
il fantasma ha vinto.
Mattilax parte
bene ma prende un’ascia in piena testa al terzo turno e torna indietro al piede
blu.
LA con il d6 fa
sempre UNO quindi avanza più lento di
un baco da seta con un cilicio di puro cashmere!
Brontolo se la ride di brutto quando vede la sua miniatura
saltare in aria dopo che il teschietto è passato dalla mia mano alla bara, è
entrato nell’edificio ed è uscito nella stanza dove si trova facendo tremare
sotto i suoi piedi il pavimento.
Questo gioco credo di averlo ricevuto da BabboNatale quando
avevo 8-9 anni… a conti fatti dovrebbe avere circa 30 anni suonati… e la
scatola li dimostra tutti… gli spigoli sono rosicchiati dal tempo come se un
gruppo di topi mannari avesse fatto incetta di cartone.
I lati sono tutti
tenuti insieme da scotch di pessima
qualità e appiccicati ad cazzum canis che quasi mi sembra di rivedere le mie
piccole manine che stampavano li come capitava quei pezzetti appiccicosi di
nastro trasparente bianco!
I componenti sono quelli originali, non manca un pezzo, l’edificio
è composto da due parti che si uniscono scorrendo l’una sull’altra e tenute
insieme da dei fragilissimi punti di blocco.
C’è voluta tutta la mia pazienza
per non romperli quando, una volta terminata la partita, si correva a mangiare pane e nutella o a bere un succo
di frutta appena imbottigliato dalla nonna! Eppure eccola li quella scatola “maledetta”,
immortale al tempo… quanta gente si è vista passare di fianco, quante notti
passate nei vari box delle varie case, nei vari traslochi, nei bustoni e nei
portabagagli di almeno una mezza dozzina di macchine…
Quante ne potrebbe
raccontare quella scatola. E ora è li che gioca con i miei piccoli amori, che
bello.
Vince LA che sale le scale a due a due dopo essersi tolto la
maschera del terrore per la terza volta consecutiva, girando la rotella con
delle schicchere che fanno risuonare il rumore di unghia e plastica per tutta
la campagna circostante.
Il fantasma è intrappolato di nuovo, fino alla prossima
evocazione!
COLORETTO
Sto quasi per chiudere tutto quando dallo zainetto cade giù
la scatolina con il camaleonte verde…
“Dai zio, un’ultima partita, dai dai daiiiii” mi gridano
strattonandomi i due marmocchi di famiglia.
Le regole le conoscono, ci abbiamo già giocato, cosi’
setuppare e iniziare è un attimo.
Si aggiunge anche mio cognato che di suo non guarda in
faccia nessuno e punta a vincere per farla in barba al blogger di famiglia.
Su tutti alla fine la spunta Mattilax che fa tre mazzi da 5
camaleonti e uno solo da due in negativo. Un maestro della mimesi!
OKIYA
Le ombre iniziano a farsi più lunghe, il caldo lascia il
posto ad un tiepido vento che arriva da nord a coccolarci tra gli alberi.
“Dai PG ora si gioca in due” e piazzo le tessere che
richiamano oriente e cultura nipponica.
Un forza quattro in chiave botta-e-risposta dove l’ultima
mossa di uno diventa condizione vincolante per l’altro.
“Un giochino simpatico” mi dice PG alla terza partita, la
bella, quella che vinco senza pietà “ma da te mi aspetto di meglio!” mi fa lui
con fare istigatorio!
Ed ecco che tiro fuori dalla manica della maglietta un asso
che gioco ogni volta che posso…
HIVE
Il gioco del ragno e dell’ape nel giorno della vendemmia ci
sta come il peto col piscio, come il piede col pallone, come il sangue con la
chianina!
Spiego al volo le regole che quel proto-nerd di mio cognato
metabolizzano in tempo reale tipo reportistica direzionale!
La prima partita è quasi una demo, ma non mi sottraggo dal
piacere di “ingroppargli” l’ape con il mio coleottero-siffredi! La blocco in
posizione e con le formiche la circondo…. UNO A ZERO! Gli bisbiglio nell’orecchio…
“Si si… invertiamo i colori e ti faccio nero!” il bianco
passa a lui :D
Alla seconda mossa cala
l’ape maia, io aspetto più che posso e alla quarta faccio altrettanto. Si passa
al medio gioco. Lui sfrutta bene la coccinella che si muove agile tra gli spazi
lasciati vuoti dalle cavallette.
Io cerco di temporeggiare facendomi largo con un ragno
ballerino come il giuda di Dylan ma lui risponde di zanzara, clonando da uno scarabeo e inchiodandomi
come Cristo alla croce. La mia regina si sente accerchiata tipo Van Damme nel ’93
ma senza Bonneville per sgattaiolare via. Il cerchio si stringe tipo mutanda
col sospensorio di DeSica e alla fine nel tentativo di salvarmi affianco la mia regina alla sua
ma è un massacro: la partita si trasforma in una guerra fredda di sorbetto di
nervi e sudore di crampi: io sposto, lui rimpiazza, io scanso, lui blocca le
mosse e mi impedisce di allontanarmi. Come all’inizio di un libro, capitolo!
IL RIENTRO
Al rientro c’è sempre una fila che non c’entra con l’abbigliamento
da tennis e quasi mi pento ogni volta di non essere ripartito dopo pranzo… ma
quel sole, quelle piante, quelle scatole sono cosi vere, cosi’ perfette che
interrompere un tale incantesimo sarebbe un incubo...
“Papo… ma allora che
fai la accendi la macchina?” mi sveglio di nuovo con un brivido freddo
sulla schiena… nel box, in macchina, la
mano sulla chiave… ancora le 8:00 di domenica… Giro la chiave e parto... ci
aspetta un grande giorno.
con BRIVIDO spacchi di brutto. Lo avevo da piccolo .. ahah ah piccolo io ? ebbene si !! con B. ci ho passato interi pomeriggi fino a consumare ogni singolo pezzo o ingranaggio (elementare): alabarda che casca, pavimento traballante, teschio che cade. Con HIVE poi hai il mio iper feecback (anche se preferisco il base, senza le espansioni .. sembra uno zoo piuttosto che una partita a scacchi. Su Coloretto beh ?? quando peschi e devi mettere un cacchio di jolly da qualche parte e qualunque parte lo metti .. vince quell'altro AAARGHHH tutti maledetti i camaleonti ! mitico Albo .. io ti ho proposto come ospite a Romics prossime edizioni !
RispondiEliminaehhhh la peppa ... ospite io? ma se sono un looser? ahahaha..
Eliminatroppo buono Leo!
Brivido è proprio un salto spazio tempo nella mia infanzia.. se poi ci metti cluedo e trivial credo che mi metto a piangere anche da subito ahahahah.
Hive e gli scacchi... dei brutti tunnel raga.. meglio girare alla larga.
Coloretto è un "dito" come dicono dalle mie parti... la coperta è corta come i pantaloni degli hipsters e devi fare i conti con rimorsi e rimpianti.. tutte le volte... una tortura medievale :D
Cmq a lucca Spacchiamo gli stand tu, Kuldran, il mago ed io... ne resterà neanche uno ;())))
Che bello Brivido!!! Un vero tuffo nel passato... quanti bei ricordi... poi Cluedo, Trivial, Risiko.... per me anche Crack, Master Quiz e il Subbuteo... bei ricordi !!!
RispondiEliminaA Lucca senza di me che vi controllo non fate troppi casini ok? :D
Brivido l'ho devastato da bambino, non è rimasto nulla intero. Ogni scalino dell'ultimo ostacolo era sudatissimo, stavi lì con il sudore sulla fronte sperando non uscisse un teschio !!!!! Nel mio caso Hotel, Crack, Squalo Attack e lui, il principe, l'imperatore honoris causa: RISIKO !!!!!!
RispondiEliminaZio, a Lucca mi porto dietro pure Leonerd, sto giro me sa che mi toccherà redigere testamento dato che staremo lì nei giorni più tranquilli !!!!!!
... siamo finiti!
EliminaDopo Essen arriveranno tutte le prove su strada del 99% dei giochi che vogliamo "provare"...
siamo finiti!