Il nuovo scooter va che è una meraviglia con i suoi 300cc e
quell’aspetto da robbottone giapponese.
Attenzione a chiamarlo MOTO però perché anche per uno che se
l’è comprato ma che fino a qualche tempo fa era (e rimarrà per sempre) un
ducatista desmodromico, l’associazione Scooterone con la parola MOTO suscita l’effetto
di un Rottweiler ad un gatto siamese: pelo dritto sulla schiena e salto di scatto verso l’altro con urlo e
graffio assicurati!
Certo in un centro urbano come Roma anche i polsi vogliono la
loro parte e ritrovarseli al posto loro dopo un rietro a casa non è male se
confrontato con quando scendendo dalla sella della tua rossa fuoco ti sentivi
un centauro ma pronto per i giochi paralimpici visto che non avevi più le braccia.
Semi manubri di acciaio, sospensioni da gara e 2 centimetri scarsi di sella in
neoprene riducevano la comodità ad un miraggio nel Sahara. Quindi ok, meno
rombo, meno freno motore, meno spalla del pneumatico consumata ma molto più
comfort e facitlità di riportare le vertebre a casa.
Moto o scooter comunque il risultato cambia poco: sempre a correre
contro il tempo, il mezzo non conta, conta solo il manico e che c’è sempre troppo da fare e
gli spazi da coprire sono troppo congestionati dal traffico.
QUANDO ARRIVA IL VENERDI
QUANDO ARRIVA IL VENERDI
Esco di casa alle 22:00, sento Cissinho per capire come sta
messo. Lui mi fa: “Con Steteo abbiamo appena iniziato Pochi acri di neve, vieni tranquillo per quando arrivi abbiamo
finito” ma la cosa mi puzza come una merda pestata quando sali in metro! Arrivo
da Steteo alle 22:15… l’idea che possano aver finito non mi passa neanche nell’anticamera
del cervello, ma dover attendere fino a mezzanotte stando li a guardarli come
il fratellino minore che fa da guardaspalle
alla sorella quattordicenne al suo primo appuntamento con un arrapatissimo
ventenne…. Beh quella la chiamerei proprio una gran ROTTURA DI CAZZO! (e ho usato un eufemismo).
I due compari giocano come se non esistessi, mischiano il
loro mazzo non finendo mai di ricordare le similitudini con il GRANDISSIMO
DOMINION… io navigo su facebook ridendo anche dei MEME più demenziali… ogni
tanto butto li un mi piace su immagini a caso…. Ammazzo il tempo che si ostina
a passare lento come il bradipo dell’era glaciale. Mi faccio un caffè, bevo
qualche bicchiere di Chouffe, vado al bagno, chatto su Whatsapp, spero nel
miracolo ma guardo l’orologio e sono passati solo altri 5 minuti… prego in un
colpo di sonno o in un colpo di infarto… niente nessuno dei tre stramazza al
suolo per avere un gancio e intavolare un altro gioco.
ALBO è READY-VIVO
Alla fine su wikipedia approfondisco la tecnica della morte
apparente degli opossum, studio la pratica del battito rallentato intavolando
qualche simulazione, Cissinho e Steteo sono intenti a contendersi Pemaquid, non
si accorgono delle mie prime prove di arresto cardiaco. Alla terza do il meglio
di me rantolando come un ventriloquo e agitando le gambe tese verso l’altro
dopo aver rovinosamente colpito il pavimento con la nuca… deve essere stato al
mio ottavo tentativo che hanno capito che forse mi stavano veramente perdendo
(o forse era la cent’unesima bestemmia che li ha distolti dal gioco) quindi dopo un “Oh ma non ti avevo
detto che quando rimescolavi dovevi rimettere dentro le carte città” e un “Dai
che mi manca di conquistare la mia ultima città, però prima devo togliermi
dalle palle il tuo assedio…” finalmente la loro partita finisce e con essa arriva
il nuovo giorno.
Albo3: “Taccivostri vi odio con tutta la mia bile verde, vorrei
azzannarvi il naso come Hannibal ma non vorrei rovinare il sapore della birra
che mi piace tanto. Se alle 24:30 me ne dovessi andare come detto… adesso
dovrei alzarmi ed andarmene. Il che vorrebbe dire che lunedì vi trovereste le
ruote squarciate delle rispettive auto e le scrivanie in ufficio incendiate con
la benzina verde! Se tanto mi da tanto le cose sono due: o vi ammazzo adesso e
mi tolgo il pensiero oppure tiriamo fino a che mi tolgo la sete e allora non
voglio sentire di sveglie che suonano alle 7:00”.
Le minacce devono essere state convincenti perché i due mi
hanno datp carta bianca sul gioco, opto per THE KING IS DEAD visto che mi hanno
ucciso il morale.
LA TAVOLA ROTONDA: TUTTI GIU' PER TERRA
Gioco per 2-4 giocatori rivisitazione di un famoso King of Siam ma questa volta ambientato
nella Gran Bretagna dove Re Artù ha appena tirato le quoia e le tre fazioni di Gallesi, Scozzesi e Romano-Britannici
se le danno per conquistarsi la tanto contesa isola. Si sa che tra i tre
partecipanti c’è sempre un quarto che gode di straforo: i Sassoni un po spappari e un po frufrù non se ne stanno dietro il buco della porta a farsi le seghe
come Alvaro Vitali ma sono sempre
pronti a conquistare e razziare nel caso i tre galli del pollaio non trovino
chi ce l’abbia più lungo.
Nella bellissima scatola, che si apre tipo scrigno e che
chiusa nella libreria sembra quasi un libro, c’è un tabellone con raffigurata
la gran bretagna e le sue principali 8 regioni. Su ogni regione vengono
distribuiti 4 cubetti a caso rappresentanti le fazioni dei tre eserciti in
lizza per il potere. Intorno al tabellone vengono piazzate negli appositi spazi
“round” le 8 carte raggiuranti le regioni dove si disputeranno volta per volta
le lotte al potere.
I giocatori interpretano il ruolo di burocrati senza scrupoli
che manipolando le occupazioni sulle
diverse regioni dovranno “prevedere”
chi delle tre potenze prenderà il dominio del regno alla fine degli 8 round.
Il gioco si basa tutto sulle maggioranze e su turni durante i quali ogni giocatore sceglie se
giocare una delle sue carte o passare. Ogni carta giocata produce un effetto (spostare cubetti da una
regione all’altra, piazzare cubetti in una o più regioni, invertire le carte “round”
) al termine del quale il giocatore preleva
un cubetto di un colore a scelta da una regione a scelta.
A fine round se nella regione indicata dalla rispettiva carta intorno il tabellone c’è la maggioranza di cubetti di una fazione, viene aggiunto il dischetto fazione del colore corrispondente altrimenti si piazza il dischetto dei sassoni.
Si prosegue così per tutte le 8 carte round e alla fine si
vede quale fazione ha la maggioranza sull’isola. Se i sassoni conquistano la
loro 4 regione, il gioco termina per sudden-death degli spappari.
E i giocatori? Nel caso una delle tre fazioni abbia ottenuto il controllo maggioritario sulla GranBretagna, vince il giocatore che ha collezionato più cubetti di quel colore; se il finale è arrivato per invasione sassone allora vince il giocatore che ha il maggior numero di tris-cubetti di colore diverso.
GIOCO CAMALEONTICO
Cissinho con la sua retina nuova di pacca vede in anticipo
le mosse di noantri babbani, ha sempre tre carte più di noi, passa al suo turno
per metterci nella condizione di dover giocare o perdere il vantaggio. La
regola infatti vuole che a parità di cubetti fazione, vince chi ha giocato carta azione
per [ultimo] primo quindi è sempre un “gioco o non gioco”?
Io finisco le carte azione quando mancano ancora due carte round, un errore di inesperienza che neanche un quattordicenne alla sua prima
scopata avrebbe sprecato tutte le cartucce con tanta foga.
Steteo tira dritto per la sua, coalizzandosi di tanto in
tanto con Cissinho per asfaltare il pollo al tavolo che chiaramente sono io, ma
giocare col fuoco spesso lascia qualche bruciatura qua e la e quando Stet pensa
di aver ipotecato ormai la vittoria ecco che Cissinho arriva in takle scivolato
e gliela strappa da sotto il naso: gli Scozzesi (i blu) prendono il dominio
della Gran Bretagna e Cissinho con i suoi 6 cubetti blu contro i 4 di Steteo e
i miei 3 vince facile la sua partita.
La durata contenuta della partita ci obbliga ad un secondo
round: questa volta siamo tutti più agguerriti e chiaramente sia Steteo che io
remiamo contro l’usurpatore Cissinho.
La sorte però fa si che la distribuzione dei cubetti sia particolarmente strana. Nel Deva iniziano a mobilitarsi ingenti forze Gallesi e Romano-Britanniche. Invertendo le carte “round” intorno il tabellone facciamo si che quella regione si sguarnisca di Scozzesi e resti confinata in un oblio giallo-rosso.
Steteo prova a bilanciare i suoi cubetti spingendo per il
ribaltone Sassone ma Cissinho è un abile ruffiano di opinione pubblica e gira
che ti rigira sobilla i Romano-Britannici iniziando a prendere i loro cubetti
come granturco per una gallina in dopo lo sciopero della fame.
Il simbolismo allegorico con cui Cissinho ostenta i suoi
cubetti in segno (fallico) di vittoria la dice lunga su dove ce l’abbia
piazzato alla fine di una partita che sembrava vinta ma che resta aperta fino
all’ultimo piazzamento.
IO RIFLETTO
Di questo The King Is Dead ne avevo sentite tante, in
generale sempre pareri positivi: la mia opinione è che sia un gioco veramente
bello! Un camaleonte come mi piace chiamarlo perché riesce a trasformarsi da
gioco tattico-scacchistico a gioco strategico e brucia cranio se lo si gioca in
due in tre o in quattro giocatori.
In due è una guerra di nervi, un coprirsi e attaccare, un
restare nell’ombra dell’altro per non perdere terreno e tentare di fregarlo in
volata con la scia.
In tre a mio avviso è l’apoteosi del gioco: strategico e
punitivo, non scappi a meno di sbavature avversarie. Due fermano il terzo che
fugge ma si guardano le spalle per non scoprirsi. Un errore ti può
compromettere l’intera partita, ma durando 30/40 minuti hai sia modo di rifarti
con un altro match, sia di vivere quel trauma come qualche cosa di superabile.
In quattro si gioca in modalità a squadre, due contro due. Ma la coppia non può parlare, suggerirsi le mosse e alla fine ci vuole intesa e conoscenza reciproca per primeggiare.
Veramente un titolo che non può mancare nella scaffalatura
di un gamer e che anche nella sua precedente versione (Steteo ha tutto il
vintage che si vuole) merita veramente grandi elogi!
FINALE AMARO
“Ragazzi se vinciamo contro il gioco me ne vado contento,
altrimenti con tutto quello che mi avete fatto aspettare per iniziare sarà
comunque una serata dimmmerda medda medda!” faccio io con un sorrisetto tra i
denti che cela malizia e nello stesso tempo paura e sconforto.
Non sono mai riuscito a finirlo sto cavolo di giochino di
carte e inizia veramente a pesarmi.
Con Cissinho e Steteo le regole volano via in un secondo e
siamo già nel vivo.
Sul finale ci crediamo, siamo li li che speriamo, contiamo,
rimuginiamo, ci rimproveriamo, ce la mettiamo tutta…. MA NIENTE! Porcoboia ci
rimangono CINQUE CARTE! Il gioco ride di noi! Maledetto avrò la mia vendetta in
questa vita o nell’altra…
Trovate The King is Dead e The Game come sempre su Playbazar.it
Grande Albo, strafelice che tu sia tornato tra noi! Non potevamo lasciarci a Venetia e chi legge BGF sa a cosa mi riferisco. Bella serata come sempre, anche se stavolta a scaglioni e quindi a scoglioni per chi costretto a vouyeurismo ludico.
RispondiEliminaSempre valido AFAOS, alla faccia dell'Halifax Hammer che nessuno dei due ha provato, secondo me un must have da 40 partite subito e poi 2/3 l'anno. Sono contento sia piaciuto anche the king is dead, un gioiellino che offre tre esperienze di gioco diverse in funzione del numero di giocatori: cattivo alla morte in 2, diplomatico in 3, scopone scientifico in 4, il tutto in una scatoletta che in tempi non sospetti aveva il nome di the king of siam e costava 20 euro...
ops ho omesso di commentare the game, lo faccio subito:
Eliminamallanimadelimejoxxxxstofijodenaxxxxxmavaffa....
ovvero come dicono ad Oxford un fillerino rilassante per chiudere la serata in compagnia.
ahahahahaaah :)))
Eliminacisuadestogiochinodemm***
Bellissimo report Albo e ca@@o finalmente si torna a giocare!!!!!
RispondiEliminaLa descrizione del tuo scazzo in attesa della fine dell'assedio di Pemaquid è da incorniciare ah ah ah ah
A few acres mi piace e mi è sempre piaciuta l'idea di mixare deckbuilding e wargame, peccato che l'HH abbia abbassato di molto il giudizio medio di questo gioco, io non l'ho mai letta nel dettaglio e non avrei manco la pazienza e il tempo per padroneggiarla però è purtroppo una spada di Damocle che c'è e di cui non si può far finta di niente.
The king is dead è fichissimo, quoto tutto quello detto dai compari, è il gioco che conosco che cambia di più al variare del numero dei giocatori rimanendo sempre fichissimo! Far scazzottare gli avversari risparmiando carte non ha prezzo!!! :D
The Game simpatico, credo difficiletto da risolvere, il classico titolo che ti fa imbestialire e fai una partita dietro l'altra finchè non lo finisci hi hi hi