lunedì 10 ottobre 2016

Morte al Re!


Penso: “Sono sempre in ritardo!” e giro verso il basso la manopola del gas.
Il nuovo scooter va che è una meraviglia con i suoi 300cc e quell’aspetto da robbottone giapponese.
Attenzione a chiamarlo MOTO però perché anche per uno che se l’è comprato ma che fino a qualche tempo fa era (e rimarrà per sempre) un ducatista desmodromico, l’associazione Scooterone con la parola MOTO suscita l’effetto di un Rottweiler ad un gatto siamese: pelo dritto sulla schiena  e salto di scatto verso l’altro con urlo e graffio assicurati!
Certo in un centro urbano come Roma anche i polsi vogliono la loro parte e ritrovarseli al posto loro dopo un rietro a casa non è male se confrontato con quando scendendo dalla sella della tua rossa fuoco ti sentivi un centauro ma pronto per i giochi paralimpici visto che non avevi più le braccia. Semi manubri di acciaio, sospensioni da gara e 2 centimetri scarsi di sella in neoprene riducevano la comodità ad un miraggio nel Sahara. Quindi ok, meno rombo, meno freno motore, meno spalla del pneumatico consumata ma molto più comfort e facitlità di riportare le vertebre a casa.

Moto o scooter comunque il risultato cambia poco: sempre a correre contro il tempo, il mezzo non conta, conta solo il manico e che c’è sempre troppo da fare e gli spazi da coprire sono troppo congestionati dal traffico.

QUANDO ARRIVA IL VENERDI
Esco di casa alle 22:00, sento Cissinho per capire come sta messo. Lui mi fa: “Con Steteo abbiamo appena iniziato Pochi acri di neve, vieni tranquillo per quando arrivi abbiamo finito” ma la cosa mi puzza come una merda pestata quando sali in metro! Arrivo da Steteo alle 22:15… l’idea che possano aver finito non mi passa neanche nell’anticamera del cervello, ma dover attendere fino a mezzanotte stando li a guardarli come il fratellino minore che fa da guardaspalle alla sorella quattordicenne al suo primo appuntamento con un arrapatissimo ventenne…. Beh quella la chiamerei proprio una gran ROTTURA DI CAZZO! (e ho usato un eufemismo).

I due compari giocano come se non esistessi, mischiano il loro mazzo non finendo mai di ricordare le similitudini con il GRANDISSIMO DOMINION… io navigo su facebook ridendo anche dei MEME più demenziali… ogni tanto butto li un mi piace su immagini a caso…. Ammazzo il tempo che si ostina a passare lento come il bradipo dell’era glaciale. Mi faccio un caffè, bevo qualche bicchiere di Chouffe, vado al bagno, chatto su Whatsapp, spero nel miracolo ma guardo l’orologio e sono passati solo altri 5 minuti… prego in un colpo di sonno o in un colpo di infarto… niente nessuno dei tre stramazza al suolo per avere un gancio e intavolare un altro gioco.

ALBO è READY-VIVO
Alla fine su wikipedia approfondisco la tecnica della morte apparente degli opossum, studio la pratica del battito rallentato intavolando qualche simulazione, Cissinho e Steteo sono intenti a contendersi Pemaquid, non si accorgono delle mie prime prove di arresto cardiaco. Alla terza do il meglio di me rantolando come un ventriloquo e agitando le gambe tese verso l’altro dopo aver rovinosamente colpito il pavimento con la nuca… deve essere stato al mio ottavo tentativo che hanno capito che forse mi stavano veramente perdendo (o forse era la cent’unesima bestemmia che li ha distolti dal gioco) quindi dopo un “Oh ma non ti avevo detto che quando rimescolavi dovevi rimettere dentro le carte città” e un “Dai che mi manca di conquistare la mia ultima città, però prima devo togliermi dalle palle il tuo assedio…” finalmente la loro partita finisce e con essa arriva il nuovo giorno.
Albo3: “Taccivostri vi odio con tutta la mia bile verde, vorrei azzannarvi il naso come Hannibal ma non vorrei rovinare il sapore della birra che mi piace tanto. Se alle 24:30 me ne dovessi andare come detto… adesso dovrei alzarmi ed andarmene. Il che vorrebbe dire che lunedì vi trovereste le ruote squarciate delle rispettive auto e le scrivanie in ufficio incendiate con la benzina verde! Se tanto mi da tanto le cose sono due: o vi ammazzo adesso e mi tolgo il pensiero oppure tiriamo fino a che mi tolgo la sete e allora non voglio sentire di sveglie che suonano alle 7:00”.
Le minacce devono essere state convincenti perché i due mi hanno datp carta bianca sul gioco, opto per THE KING IS DEAD visto che mi hanno ucciso il morale.

LA TAVOLA ROTONDA: TUTTI GIU' PER TERRA
Gioco per 2-4 giocatori rivisitazione di un famoso King of Siam ma questa volta ambientato nella Gran Bretagna dove Re Artù ha appena tirato le quoia e le tre fazioni di Gallesi, Scozzesi e Romano-Britannici se le danno per conquistarsi la tanto contesa isola. Si sa che tra i tre partecipanti c’è sempre un quarto che gode di straforo: i Sassoni un po spappari e un po frufrù non se ne stanno dietro il buco della porta a farsi le seghe come Alvaro Vitali ma sono sempre pronti a conquistare e razziare nel caso i tre galli del pollaio non trovino chi ce l’abbia più lungo.
Nella bellissima scatola, che si apre tipo scrigno e che chiusa nella libreria sembra quasi un libro, c’è un tabellone con raffigurata la gran bretagna e le sue principali 8 regioni. Su ogni regione vengono distribuiti 4 cubetti a caso rappresentanti le fazioni dei tre eserciti in lizza per il potere. Intorno al tabellone vengono piazzate negli appositi spazi “round” le 8 carte raggiuranti le regioni dove si disputeranno volta per volta le lotte al potere.
I giocatori interpretano il ruolo di burocrati senza scrupoli che manipolando le occupazioni sulle diverse regioni dovranno “prevedere” chi delle tre potenze prenderà il dominio del regno alla fine degli 8 round.
Il gioco si basa tutto sulle maggioranze e su turni durante i quali ogni giocatore sceglie se giocare una delle sue carte o passare. Ogni carta giocata produce un effetto (spostare cubetti da una regione all’altra, piazzare cubetti in una o più regioni, invertire le carte “round” ) al termine del quale il giocatore preleva un cubetto di un colore a scelta da una regione a scelta.

A fine round se nella regione indicata dalla rispettiva carta intorno il tabellone c’è la maggioranza di cubetti di una fazione, viene aggiunto il dischetto fazione del colore corrispondente altrimenti si piazza il dischetto dei sassoni.
Si prosegue così per tutte le 8 carte round e alla fine si vede quale fazione ha la maggioranza sull’isola. Se i sassoni conquistano la loro 4 regione, il gioco termina per sudden-death degli spappari.

E i giocatori? Nel caso una delle tre fazioni abbia ottenuto il controllo maggioritario sulla GranBretagna, vince il giocatore che ha collezionato più cubetti di quel colore; se il finale è arrivato per invasione sassone  allora vince il giocatore che ha il maggior numero di tris-cubetti di colore diverso.

GIOCO CAMALEONTICO
La prima partita è interlocutoria, per capire se è tutto chiaro ma le regole sono talmente semplici che si riesce a concentrarsi sui propri obiettivi fin da subito. Io inizio con due cubetti gialli quindi la cosa più ovvia mi sembra quella di far vincere i Romano-Britannici. Ma la partita in TRE è una guerra a fermare il leader solitario: i due rimanenti si coalizzano per spezzare le gambe a quello che tenta la volata. Cissinho e Steteo iniziano a spingere per far vincere i Gallesi (i rossi). Provo a quel punto a cambiare strategia, tifando in cuor mio in un ribaltone dei sassoni e cercando di mettere i bastoni tra le ruote agli altri due rivali.
Cissinho con la sua retina nuova di pacca vede in anticipo le mosse di noantri babbani, ha sempre tre carte più di noi, passa al suo turno per metterci nella condizione di dover giocare o perdere il vantaggio. La regola infatti vuole che a parità di cubetti fazione, vince chi ha giocato carta azione per [ultimo] primo quindi è sempre un “gioco o non gioco”?
Io finisco le carte azione quando mancano ancora due carte round, un errore di inesperienza che neanche un quattordicenne alla sua prima scopata avrebbe sprecato tutte le cartucce con tanta foga.
Steteo tira dritto per la sua, coalizzandosi di tanto in tanto con Cissinho per asfaltare il pollo al tavolo che chiaramente sono io, ma giocare col fuoco spesso lascia qualche bruciatura qua e la e quando Stet pensa di aver ipotecato ormai la vittoria ecco che Cissinho arriva in takle scivolato e gliela strappa da sotto il naso: gli Scozzesi (i blu) prendono il dominio della Gran Bretagna e Cissinho con i suoi 6 cubetti blu contro i 4 di Steteo e i miei 3 vince facile la sua partita.
La durata contenuta della partita ci obbliga ad un secondo round: questa volta siamo tutti più agguerriti e chiaramente sia Steteo che io remiamo contro l’usurpatore Cissinho.

La sorte però fa si che la distribuzione dei cubetti sia particolarmente strana. Nel Deva iniziano a mobilitarsi ingenti forze Gallesi e Romano-Britanniche. Invertendo le carte “round” intorno il tabellone facciamo si che quella regione si sguarnisca di Scozzesi e resti confinata in un oblio giallo-rosso.
Steteo prova a bilanciare i suoi cubetti spingendo per il ribaltone Sassone ma Cissinho è un abile ruffiano di opinione pubblica e gira che ti rigira sobilla i Romano-Britannici iniziando a prendere i loro cubetti come granturco per una gallina in dopo lo sciopero della fame.
Il simbolismo allegorico con cui Cissinho ostenta i suoi cubetti in segno (fallico) di vittoria la dice lunga su dove ce l’abbia piazzato alla fine di una partita che sembrava vinta ma che resta aperta fino all’ultimo piazzamento.

IO RIFLETTO
Di questo The King Is Dead ne avevo sentite tante, in generale sempre pareri positivi: la mia opinione è che sia un gioco veramente bello! Un camaleonte come mi piace chiamarlo perché riesce a trasformarsi da gioco tattico-scacchistico a gioco strategico e brucia cranio se lo si gioca in due in tre o in quattro giocatori.
In due è una guerra di nervi, un coprirsi e attaccare, un restare nell’ombra dell’altro per non perdere terreno e tentare di fregarlo in volata con la scia.
In tre a mio avviso è l’apoteosi del gioco: strategico e punitivo, non scappi a meno di sbavature avversarie. Due fermano il terzo che fugge ma si guardano le spalle per non scoprirsi. Un errore ti può compromettere l’intera partita, ma durando 30/40 minuti hai sia modo di rifarti con un altro match, sia di vivere quel trauma come qualche cosa di superabile.

In quattro si gioca in modalità a squadre, due contro due. Ma la coppia non può parlare, suggerirsi le mosse e alla fine ci vuole intesa e conoscenza reciproca per primeggiare.
Veramente un titolo che non può mancare nella scaffalatura di un gamer e che anche nella sua precedente versione (Steteo ha tutto il vintage che si vuole) merita veramente grandi elogi!

FINALE AMARO
A ridosso delle 2:30 la voglia di tirare lunghi non è ancora finita così estraggo dalla tasca della giacca la maledetta scatolina di THE GAME!
Ragazzi se vinciamo contro il gioco me ne vado contento, altrimenti con tutto quello che mi avete fatto aspettare per iniziare sarà comunque una serata dimmmerda medda medda!” faccio io con un sorrisetto tra i denti che cela malizia e nello stesso tempo paura e sconforto.
Non sono mai riuscito a finirlo sto cavolo di giochino di carte e inizia veramente  a pesarmi.
Con Cissinho e Steteo le regole volano via in un secondo e siamo già nel vivo.

Le carte si succedono veloci, quasi tutti giochiamo 2 carte sole, quasi mai tre o quattro.
Sul finale ci crediamo, siamo li li che speriamo, contiamo, rimuginiamo, ci rimproveriamo, ce la mettiamo tutta…. MA NIENTE! Porcoboia ci rimangono CINQUE CARTE! Il gioco ride di noi! Maledetto avrò la mia vendetta in questa vita o nell’altra…



Trovate The King is Dead e The Game come sempre su Playbazar.it

4 commenti:

  1. Grande Albo, strafelice che tu sia tornato tra noi! Non potevamo lasciarci a Venetia e chi legge BGF sa a cosa mi riferisco. Bella serata come sempre, anche se stavolta a scaglioni e quindi a scoglioni per chi costretto a vouyeurismo ludico.
    Sempre valido AFAOS, alla faccia dell'Halifax Hammer che nessuno dei due ha provato, secondo me un must have da 40 partite subito e poi 2/3 l'anno. Sono contento sia piaciuto anche the king is dead, un gioiellino che offre tre esperienze di gioco diverse in funzione del numero di giocatori: cattivo alla morte in 2, diplomatico in 3, scopone scientifico in 4, il tutto in una scatoletta che in tempi non sospetti aveva il nome di the king of siam e costava 20 euro...

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    1. ops ho omesso di commentare the game, lo faccio subito:

      mallanimadelimejoxxxxstofijodenaxxxxxmavaffa....

      ovvero come dicono ad Oxford un fillerino rilassante per chiudere la serata in compagnia.

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    2. ahahahahaaah :)))
      cisuadestogiochinodemm***

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  2. Bellissimo report Albo e ca@@o finalmente si torna a giocare!!!!!
    La descrizione del tuo scazzo in attesa della fine dell'assedio di Pemaquid è da incorniciare ah ah ah ah

    A few acres mi piace e mi è sempre piaciuta l'idea di mixare deckbuilding e wargame, peccato che l'HH abbia abbassato di molto il giudizio medio di questo gioco, io non l'ho mai letta nel dettaglio e non avrei manco la pazienza e il tempo per padroneggiarla però è purtroppo una spada di Damocle che c'è e di cui non si può far finta di niente.

    The king is dead è fichissimo, quoto tutto quello detto dai compari, è il gioco che conosco che cambia di più al variare del numero dei giocatori rimanendo sempre fichissimo! Far scazzottare gli avversari risparmiando carte non ha prezzo!!! :D

    The Game simpatico, credo difficiletto da risolvere, il classico titolo che ti fa imbestialire e fai una partita dietro l'altra finchè non lo finisci hi hi hi

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