Un giorno, e non
arrivi mai quel giorno, ti chiederò di ricambiarmi il servizio, fino ad allora
consideralo un regalo per le nozze di mia figlia. (Don Vito Corleone)
Non riusciva a
distogliere lo sguardo dalla rosa rossa che adornava l’occhiello della sua giacca
nera. I suoi occhi erano fissi su quei petali setosi, rosso sangue, sangue come
quello che stava usando per firmare invisibilmente un accordo con uno
strozzino, uno sfruttatore, un criminale, un assassino. Ma quei soldi gli servivano,
per avviare la sua attività di facciata, doveva spingere la droga nel
retrobottega con i suoi picciotti e i controlli della polizia aggiunti agli
ostacoli del sindaco (quella banderuola) gli erano troppo di intralcio. I Corleone del resto erano il massimo che
si potesse chiedere per una protezione con tutti gli extra, facevano tutto
loro, mentre i Sollozzo erano degli
incompetenti, capaci solo di arronzare scuse, accampare storie che non stavano
in piedi neanche con i fili di Mangiafuoco. Aveva già sondato il terreno, sarebbe
potuto andare dai Barrese ma nel
giro di un mese sarebbe finito in un obitorio, “sono degli ammazzacapre, dei
macellai, galli da combattimento sempre pronti ad uccidersi l’un l’altro come
squali” si ripeteva Gianni.
prossimo.
A' pistola
lasciala... Pigliami i cannoli. (Pete
Clemenza)