Da quando ho ricominciato a vivere il mondo dei boardgame mi sono
subito scontrato con una dura realtà: il caos delle scatole.
Passando dai giochi entry level a quelli heavy-weight la cosa si
amplificava trasformando la mia vita ludica in un inferno… perché per me l’ORDINE non è una attributo superfluo
delle cose… la forma a volte mi diventa più importante del contenuto… o meglio,
senza una certa armonia posizionale ed estetica tutto il resto mi si annebbia,
mi cambia prospettiva e posso iniziare a perdere di lucidità ed obiettività.
Proprio l’ordine a mio avviso dovrebbe appartenere in modo indissolubile
ad ogni ingegnere e tra tutti quelli
che conosco, e ne conosco proprio tanti, quello che meglio incarna questa
caratteristica sia professionalmente che nella vita pratica è il piccolo Kuldran: un uomo che ruota intorno alla
conoscenza viscerale che arriva a punte di estremismo da hezbollah e che si
ripercuote nel modo in cui racconta le cose o spiega le regole di un gioco,
fino alla maniacalità con cui cura la posizione dei pezzetti nelle bustine,
alla patologica necessità di imbustare anche carte che non si mischiano, che
non si toccano… insomma in bilico tra follia e genialità.