La mia mente mi tele-trasportava
dentro l’azione, in quelle fantastiche avventure del trio di ladri più famoso
sulla scena, uniti come Kerakol per
intortarla ai ricchi-malvagi e trafugare opere di ogni genere…
tralascerei i voli pindarici che facevo su Fujiko Mine e le sue minne!
Inizialmente avevo scelto Goemon Ishikawa come il mio preferito perché un ronin di altri
tempi, fuori contesto rispetto alla società in cui si muoveva, ancora con lo
zoccolo infradito dei sacerdoti, col suo vestire orientato alla lotta, la spada
forgiata di un metallo che neanche l’adamantio. Silenzioso, letale, irrascibile.
Lui è stato il primo.
Poi crescendo ho cominciato a vedere in Daisuke Jigen il vero uomo vissuto, un po trasandato, quello che se
ne frega delle opinioni altrui, quello che fuma la zizza piegata ma che ti
piomba il craio no look mentre beve il caffè al bacone e tu sei alle sue
spalle. Uno dal passato travagliato e pieno di retroscena... che poi senza il
cappello non aveva tutta questa mira!