domenica 5 luglio 2015

Megaloman mi spiccia casa!



A volte mi tornano in mente degli scampoli di ricordi, frammenti di immagini della cucina di casa di quando ero piccolo, mia madre che stira, una montagna di panni dentro i quali mi butto a pesce.
Nel mobile della cucina c’è un piano che si alza e scopre una botola, mi ci tuffo dentro atterrando su trucioli di gommapiuma e imbottiture di cuscini.
Mia madre, casalinga e sarta, fa finta di non vedermi così posso sbucare fuori mimando le mosse del mio supereroe preferito: MegaloMan.

Il più famoso degli eroi… M E G A L O M A N!” quella sigla tra l’horror e il tamarro che mi dava il segnale per piazzarmi di fronte la tele bianco e nero per venerare quei mega mostri che alla fine le prendevano di brutto dal mio eroe mascherato. Una serie TV tipica dei tokusatsu giapponesi, con i soliti mostri Kaiju a fare i prepotenti e i paladini kayjin a difendere l’umanità. A rimetterci sempre i palazzoni di cartapesta delle fintissime e piccolissime città che ogni volta venivano rase al suolo dalle combo di questi insoliti guerrieri.
Mi ricordo che ci sono voluti anni per capire che la calzamaglia indossata era rossa, i capelli bianchi e che i colori non erano solo il bianco e il nero, c’è voluta la tele quella grande a colori e il video registratore… storia moderna, passato remoto per i nostri figli.
I mostri erano dei pupazzoni sfigatissimi con una voce che arrivava da chi sa dove e che per far capire che erano loro a parlare muovevano le mani a turno…. Però vedendo i poweranger di adesso che piacciono a mio figlio… non mi sembra che si siano fatti grossi passi in avanti da trent’anni a questa parte!
A ricordarmi quei tempi è un gioco che è arrivato sul mio tavolo qualche tempo fa: King of Tokyo dell'autore di Magic (altro che gattini esplosivi)!
Era sulla bocca di tutti come l’acquolina durante una puntata del re del barbecue ed ero tormentato da continui tormentoni tipo: “NOOOOOHHHH NON HAI MAI GIOCATO A KING OF TOKYO? CHICAZZO SEI OH!” come se avessi detto che Irina Shayk è una cozza o che non ho mai sentito parlare di Pamela Anderson e del filmino con Tommy Lee!
Però di fare la figura del bimbominchia proprio non ce la facevo così appena ho avuto l’occasione ho fatto in modo di farlo arrivare nell’armadio del lavoro.
Nella cricca sono noto come “quello che compra le peggio cagate” quindi non ho avuto il coraggio di proporlo… neanche per aspettare che arrivi Cissinho sempre incastrato nel traffico. Ho imparato a mie spese che è meglio non sfidare troppo la sorte e che prima o poi qualcuno degli amici NERD mi potrebbe seppellire sotto una valanga di vaffa e chiudere le frequentazioni.
Una sera che tutti dormivano a casa mi sono detto: “Dai Albo è il momento, siete solo tu e i tuoi mostri nell’armadio!”.

HO UNBOXATO COME FANNO QUELLI PRO
La scatola me la immaginavo più grande, è una di quelle quadrate che nello scaffale si incastra male perché è quasi più spessa che larga…. Però leggera… me la pensavo più pesante.

Strappo la pellicola e alzo il coperchio… afferro i lati alzo e… niente! Scuoto un pochino per far scendere la parte sotto della scatola ma… NIENTE! Il coperchio sembra attaccato ermeticamente alla parte sotto… inizio ad infilare le dita come farebbe un polpo nella tana di una preda… riesco a creare un piccolo pertugio e a rompere l’effetto vuoto che teneva unite le due parti come il slicone saratoga, si quello della doccia con la strafregna in perizzomone e capezzoli perforanti!

Dopo qualche mossa di JiuJitsu riesco a scoperchiare e inizio a tirare fuori il tessssoroooo: per prima cosa il regolamento. È pure lui quadrato, quattro pagine totali a sottolineare la facilità del gioco. La dimensione è talmente uguale a quella del coperchio che rimetterlo dentro senza piegarlo è una mossa degna di Oudini.

Sotto è allogiato il tabellone, un pezzo di cartoncino duro sempre quadrato ma più piccolo della scatola. Sopra è raffigurata Tokyo con la torre Eiffel spezzata, palazzi rotti, fuoco. Ci sono due zone: Tokyo City e Tokyo Bay, questa seconda area si usa solo con 5 o 6 giocatori. In basso a sinistra sono riassunte le tre regolette base per chi entra a Tokyo: 1-si riceve un punto vittoria quando si entra in città la prima volta; 2-riceve due punti vittoria se all’inizio del proprio turno è a Tokyo (city/bay); 3-chi è in città non si cura le ferite!
Tolto il tabellone si apre la vista sulla parte interna della scatola che è in plastica sagomata con alloggiamenti per contenere i pezzi e bustine per non sparpargliarli ai sette ventricoli durante qualche scontro tra big-botz!

In un alloggiamento cilindrico si trovano le plance giocatore: sono dei cartoncini raffiguranti il proprio kaiju con due rotelle già attaccate con pernetto di plastica. Le due rotelle servono per visualizzare in due apposite finestrelle i punti ferita e i punti vittoria. Ruotandole si incrementano o decrementano questi valori. I punti vittoria vanno da zero a 10 (il primo che raggiunge dieci vince!). i punti vita vanno da un massimo di 12 ad un minimo di TESCHIETTO…. Game over! Ogni giocatore inizia con dieci punti vittoria e più di dodici non si sale!

Sotto alle plancette troviamo i personaggi stand-up: sei mostri di cartoncino sagomato ai quali va applicata la basetta plastica per tenerli in piedi. Si comincia tutti piazzando i mostri fuori il tabellone. I Kaiju non hanno poteri specifici, servono solo per fare scena ed identificare i giocatori sulla città o fuori.

Al centro della scatola troviamo in fila i sei dadoni neri + due dadoni verdi: al proprio turno ogni giocatore li rolla al massimo tre volte potendo ritirarli anche ogni volta tutti, tenendone alcuni… come gli pare! Però finiti i tre tiri quello che esce esce! I dadi servono nella successiva fase per fare le azioni: 1-menare (zampa); 2-leccarsi le ferite (cuore); 3-energia (fulmine); 4-punti vittoria (numeri).
In una bustina ci sono i cubetti energia che si ottengono con i dadi e si spendono per acquistare carte bonus che si giocano sempre dopo i dadi.

A chiudere i componenti ci sono poi le carte e dei piccoli token di cartoncino. Ad inizio partita se ne piazzano tre scoperte che si possono acquistare con i cubetti energia, tante quante se ne vuole potendone pagare il costo. Ogni volta vengono rimpiazzate. Ce ne sono di due tipi: 1-TIENI (si attivano in modo ricorrente anche più volte al proprio turno); 2-SCARTA (ad attivazione una-tantum appena pescate. I token vengono utilizzati in base agli effetti di alcune carte per indicare risorse o personaggi bersaglio.
I componenti sono tutti molto robusti e la grafica veramente cool anche se poi l’ambientazione si perde un pizzico rispetto le regole.


GIOCHI DI MENARE
Il gioco in sintesi è questo: a turno i giocatori 1-rollano i dadi al massimo tre volte; 2-eseguono le azioni dei dadi; 3-opzionalmente comprano e attivano carte (una o più se si hanno le risorse). Vince il mostro che resta in piedi o quello che per primo raggiunge 12 life-points.
Quando si mena, se si è fuori tokyo allora l’attacco colpisce tutti i mostri dentro tokyo (city ma anche bay se si gioca in 5/6 giocatori). Viceversa se i/il mostri/o a tokyo attacca, vengono colpiti tutti quelli fuori il tabellone.
Chi è dentro Tokyo non può curarsi ma riceve 2PV ad inizio turno
Quando si è a Tokyo e si viene attaccati, si prende il danno e si può decidere di uscire dalla città. In questo caso entra il mostro che ha sferrato l’attacco (e prende 1PV)… non può scegliere se entrare o meno. ENTRA A TOKYO E BASTA!

CONCLUSIONI
A me questo gioco piace: certo è un gioco semplice, con molta alea sia nel tiro dei dadi che nelle carte che possono uscire (anche se ce ne sono tre da scegliere e nuove che entrano).
Non credo vada giocato come un gioco di strategia…piuttosto lo definirei UN GIOCO DI MENARE!
Il clima che si crea con la giusta cumpa è di risate e di scherzo: ci si mena tanto per accanirsi sul più nerd su quello che a Terra Mystica ti straccia facile magari, non perché sia quello che vincerà ma per toglierti uno sfizio, per fargli uno sfregio al curriculum… tanto per farlo arrivare dietro e farlo sentire più umano!
È un gioco dove si deve ridere, ci si deve divertire, se dopo un paio di turni stanno tutti in silenzio col muso non avete capito il gioco, non siete le persone giuste, dovete cambiare gioco.
Lo consiglio anche in due con la moglie non giocatrice, per menare qualche pizza al gentil sesso cosa riprovevole e raccapricciante nella realtà ma tra mostri e nel virtuale mondo ludico credo rimetta un po ordine agli equilibri della serie: “questa è per tutte le volte che mi fai scendere a prendere il latte la mattina alle 7:00!” e SBAM una carta che toglie due tre punti ferita…. “questa è perché non alzi mai la tavoletta e spisciacchi da tutte le parti” BEEENGGG! e lei si riprende dallo stress del viakal e del mastrolindo!

Insomma un gioco piacevolissimo, da giocare in tanti per non capire fino all’ultimo chi vincerà…
Permesso BARARE aggiungendo più punti vittoria per cercare di far scattare qualche scintilla ai rosiconi di Funkenschlag o a quei simpaticoni che ti fanno il culo ad Eclipse vincendo per due punti dopo quattro ore!

BEI RICORDI
Quando ero piccolo giocavo con il mio amico ErPianca a fare i ninja, a fare i mostri, a menarsi come Megaloman con la sua Fiamma di Megalopoli…

Ora che sono grande uso il gorilla e prendo a pizze i malcapitati sferrando zampate come KingKong o usando carte in combo come Godzilla, robe che il povero Megaloman se le sogna mentre mi spiccia casa!…. UNA GODURIA!

3 commenti:

  1. mmmmm......bene, in tal caso studiatelo e potrebbe essere il caso di usarlo la prossima volta prima del cinghialone per creare quel giusto clima di odio ludico e per farti sfogare, così dopo in caso le sberle le prendi in serenità ihihihiihih

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    1. Oook ma glielo dici tu a sniffolo che si rollano i dadi come a SteamPark?

      PS: poi non fare che le prendi prima e dopo e dai la colpa "a quel @#€%& di ameritrash!"... Ahaahh

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    2. tranquillo, se perdo al giochino e vinco al giocone manco la vedo la sconfitta......io ............ihihihihhihihih

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