venerdì 5 febbraio 2016

Il Mare in tempesta [Bretagne parte I]

Ci ritroviamo sotto casa di Cissinho all’ora dell’appuntamento… puntuali da ridicolizzare un orologiaio elvetico. Steteo ed io entriamo nell’ascensore: lui ha un profiteroles incartato, quello della pasticceria Del Gatto da leccarsi i baffi che mi viene l’acquolina in bocca tipo Silvestro quando con Tweety ! Sotto l’altro braccio invece stringe Greed! “Stasera vi faccio provare il mio Splotter Spellen preferito” mi fa lui mentre sbircia sotto il mio braccio….
Dovrai prima passare sul mio Bretagne! Steteo-one-ken-obi” gli rispondo io e con l’altra mano mi spolvero la spalla tipo John Cena.
Sarà una lunghissima notte di gioco e setole.
Ci accolgono Cissinho e la piccola Eli, dentro Regina ha in braccio l’altra marmocchia… una vitellozza che cresce di settimana in settimana alla faccia dei percentili!

Le chiacchiere partono obbligatorie quando SteTeo tira fuori il suo masterpiece… Cissinho sbava da tutte le parti che in confronto le sue mani sudaticce sembrano asciutte come il culetto di un bimbo con il pampers baby-dry! Ma il piano prevede di assaggiare prima il gioco dei fari francesi, preso a Lucca e non  ancora provato con loro. Siamo cosi’ puntuali che iniziamo alle 22 a spiegare e contiamo di farcela sicuro a giocarne due….
Regina inizia a mettere a lettino le bimbe mentre noi setuppiamo per tre e facciamo un primo giro di spiegazione.
Quando sono le 23:00, stappiamo una birra dei mastri birrai umbri, una bionda non filtrata cotta 21 e iniziamo!

UN TRATTO DI MARE COI CONTRO CA**I
Il gioco è un peso massimo tutto italiano, quarto sforzo della Placentia Game, per 2-4 giocatori dalla geniale mente di Marco Pozzi con lo zampino di Stefano Groppi. German di piazzamento lavoratori, gestione risorse e maggioranze bastardamente-multiple come gli orgasmi ludici che provoca!
Si indossano pantaloni e scarpe anti infortunistiche di ingegneri campi cantiere chiamati a costruire dei fari nel tratto di mare più pericoloso della Bretagna. Alcuni di questi fari sono facili da erigere perché si impiantano sulla terra ferma e per questo vengono chiamati Paradiso (Blu come il cielo). Alcuni sono complicati da tira su perché in parte vengono toccati dal mare o sono su sponde beffarde, così prendono il nome di Purgatorio (bianchi come un limbo di peccati da espiare). Infine ci sono gli Inferno: i fari più difficili da costruire, quelli che mietono vittime causa mare incazzato come il Pacifico e condizioni estreme costantemente.

In tutto sono cinque i turni, scanditi da a altrettante carte meteo a ribadire differenze sostanziali nel costruire un faro in condizioni di sereno o di tempesta! In base a queste carte si dovranno pagare più ingegneri per rispondere ad un livello maggiore di complessità progettuale.
 Oltre ai mercati e alle zone per acquistare i pezzi di faro da costruire, i giocatori dovranno fare i conti con l’ordine di turno, gestito da una meccanica a chi prima esce prima decide; ma essere primi significa aggiudicarsi le navi più capienti per trasportare risorse costretti ad un numero ridotto di bonus (ingegneri, soldi) oppure il contrario perdendo però il vantaggio dell’iniziativa.
Infine sui porti delle tre zone di mare (nord, ovest, sud) ci sono le tessere bonus che aumentano le chance di avere risorse, lavoratori o carte a seconda di quali fari si costruiscano. E proprio nella costruzione dei fari arrivano le novità: il gioco paga la collaborazione, o meglio il restare attaccati agli avversari, cercando di costruire dove costruiscno gli altri, puntando a piazzare più lavoratori possibili su uno stesso faro, spuntando bonus maggiori ottenuti rimettendo via via i lavoratori in magazzino.
Dopo la fase piazzamento c’è infatti la fase di Valutazione dove per ogni faro completo si assegnano tre tipi di maggioranze: qui c’è il cuore delle novità il posto nda-house dove i pensatori entrano in crisi strizzando neuroni nel continuo tentativo di bilanciare i bonus delle maggioranze di tre tipi: 1) che fanno fare punti con le carte per accessoriare un faro, 2) quelle per aggiudicarsi uno spazio in un porto o, infine, 3) quelle per definire chi è il costruttore più esperto.

LA SFIDA DEI MAREMOSSI
Il primo di turno è Steteo con i viola, seguo io con gli arancioni, regina con i bianchi e Cissinho con i neri.
Interpretiamo subito il gioco in modo MOLTO aggressivo cosi’ dopo aver caricato le chiatte con le materie prese da Quimper (setuppate ad inizio turno in base ad una delle 6 carte) iniziamo a piazzare i nostri lavoratori direttamente sui fari per costruirne le relative parti.
Per costruire si pagano le risorse indicate sulla scheda del faro, e si piazzano tanti lavoratori quanto la somma delle materie utilizzate. Ci si incastra tra i tasselli di faro da aggiungere che possono richiedere un mix di risorse che non abbiamo, qualcuno ce le ha appena sfilate da sotto il naso, dovevamo essere primi di turno e invece abbiamo giocati conservativi, a che pro?
Piazzare un pezzo di faro lasciando tanti lavoratori ci assicurerà la maggioranza, ma se nessuno vede il nostro bluff quei lavoratori resteranno li a fare da pastura per i pesci e i gabbiani
Secondo di mano piazzo un pezzo nero su un faro purgatorio alto 4 piani e lascio tutti i miei lavoratori… una mossa debolissima (direbbe Kuldran se non stesse a studiare per i suoi esami!) che mi taglia la strada e mi obbliga a giocare con la metà dei lavoratori.
In questo gioco i lavoratori non si sfamano, i lavoratori salgono su impalcature di legno e a rischio della vita in base al punto in cui costruiscono e al meteo ti sembra quasi di intravederli mentre piazzano assi una con l’altra, concentrati a costruire staccionate per contenere blocchi di pietra, incollati insieme con sabbia e rifiniti con mattoni rossi.

I giocatori sono stretti in una morsa continua di opzioni snervanti, il mare circonda ogni loro movimento, i flutti li avvolgono come piovre abissali, se ti concentri senti il respiro affannoso dell’ingegnere del faro di fronte, puoi respirare il profumo di anice del caffè corretto alla Molinari che esce dalla fitta barba del lavoratore al piano di sopra. La salsedine ti tira la pelle, uno strato di bianco raggrinza e squama l’epidermide che circonda gli occhi e le setole delle ciglia cercano inutilmente di offrire un riparo a degli occhi ghiacciati dal freddo sferzato da un vento di maestrale che non cede un millimetro. Schiuma sugli scogli, il mare si gonfia, si alza, si ritira, si abbatte fragoroso, senti il rumore delle conchiglie trasportate sulla riva, li a cento metri da dove ti trovi, troppo lontano per darti la salvezza, per lenire la fatica…
Regina anche lei costruisce e cosi’ anche Cissinho…

Poi passiamo ai mercati di Brest e Lorient. La scelta se andare prima su uno e poi sull’altro, solo su uno dei due, o in quale ordine si fa sempre più tesa di round in round. Ad ogni visita si lascia li un lavoratore che resta bloccato fino a fine turno. Le materie si trasformano, si scambiano, si acquistano ingegneri, si comprano carte per obiettivi e punteggi, per abbellire il porticciolo, per curare gli interni.
Dopo aver letto la mia mossa-deboluccia decido di passare per primo e di garantirmi la prima scelta nella fase ordine del turno successivo.
Al turno due si prendono le entrate dei porti ma ancora nessuno ha piazzato li un lavoratore quindi si cambia il meteo e si ricomincia con un refill. Dal sereno il tempo inizia ad imbruttirsi, il mare cresce e il livello di tensione sale.
Provo a costruire su un faro inferno… avrei dovuto farlo quando era tempo bello, ora mi costa almeno un ingegnere in più e tanta, tanta fatica e olio di colza!

Steteo annusa l’aria come un lupo di steppa, gioca preciso, gioca su Cissinho, cerca di nascondere le sue orme sulla sabbia ma Cissinho è magetico come una bussola, si riorienta in base al vento, al meteo, è barometrico e da un faro all’altro i suoi lavoratori sembrano automi, non sembrano affaticati, le loro non sono mani, sono grovigli di calli e tendini incordati con nodi al posto delle nocche.
Regina risponde alle loro mosse con abilità da nostromo, impartisce ordini ai suoi con rotoli di disegni tra le mani, ogni tanto si alza per fare un refill di amiche Chips dentro il vassoio….

Dopo il secondo turno Cissinho (nero) prende il largo sul tracciato punti, Steteo sembra seguirlo con il vento in poppa, Regina è ancora alla boa, io sono ormeggiato con una cima di rapa nella testa! Propongo la pausa zuccheri e profiteroles. BUONISSIMO come sempre, resta giusto il retrogusto nella mossa iniziale a rovinarmi l’apoteosi di insulina. Poi ripartiamo, il mare non aspetta e i ponteggi scricchiolano in attesa del completamento dell’opera.
Sui tre lati del tabellone campeggiano i primi fari già valutati, le tessere sono voltate e il disegno a  tratti più classici lascia il posto ad un dipinto a olio su tela che immortala uno dei 15 fari realmente esistenti, baluardi di salvezza per chi in quei mari ci passa la vita, la rischia sul serio. Opere d’arte che richiamano la bellezza e l’inferno, l’ingegno umano nel riuscire a costruire dove madre natura non vuole intrusi e dove erigere mattoni spesso ha un costo in vite umane, in pianti e lapidi.

Nel terzo turno il meteo precipita verso una tempesta implacabile. Cissinho e Steteo hanno interpretato bene la carta forecast e nel turno prima hanno costruito sui fari inferno a basto costo e senza rischi, ora investono sui fari Paradiso, volano basso come gli uccelli in cerca di cibo subacqueo, tirano la rete delle maggioranze, la loro è sempre piena di pesci, cassette che strabordano di punti, Regina si intravede a distanza, io ho mollato gli ormeggi ma faccio da servizio pulizia della pista nel dopo gara, una safety-boat giusto per il gettone presenza. Stavolta non si recupera, si porta a casa una vagonata di insulti e meritati pure! Quei quattro lavoratori arancio impalati a prendere acqua sul faro a 4 piani non ho la forza di farli scendere, dovrei mandare su altri peones, dare loro il cambio, una speranza di salvezza ma niente, restano appesi come stoccafissi a monito dell’inutilizzato arbitrio cerebrale.

Il quarto turno è quello della lotta ai bonus nei porti, quello dove il motore se te lo sei costruito lo senti rombare sotto lo scafo della tua imbarcazione oppure vai a picco come un’ancora.
Cissinho ha superato i primi 50 punti, prende il token +50 e ricomincia dallo zero, mi doppia… poi procede sempre più forte, sempre più a dritta come una rompi ghiaccio. Steteo fa fumo dalla stiva, i suoi lavoratori hanno le ossa a pezzi, i suoi ingegneri sono passati dal pc Apple alla calcolatrice con pannellino solare a pezzetti di carta di pane dove scrivono le divisioni e gli integrali tripli… poi si rassegnano anche loro e fanno andare. Regina è calma, contrappone il suo animo al tratto di mare come Toky con Roul. Io mando già sardine amare!
Il gioco finisce: il verdetto è imparziale… manifesta inferiorità per noi tre comparse… io relitto, Regina sirena, Steteo Ammiraglio…. CISSINHO RE DEL MARE con una cifra che fa imbarazzo.

CONCLUSIONI
Gioco dal regolamento semplice e ben strutturato, si impara in pochissimo tempo ma per gestire al meglio le possibili combinazioni e soluzion istrategiche serve un impegno calcolatorio come un DeepBlue ai tempi di Kasparov. Profondo come gli abissi e spietato come uno squalo che li abiti. Lo spazio in quattro è così limitato che conviene giocare sui fari degli altri, cannibalizzarsi l’aria, strapparsi brandelli di spiaggia perché fare i lupi di mare solitari non paga, o meglio, paga meno.

La durata in quattro per la nostra partita supera le DUE ORE E MEZZA, tre con la spiegazione, si mangia tutto il tempo per l'altro cinghiale in programma, ma la percezione è sempre di ingaggio, mai noioso, c'è sempre spazio per rilassarsi durante il turno degli altri perchè il ragionamento per la mossa lo contestualizzi solo quando tocca a te. L'interazione è indiretta nel rubarsi le materie prime, nell'impedire che un altro faccia il furbo su un faro dove abbiamo piazzato lo sguardo, però c'è anche un forte spalla a spalla nelle maggioranze dei fari, una lotta a fare punti ma senza aiutare nessuno.  

L'ergonomia del gioco è ottima: in quattro tutti vedono tutto, sanno gli altri cosa faranno, riescono a farsi i conti in tasca di tutti e possono pianificare in libertà! Il tabellone contiene tutte le risorse e il segnapunti sulla destra non è invadente. Bella l'idea delle carte chiatta con le quali è possibile scegliere sia le risorse che l'ordine di turno bilanciati a far sentire sempre una coperta corta e le chiappe fuori a prendere fresco.
Graficamente il gioco è FANTASTICO! Troviamo lo stile unico e pregiatissimo di Alan D'Amico unito che cura i minimi dettagli della scatola e di tutto il resto (carte, tabellone e regolamento). Sul retro dei fari (ad indicarne il completamento costruttivo) ci sono poi dei veri e propri dipinti ad olio su tela di un famoso artista.

L'unico difetto che posso trovare in questo giocone è nelle risorse contate: i tasselli ingegneri sono nell'esatto numero massimo e ogni volta che c'è da spartirli ne manca sempre qualcuno all'appello, ti viene un coccolone, poi li trovi sotto i dischetti di legno o sotto una carta o sotto il tavolo che te ne è caduto uno per terra... ma attimi di terrore ti assalgono e consumano come l'erosione del mare sugli scogli.... Stesso dicasi per le monete... con tutto quello che vengono questi giochi almeno un paio di baiocchi in più non  guasterebbero... e invece si arriva a dover prendere le fichest da Texas Hold'em e mi chiedo perchè, PERCHèèèèèèè!!!!

Comunque pignolerie a parte, per chi fosse interessato il gioco è su   Playbazar.it e che ve lo dico a fare per me è un MUST HAVE!


DOPO GLI SCOGLI, L'ISOLA
All'alba delle 02:00 decidiamo di accannare Greed. "Non c'è sufficientemente tempo, non ci sono energie per portarsi a casa lo Splotter" commenta Steteo quindi per chiudere piazzo sul tavolo La Isla, un Feld considerato da molti un perfetto introduttivo che si lascia giocare sempre volentieri e che non affatica i neuroni più di tanto nelle ore finali del giorno (o in quelle iniziali del giorno dopo :D).

Regina ci saluta e si imbusta con le bimbe mentre noi partiamo alla ricerca dei 5 animaletti in via di estinsione: siamo esploratori che si sposteranno su una mappa utilizzando carte bonus per fare combo, giocando cubetti risorsa per posizionarsi in modalità accerchiamneto e si coordineranno in team per acciuffare i piccoli esemplari in via di estinsione. Sul finale si tenterà di far "salire" il valore delle razze e chi avrà catturato gli animali più "rari" sarà il vincitore.

Parto con il bianco e cerco subito di farmi un giro mentale delle possibili  mosse che faranno punti con la mia tessera Dodo di partenza. Cissinho con il nero inizia con la tessera Rospo e in pochi secondi capisce come muoversi moltiplicando rane nelle sue trasportine come fossero girini.
Steteo con gli esploratori blu ha la tessera della falena/zanzara o quello che è.... anche lui entra subito in gara competitivo come un biker in superbike.

Sfrutto l'esperienza per fare qualche combo scenografica ma gli altri mi recuperano e passano poi lavorando di gomiti riesco a ricucire il gap acciuffando due animaletti per volta.

Cissinho però investe molto nell'azione D che sfrutta sempre a suo vantaggio facendo crescere il valore dei rospi. I miei Dodo arrancano, perdo qualche turno a ripianificare le prossime mosse. Steteo impara infretta e ci spatafacia un paio di supermosse sotto il nostro naso con i bonus delle carta A che gli regalano risorse gratis, punti vittoria e tutto il resto.

Sul finale siamo li appaiati ma non riesco a fare entare un avanzamento del Dodo e Cissinho la spunta avendo raccolto oltre ai rospi anche le falene, quelle che risulteranno a fine gioco le più rare. Altra sportellata di Cissinho che chiude con l'en plein dandoci un'altra paga senza resti!

La Isla si conferma un gioco veloce e non eccessivamente impegnativo. Volendo ci si può spremere per ottimizzare al meglio le 3 carte azione A-B-D ma secondo me è bello giocato leggero leggero, cercando di fare più punti degli altri, ostacolandoli un pizzico acciuffando gli stessi animaletti grazie al tassello primo di turno ma senza eccedere nelle pensate!

I giocatori percepiscono sempre una forte partecipazione, fanno punti, devono prendere decisioni tra non troppe variabili, si devono spostare, devono far avanzare i punteggi e ragionare sulle prossime mosse, su quale animale far salire nel ranking dei valori cercando di puntare su quelli che si hanno in maggior quantità.
Un gioco decisamente tattico ma alla fine divertente e fresco.
Non stanca!


Anche La Isla lo potete trovare su Playbazar.it ... a quel prezzo io non me lo sono fatto sfuggire perchè FELD è sempre FELD!

IL GRAN FINALE
GREED sarà per un'altra volta... intanto ci decoriamo gli occhi :))
Mi infilo a letto che sono quasi le QUATTRO del mattino! Sto per spegnere il cervello quando vibra il cellulare… mail in arrivo…. Non dovrei leggerla… ma lo faccio:
Ciao Albo ecco le mie risposte, spero siano ok, ci sentiamo quando vuoi”… è Alan…
Alan D’Amico il disegnatore di Bretagne!!!

Nel prossimo post la sua intervista con retroscena e chicche fresce da Norimberga!
TO BE CONTINUED! (ora qui)


11 commenti:

  1. Tanto è perfido Bretagne quanto è bonaccione La Isla.
    Praticamente fra i due c'è un delta come fra Pacciani e Padre Pio.
    Albo3 sempre di talento.

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  2. Ho Bretagne ancora mezzo defustellato e devo ancora apparecchiarlo.
    Mannaggia a me!

    Sulla Isla... Appena leggo la combo Feld + isola tropicale ho i brividi. Dado sa il perché...

    Sempre bello leggerti Albo :)

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    1. Incubi fra noci di cocco e foglie di platano, Simo ^_^

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  3. Ahahah! Grazie raga :))
    Simò tu non puoi tenere chiusi certi giochi tipo Aquasphere e Bretagne... falli uscire dalle gabbie, scatena la loro furia e vedrai che tornare alle guerre stellari con i D20 non sarai poi così facile hihihihhi

    Cmq voi due loschi individui barbuti mi fate paura... combinati insieme siete pericolosi tipo "Continua a girare. Induritosi il sego puoi scremare uno strato di glicerina. Se aggiungi acido nitrico ottieni nitroglicerina, se aggiungi nitrato di sodio e un po' di segatura ottieni dinamite. Se il sapone è abbastanza puoi far saltare in aria tutto."

    Ci si vede presto per fare casino :D

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    1. Alla prossima occasione io ed il dado proveremo a fare la FUSION come Dragonball... chissà che ne esce fuori... un Amerigerman barbuto che spara cubetti infuocati mentre rotea una mazza la cui capocchia è un d20 con gli aculei!!!!

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  4. Hai ragione ma i miei "boardgame friends" pensano in esagono e dadi da combattimento. Quindi giocare euro é sempre un'impresa

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  5. Una foto del profiterole potevi metterla :)

    Bella serata, entrambi i giochi piaciuti.
    Bretagne è un mix di meccaniche molto interessante con una bella idea di lotta per la maggioranza nei fari, in cui ho apprezzato la possibilità di ritirare i lavoratori rinunciando alla supremazione ma attivando carte bonus o rendite o punti vittoria. Ci sono moltissimi momenti di scelta (tra una miriade di opzioni...) per cui occhio agli affetti da paralisi da analisi che si rischia la muffa... se giocato in scioltezza credo i tempi si possano ridurre considerevolmente, in fin dei conti eravamo tutti alla prima partita ;)

    Su La Isla la definizione perfetta l'ha data a caldo Steteo: "E' un Feld concentrato".
    Lo quoto in pieno, se si vuol far assaggiare ad un novizio lo stile Feld, con La Isla hai subito un'idea delle meccaniche e dei bonus incrociati che si trovano usualmente in Feld più corposi.

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  6. Volevo scrivere "supremazia" ... perchè non mi fai modificare!!! Grrrrr

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  7. Steteo:

    Bella serata, come sempre, con i miei amici Albo e Cis.

    Molto interessante Bretagne, una ambientazione originale che si sente per essere un germanone: la mappa, i fari e il meteo, che da quelle parti mena davvero, insieme alle meccaniche belle bastardelle e ben amalgamate rendono l'impresa di costruzione ardua e tesa. Molto originale il sistema di maggioranze e la risoluzione dei fari a strati. Da rigiocare assolutamente.

    La Isla ha poi chiuso in leggerezza la serata (o nottata?), un feld zippato con tutti i pro e i contro di questa definizione.

    A me Feld non convince molto.

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  8. maledetto, vai ad apparecchiare Bretagne (comprato insieme peraltro) proprio nel venerdì in cui non posso causa esami.....avrò la mia vendetta, in questa vita o nell'altra :P.

    Anzi, me so già vendicato: mi sono sparato la prima partita a Gallerist in tua assenza heheheh !!!!!

    Dobbiamo replicare, facciamo a scambio di figurine (io ti restituisco la partita a Gallerist e tu ti siedi al tavolo insieme a me per Bretagne) !! Ovviamente.....scambio in contemporanea eh !!! ihihiihh

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