venerdì 18 novembre 2016

Indizi Inequivocabili [CODENAME VISUAL]


Paul Osborn sedeva solo, tra il fumo e il frastuono della folla di ritorno dal lavoro, gli occhi puntati su un bicchiere di vino rosso. Era stanco, depresso e confuso. Senza alcun motivo particolare, sollevò lo sguardo. E restò senza fiato. Al lato opposto della sala era seduto l'uomo che aveva ucciso suo padre. Era inconcepibile che potesse essere proprio lui. Ma non c'era dubbio. Nessun dubbio. Quel viso era stampato per sempre nella sua memoria. Gli occhi infossati, la mascella quadrata, le orecchie quasi ad angolo retto, la cicatrice che partiva sotto l'occhio sinistro per scendere lungo la guancia fino quasi al labbro superiore. Adesso la cicatrice era meno evidente, però c'era. Come Osborn, anche l'uomo era solo. Aveva una sigaretta nella mano destra e la sinistra era chiusa sull'orlo di una tazzina da caffè. La sua attenzione era concentrata sul quotidiano vicino al gomito. Doveva avere per lo meno cinquant'anni, forse più. 
(dal libro IL GIORNO DOPO DOMANI di Allan Folsom)



Una volta stavo tornando in metro da scuola, eravamo pressati come il tonno riomare nella scatolina di metallo; così compressi che quando sono sceso la camicia era più stirata della mattina quando l’avevo messa. In quel marasma di rumore, insulti, aggressioni olfattive varie d’un tratto sento come un canto di angelo, una musica celestiale e raggi di luce accecante che si fanno largo tra la miriade di braccia appese ai corrimano rialzati e anidride carbonica puzzolente. Era Diana, una delle ragazze più belle appena arrivata nel mio liceo. I latini sapevano quello che dicevano quando definirono il detto “nomen omen” (il destino nel nome!): lei era la dea di quella selva oscura sotterranea, una speranza di bellezza in un antro buio scavato nel sottosuolo. A dispetto di tutti noi che sudavamo e producevamo gas esausti, lei sembrava fresca come un polaretto e totalmente indifferente a quel caos contagioso e opprimente. Teneva tra le mani un libro di 3-400 pagine, un’edizione economica e ingiallita, BEST SELLER TeaDue Edizioni. Ci ho messo tutto il viaggio di ritorno per riuscire a leggere il titolo sulla copertina, troppe le distrazioni tra i suoi occhi verdi e le sue curve mozzafiato, troppo lo stress da contatto illecito con quella folla accalcata. Poi lei è scesa a Termini, io sono rimasto solo col suo ricordo, il suo profumo ed un nome in testa: “IL GIORNO DOPO DOMANI”… per le successive fermate ho fantasticato su quale potesse essere la trama di quel campione di incassi che aveva avuto la fortuna di essere letto da quella creatura senza eguali…
Dopo pochi giorni ho comprato il libro di Allan Folsom senza leggerne la trama in quarta di copertina, senza badare all'immagine in riferimento al contenuto. Ricordo di averlo iniziato e finito nel giro di una notte… un colpo di fulmine lungo quasi 400 pagine fatto di spie, militari spetsnaz, fughe, siringhe per anestetizzare, silenziatori, sparatorie… tutto ha avuto inizio così.


PASTURARE è UN’ARTE 
Provo Nome In Codice Visual nella appena trascorsa Lucca C&G, dopo 1 minuto di spiegazione e 5 di partita con mio figlio e la dismostratrice ciclopica ho già la scatola in una delle mie mille buste.
Lo porto per il pranzo domenicale dai miei suoceri dove sono certo che ci sarà mia nipote Lolla, mia cognata Lesia e tutto il parentado che da tempo educo ormai a filler e pancake. Ci sono voluti un po di anni ma la storica scala quaranta si è trasformata in 6 nimmt e se mi dimentico Bohnanza anche una sola volta c’è mia suocera che fa finta di dimenticarsi la sambuca nel mio caffè per protesta!

Ultimamente si stavano assuefacendo ai grandi classici (Dixit, Vudù, ...) e sentivo la necessità di spiazzarli con qualche cosa di nuovo, qualche cosa di intrigante, competitivo ma semplice.
Dopo il pranzo da doppio bypass gastrico tipico di mia suocera vedo le pupille di molti velarsi di una patina bianca… “è IL MOMENTO ALBO!” mi dico e faccio cadere per sbaglio dallo zaino la scatolina arancione di Visual mentre sistemo il pc nello zaino.

Ehi aspetta un attimo.. e questo? È nuovo, non ce lo hai mai fatto giocare… VEDERE VEDERE VEDERE?!?!” mi fa Lesia abboccando all’esca che gli ho appena nascosto in un manicaretto a forma di Cranio Creations.

NOME IN CODICE VISUAL
Gioco per 2-8+ agenti segreti di almeno 14 anni (ma fidatevi ne bastano 6 per fare l’operativo) della durata a partita di circa 15 minuti. 

Nella scatola ci sono tasselli agenzia rosse e blu per coprire gli agenti individuati delle diverse squadre. Poi troviamo tasselli ignari passanti e la tessera assassino (nera). A chiudere ci sono le carte immagine (fronte-retro) e il mazzo chiavi per i due capi dell’agenzia e che rappresentano lo schema di posizione delle carte da dar indovinare per vincere.
Codename Visual, come il suo precedente, è un gioco a squadre dove ogni gruppo di giocatori veste i panni di un’agenzia di servizi segreti. All’interno della squadra va indicato un leader che sarà quello che darà gli indizi per i suoi mentre gli altri (agenti operativi) dovranno decodificare i messaggi in codice ed evitare di passare per luoghi piantonati dalle spie rivali o dall'assassino.
Sul tavolo si dispongono 4 file di 5 carte immagine (molto evocative) a rappresentare i 20 luoghi dove gli agenti operativi si possono recare per ricevere un contatto con delle spie in incognito.

I capi agenzia dovranno dare come indizio una parola e un numero. Il numero indicherà quante carte ancora scoperte sul tavolo hanno in comune un elemento richiamato dalla parola. Così dire “Animale 2” per far indovinare la carta col dinosauro-canguro e la piscinetta da cui spunta una pinna di squalo può essere un modo per spianare la strada verso la vittoria della propria squadra.

Gli agenti operativi dopo un rapido consulto toccano una carta che per loro è tra quelle accomunate dalla parola dell'indizio. Toccano solo una carta e vedono se il capo agenzia copre quella carta con il proprio tassello squadra ad indicare che è stata individuata e c'è stato il contatto tra agente operativo e spia. Dopo ogni tentativo degli agenti  il capo agenzia controlla la carta chiave e verifica se il luogo indicato appartiene a quelli del proprio colore, degli avversari oppure se ci sono dei passanti. In tutti i casi la carta sul tavolo viene coperta con la tessera corrispondente (rispetto lo schema della chiave): se il luogo apparteneva alla squadra di turno allora gli operativi possono continuare ad indicare successivi luoghi fino ad un massimo pari al numero dell’ultimo indizio più uno (es. Animale-2 permette di puntare il dito al massimo su tre carte consecutivamente qualora si risponda sempre correttamente). Se la squadra sbaglia e individua un luogo avversario o dove c’è un passante allora la mano passa all’altra squadra. Ma c’è un assassino in giro e se per sbaglio gli agenti fraintendono il messaggio in codice del loro capo agenzia ed indicano il luogo dove questo killer si cela allora perdono la partita istantaneamente. Salvo questo caso però vince la squadra che per prima piazza tutte le tessere del proprio colore.

PARENTI DIFFIDENTI
Dopo aver diviso la famiglia in due tipo Romolo e Remo, spiego le regole con un paio di esempi ma non vedo molte facce convinte… sembrano insicuri sul fatto che quel gioco possa piacere: “Ohi ricordati che ci hai assuefatti coi fagioli di Bohnanza, ora non è che ci puoi dare da mangiare del fumo senza l’arrosto!” fa Lesia con un ghignetto irriverente. Ma è solo una partenza a freddo, conosco i miei giochi e i miei polli e mi ringrazieranno.
Nella mia squadra c’è mio figlio LA, mia nipote Lolla e mio suocero vestiamo i panni dei rossi e cominciamo per primi. Nella squadra blu invece è capitanata da mia moglie Dani che si è scelta mia cognata Lesia, mia suocera e mio cognato che fa finta di non partecipare ma sta li curioso come un gatto sotto un albero di Natale.

Inizio con un profilo basso alla Denny De Vito dando un indizio per due carte… mio figlio LA azzecca la prima ma sbaglia la seconda che per fortuna è un ignaro passante.
Dani riesce subito a far indovinare i primi due indizi ai suoi come se ci giocasse da anni... ridono e mi scherniscono come per dire: "Stai sempre a giocà co sti giochetti e poi prendi scuffie a destra e a manca!"... maledetti D: 

Tocca di nuovo a me che inizio a scaldarmi tipo fonduta e vedo le connessioni tra le immagini in stile codice di matrix. Quando dopo 40 secondi mia moglie mi da un calcio realizzo che il mio tentativo di dare un indizio per 4 carte è un’impresa troppo estrema per le mie possibilità, mi accontento di un triz. Questa volta chiedo a tutti di consultarsi… la prima l’azzeccano, la seconda pure… ANCHE LA TERZA! Daje! Ora da regolamento hanno un’ulteriore chace e visto che nella precedente risposta avevano sbagliato ritentano e centrano il bersaglio… FOUR IN A ROW!! Faccio il batti-batti di Tafazi ma le occhiatacce che ricevo mi dicono che c'è poca voglia di umorismo. Siamo a metà dell’opera.

Mia moglie però è una tipa competitiva e sentendo il fiato sul collo inizia a fare leva sulla sua capacità dialettica e tira fuori dal cilindro un indizio x4 carte… sua sorella è una specie di macchina automatica, dove punta il dito incontra agenti blu… ne indovina tre di fila, poi sulla quarta ha una svista, non nota che ci sono due carte che potrebbero essere accomunabili dallo stesso indizio ma sono chiaramente diverse per un dettaglio abbastanza evidente: punta su quella sbagliata… per loro fortuna è un passante quindi tocca di nuovo a me. Ma stavolta sbaglio di brutto e Lolla fraintende, punta il dito sull'assassino... ABBIAMO PERSO!

Questo è solo la prima battaglia, la guerra è lunga da vincere…  andiamo avanti così per quasi 2 ore tra colpi di scena, contatti con gli agenti sbagliati, corse, sparatorie, botta e risposta, rivincite, riperdite, sconfitte all’ultima carta, perculamenti, grappa barricata, birra e mignon…una normale domenica dai suoceri

UN POMERIGGIO DA BEONI!
In fin dei conti il gioco ha pochissime regole ed è accessibile proprio a tutti, ma non è per niente banale: chi deve formulare gli indizi può per prima cosa tentare di accomunare più di due carte (mai solo una) così da rendere più veloce la vittoria ma con tutte le difficoltà che ne conseguono. Infatti più carte da scoprire significa più rischio di errore e più possibilità di incappare negli agenti avversari o nell’assassino. Inoltre molte carte hanno tratti comuni ma non tutte dovranno essere indovinate della stessa squadra in base allo schema della carta chiave. Quindi spesso dando un indizio si include anche “roba avversaria” ma nel mestiere dello 007 sono rischi che si possono correre. Siamo tutti grandi e vaccinati.
Divertente l’idea di voltare le carte immagine sul tavolo per usarle anche dal fronte coperto per il round successivo; comunque nella confezione ce ne sono così tante da garantire una longevità praticamente infinita. Inoltre la durata molto contenuta del singolo match e la modalità di gioco a squadre invita a giocare e rigiocare per poter avere materiale sufficiente a percularsi per settimane! TOP!
Una scatola così non deve mancare nelle sere di Natale in cui ci si raduna con le scorze di arancio a tappare caselle della tombola… NONNE è ARRIVATO L’ASSASSINO!

In chiusura, per chi come me avesse anche Nome in Codice (la prima versione quella con le carte a testo invece che a immagini) è possibile utilizzare le due versioni in combo, con carte chiave 5x5 (invece che quelle di visual 4x5) oppure utilizzando un mix di carte testo/immagine. Le meccaniche di gioco restano le stesse. Per gli hard gamer si può mettere a tre il limite di carte accomunate dall'indizio.

Non resta che setuppare la partita, invitare gli amici di mille missioni, creare due agenzie di spietate spie e prepararsi al divertimento! Grande Cranio!

"Lei ha parlato di forte influenza politica, signor presidente. E se questa faccenda andasse al di là di un complotto fra i suoi 'amici' e Merriman Foxx? E se coinvolgesse anche le streghe? E se la 'Regola' di Macchiavelli non fosse soltanto un favoleggiato codicillo del Principe, ma avesse davvero dato vita a un piano scellerato?" 
(grazie Allan per le ore che mi hai fatto passare incollato alle pagine dei tuoi libri)



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