martedì 22 marzo 2016

Autori in Gioco: prototipi all'ultimo token!

Mi giro e mi rigiro nel letto, le immagini dei prototipi tornano nella mia mente mentre dormo, stanco come un pupazzo crash-test-dummies dopo una giornata di ordinaria follia.
Le palpebre mi vibrano con movimenti inconsulti, subito sotto si refreshano i frame dei giochi visti, playtestati, di quelli sudati, di quelli impastati, ancora acerbi, di quelli strizzati, di quelli goduti, bagnati, sporcati, di quelli orgasmati, infamati, di quelli maltrattati…. Ordinati, disordinati, scotchati, stampati, sbavati, stondati, curvati…
Apro gli occhi ed inizio a scrivere!


NOTTI DA INCUBO ALTRO CHE RAMSAY
La sera prima finisco di lavorare alle 2:30… seguo un progetto che tra un mese va Go-Live… la tensione è massima, giro con una media di 200 mail tra lette e scritte, mai meno di 14 ore di lavoro… molte la notte a casa in extratime non retribuito… ho il colon che lampeggia rosso come le luci di un film di Tinto Brass. La sera a cena mi è rimasto il bolo tra esofago e valvola gastrica…. Sento uno strano propulsore al sapore di vomito che mi crea incubi… Riposo a singhiozzi come la marmitta con la banana di Eddie Murphy, ogni 45 minuti la piccola MD si sveglia per un paio di centilitri di latte Mellin, 2,40 ogni 200ml… ne prepari 120, ne butti più della metà… Crescere costa caro è per questo che nasciamo con i debiti statali sulle spalle :D

La mattina mia moglie e i piccoli sono tipo i lanzichenecchi di Manzoni… chi con la congiuntivite, chi con il virus intestinale, chi con raffeddore e febbre…
Esco di casa con un accumulo di ritardo micidiale, il sole è altissimo in cielo e guido lo scooter senza guanti… sembra primavera, fino a ieri pioveva e tirava un vento polare come la stella.
Arrivo nel parcheggio che il monocilindro del mio Liberty sembra la lava dell’Etna, fuso che ribolle, emette uno strano odore dalla marmitta, fingo di non vedere, di non sentire.
Due foto ai cartelloni e sono all’ingresso: “Bella Marco, Bella Leo!” Saluto Piola Caselli e il Caviolone nazionale, anche noto come l’Othellaro! Mi becco un cartellino BLOGGER e una nomination tra i giurati del contest… la novità di quest’anno è che ad Autori In Gioco si inizieranno le selezioni per assegnare tre premi messi in palio da Dal Tenda + Cosplayou! Il primo classificato di Token & Dice vincerà un contratto con Cosplayou per realizzare un gioco, il secondo un’inscrizione gratuita al premio Archimede, al terzo un buono di 50Euro Dal Tenda!
In sala 42 autori, ognuno con i suoi prototipi per i playtest, solo uno per vincere la gara!

LA ROCCIA E IL DRAGO (Tommaso Battista)
"In una vallata particolarmente ricca di preziosi diamanti, ma abitata da temibili draghi, da 2 a 4 giocatori si sfidano per raccoglierne in maggior numero senza incappare nell’ira dei padroni di casa. Nel proprio turno i giocatori usano i membri della propria spedizione per costruire il loro avamposto, combattere per scacciare i draghi ed estrarre le risorse del sottosuolo. Alcune risorse meno preziose saranno però utili per migliorare le proprie possibilità sul territorio, mentre i diamanti forniranno i punti per vincere."
Con i Panta Bross, Marco e Leo ci dividiamo i tavoli… io prima di iniziare mi do una “scaldata” con il prototipo di Tommaso Battista La Roccia e il Drago. Acchiappiamo Maurizzio Ciottilli (che finalmente incontro al tavolo) e ci facciamo una sessione da due io e lui con il Maestro Tom tutto per noi.

Ad occhio il prototipo ricorda Rapaci (come mi conferma Tommaso) che avevo provato l’anno scorso. L’ambientazione è simile ma al posto dei pennutti ci sono tre Sputafuoco squamosi e incazzosi.
Il tabellone è composto da tessere 3D che rappresentano dei canion scavati nella terra: “makkeffigata!” mi scappa tra i denti, non capita spesso di vederne di cose così.
Gli scavatori dei giocatori saliranno e scenderanno da un livello all’altro utilizzando punti movimento o ascensori; salteranno da una parte all’altra grazie ai ponti, spicconeranno per estrarre legno o ferro dalla nuda terra. Costruiranno avamposti e cercheranno le maggioranze per occupare territori che rendano gemme utili a fare punti sul finale

Il prototipo fila fluido come i Pink, sembra ben impostato ed alterna a occupazione della mappa in stile 8minuti anche una gestione di cubetti nel sacchetto per potenziarsi contro i draghi e acquisire immunità e bonus. La modalità card-driven poi è veramente ben fatta: ogni carta ha una prima metà che sono le azioni one-shot, poi c’è la parte in alto attivabile spendendo risorse dalla propria riserva che permettono di incrementare bonus permanenti (movimento+1, attacco+1,  etc). Un prototipo ad un buon livello di realizzazione per essere recente nel concepimento, bravo Tommy!
Con Maurizio ce le diamo giù di bella e quando decidiamo che è arrivato il momento di passare al tavolo successivo alla conta finale gli strapazzo lo sfintere più vicino a terra! Cosa non farebbe un gamer per una vittoria! Belle vibrazioni e compagnia super cool!
Mi è piaciuto il sali-e-scendi tra i canion e l’incombere dei draghi a cagarti in testa tipo piccioni visto che a fine del tuo turno se ti trovi su di essi ti mandano un cubetto nel sacchetto a fare guerra! German di carte con mappa componibile e determinismo cosmico. Le maggioranze e le carte alla Bomarzo in questo caso sono ancor più in linea con la tematica. benissimo!
 Il mio unico suggerimento è di utilizzare il drago per ammazzare l’avversario… poco german lo so ma che ci posso fare se il mio credo è odia il prossimo(di turno) più di te stesso! :D

DIAMONDS HUNTER (Stefano Tantari)
"La borsa dei Diamanti dovrebbe essere il secondo nome di questo gioco ambientato nel mercato delle pietre preziose. Ancora in via di sviluppo necessita di ulteriori playtest che spero possa condurre ad AIG. Gestionale in cui devi accaparrarti le migliori pietre disponibili (nelle Miniere Paese Esportatore) al minor prezzo per poi rivenderle al migliore offerente possibile giocando con i meccanismi borsistici. Gioco di commercio, astuzia, opportunismo e lungimiranza."

Noto il tavolo di Stefano del quale lo scorso anno avevo già provato Proelium Roma contra Cartago che tra miniaturine di Elefanti realizzati a mano e Balliste con spuntoni da fiondare aveva fatto innamorare mio figlio di quasi 5 anni!

Questa volta per l’occasione Stefano apparecchia il suo gioco delle pietre preziose, quello più giovane tra i suoi prototipi ma che promette a occhio dell’ottimo terreno di gioco sia per meccaniche che per componenti.
Precettiamo per l’occasione Luigi e Stefano di Giochi Uniti quindi dopo i convenevoli ci lasciamo immergere nel mercato bianco e nero delle pietre.
Al centro del tavolo un contenitore fatto a mano nel quale scorrono tanti dadi quanti i giocatori: è il cuore del gioco, un segna turni ma che assolve anche funzione di valore di mercato, indicatore di profitto e di puntate, tag per il dado che andrà sul mercato in nero.
Vicino ci sono gli spazzi per i lotti sui quali si piazzano tre gemme estratte a caso dal sacchetto. Su questi lotti si fanno delle puntate tipo poker per cercare di prendersi un lotto “ricco” o con pietre che tendereanno a salire di valore.

Il tema borsistico è forte e l’interazione alta, sia sui lotti che sul tabellone contapunti dove una track ancora in fase di tuning viene solcata da piccoli furgoncini portavalori a segnare chi è il leader delle vendite e ad indicare quale giocatore sarà nel top ranking e quale verrà scalzato nel mercato nero.
La fase di vendita per cercare di ottenere le pietre del proprio colore da esporre in vetrina; la guerra ai prezzi; l’ostacolo del contrabbando che diventa fattore abilitante per lo scambio senza pecunia… insomma c’è tanta roba in un gioco contenuto nei materiali ma sul quale si può investire veramente molto rimanendoci dentro coi costi.
Dagli esperti di Giochi Uniti vengono commenti positivi e alcuni preziosi consigli che spero portino il prototipo ad un futuro scaffale per i gamer!

THE HEDGE (Joel Turco)
"Durante il proprio turno ciascun giocatore posiziona una delle sue tessere per liberarne due di quelle presenti sulla ragnatela e sposta il ragno per ostacolare i suoi avversari. Una volta terminate le mosse possibili i giocatori calcolano i punti per ciascuna tessera ottenuta dello stesso Tipo, Colore e Rango, colui che colleziona il maggior numero di punti è il vincitore." 

Verso le 13:00 decido che mangiare non mi è concesso… ho perso troppo tempo la mattina e "DEVO DA GIOCARE!"
Joel è un tipo simpatico, sul timido coccolone tipo Po di Kung Fu Panda; braccio tatuato, trascorsi londinesi, sguardo furbnetto… presenta il suo gioco sugli insettini…. “mh… tasselli esagonali… insettini… te l’ha mai detto nessuno che ricorda Hive… anche il titolo….” Ma poi iniziamo a giocare e BADABIM! Una figata!
Si parte da una configurazione di tessere randomiche, noi giochiamo in tre e ognuno parte dal suo esagono con il QuestionMark (?).

Il gioco finisce quando non ci sono più mosse possibili e vince chi totalizza più punti che si calcolano con vari criteri che vanno dalla maggioranza sui numeri (cardinalità) delle tessere allo stesso colore, allo stesso insettino etc. Per chi riuscisse a fare 8 insetti diversi ci sarebbero 12 punti a disposizione.
Nel turno piazzi e prendi due delle tre tessere che con la tua formano un “filotto” di tre che abbiano cardinalità, colore o insetto uguali.
La seconda mossa è lo spostamento della Tessitrice… un ragnaccio ritagliato al laser da un tassello di compensato da 8mm… una figata! Il venefico aracnide va piazzato sempre all’incrocio tra tre tessere ed impedisce al giocatore successivo di comporre tris con quelle tessere.

Sulle prime il gioco sembra facile ma poi quando si prendono le misure inizia una guerra tra cervelli in fuga: come piazzare le tessere per prendere quali tessere è funzione della propria strategia sul punteggio che si vuole chiudere ma anche in base a quello che hanno gli avversari (quello a sinistra in particolare è nella lente del nostro micro scopio per coleotteri). Si perde una tessera che si piazza, se ne guadagnano due quindi si aumenta di una tessera per turno il proprio arsenale. Zanzara, mosaca, farfalla, scarabelo, libellula, formica, grillo, coleottero…. Otto le razze, tre i colori, 6 i valori possibili ma più è alto il numero più è difficile ottenere il punteggio corrispondente perché anche gli altri avranno modo di prendere le stesse tessere.
Insomma dopo una ventina abbondanti di minuti terminiamo la partita felici come l’imminente Pasqua!
Il gioco è semplice, forse a prima vista può ricordare ambientazioni simili ma la meccanica del metto per riprendere, della colonia di esagoni che se spezzata fa scartare le carte rimaste via, la tarantola tessitrice che si sposta di qua e di la a bloccare gli avversari…. Veramente un’idea originale e una meccanica semplice ma profonda. In due gira come le lame rotanti di Goldrake e fa l’effetto tagliagole di Carcassone e Robespierre!
Grafica curata da uno che di grafica se ne intende.
Bravo  Joel questo gioco spacca!

DOCTOR CRUTCH (Marco Maru)
“Il vetusto e sclerotico luminare dottor Crutch è in cerca di un nuovo assistente. La paga è buona ed il vecchio non sembra lontano dal regno dei cieli; occasione ghiotta per la ciurma di nuovi camici bianchi freschi di tirocinio.

Una settimana di tempo per accaparrarsi il posto, in un mare di diagnosi inverosimili e primari nullafacenti, epidemie incontrollabili e stanze che non si trovano più dov’erano il giorno prima. Benvenuti al Chronicity General Hospital. Ehi, c’è un tizio in fiamme!”

Il calo di zuccheri è imminente… sento uno ronzio nel retrocranio tipo acufene e fischi…. O “amprifon scassato demmerda” come diceva il mio vecchio nonno! Ma la lista è ancora lunga e cambio sala per andare Dal barbutissimo Marco Maru che per la manifestazione monta su dei capelli appuntiti tra il sonic e il Vegeta in cerca di Kakarot!
Lo scorso anno AIG era in una sola stanzona… ora ci si allarga per dare modo a tutti di partecipare e vista l’esplosione di consensi, sia di autori che di case editrici che di visitatori… qualche metro quadrato in più ci sta bene come un Lagavulin con un Cohiba!
Marco dopo i saluti mi presenta i suoi due prototipi apparecchiati al tavolo, il colpo d’occhio è pazzesco, ho un attimo le vertigini e sento risalire su dalla corteccia grigia un subset di vecchi ricordi di giochi ad 8BIT di quando ero ancora un pischello e passavo le giornate tra Sega Master System e “famose na tedesca sulla serranda del bar de zio!” che poi finiva sempre con la solita “AHO… E MOH VO BUCO STO PALLONE!” più imprecazioni locali che capirebbero in pochi!
(NdR - Prima che continuo: per TEDESCA si intende una partita al gioco del pallone dove un gruppo di amici partono tutti con un punteggio e scalano punti a chi sta in porta in base al modo in cui segnano, uscendo se la tirano fuori… “OH MA LA TRAVERSA SALVA EH!?”. Quindi la frase “Famose na tedesca” non tratta storie di branco, stupri o roba simile!... no giusto per chiarezza e non rischiare la galera senza motivo).

Ripreso con la xiloprite di primo soccorso da Doctor-Maru-inda-House ecco che capisco che tra i due giochi quello che andrà in gara sarà proprio il Chronicity General Hospital… mi dice bene visto il mio quasi chock per pranzo saltato e non-sonno da ormai una ventina d’anni.
Già dalla descrizione sul volantino capisco che sto di fronte a un genio-del-nerd! Il filo conduttore con i videogame anni 90 è chiaro e la cosa mi prende benissimo.
I giocatori sono chiamati a gestire le mille difficoltà che si incontrano bazzicando per le corsie ma dal punto di vista di specializzandi che dovranno ingraziarsi il capo reparto di turno nella speranza di qualche spicciolo di stipendio e un camice alla Crubs!
Il gioco è un german con twist per 2-5 giocatori che va più verso il settore setole che non verso quello mittle-giocatoren!
Il tabellone si compone random a partire dalla tessera in basso a sinistra della reception di accettazione. L’ascensore scala tre piani e i tassellini si sposeranno tra tutte le sale per cercare di gestire al meglio la pipeline di gentaglia che farà la fila per malori di vario tipo. Il tono è chiaramente autoironico, cerca di stemperare l’idea pesantona dei reparti ospedalieri offrendo un’esperienza di gioco intensa e interattiva visto che “a noi ci piace il german ma poi pure l’interazione… e un pizzico di culo non guasta!”.
La componentistica per essere un prototipo è ok e la cura dei particolari è da addetto ai lavori.
Si siede con me anche l’amico (si si faccio il coatto… anche senza autorizzazione scrivo così)… il grande amico Pierluca Zizzi… ha il polso fratturato dopo gli autografi che ha dovuto mettere sulle mie scatole che riportano il suo nome… dalle prossime troveremo “Andrea Chiarvesio e Gianluigi Sissi”… ce lo vedo nei panni della principessa (ora mi sono proprio allargato!).
Con Pierluca ci facciamo spiegare il prototipo e ci facciamo un giro lampo.

Le meccaniche a mio avviso girano bene, qualche cesellata qua e la per migliorare la fluidità: l’interfono, lo scheduling dell’agenda di ogni specializzando, il twist interattivo per scombussolare i piani… tutte trovate a mio avviso molto ben pensate; forse rispetto al classico german di coltivazione orticello e grattamento scrotali molto più “rovina strategie” tipo quelle bambole bionde vestite di rosso che fanno mollare il tipo con quattro figli e la macchina familiare dalla moglie cacacazzi conosciuta all’asilo… una cosa che molti detestano perché da una vita german ci si aspetta un gioco lineare… “sono inteligente, ho fatto bene i miei conti, ho dato l’acqua al seme, quello si trasforma in risorse, le uso per acquistare, strasformo e se mi riesce la combo vinco e prendo per il culo abbestia!”.
Per sovvertire questo status serve coraggio e un pizzico di follia, due attributi che il barbuto autore romano ha di sicuro anche se parlandoci sembra calmo  e pacato, assennato…. L’opposto contrario di uno schizzato come me.
Bravo Marco, il gioco mi piace, la cartella clinica blind che vedi solo tu, i farmaci da somministrare in stanze specifiche ma se sei “sgamato” puoi pure fargli la bilirubina sulle scale…. APPROVED!

CIRCUS (Pierluca Zizzi)
Dopo il checkup nell’ospedale di Maru, con Zizzi iniziamo le solite due chiacchiere e tra il losco e il brusco mi ritrovo a playtestare il suo Circus, un gioco per 2-5 giocatori di almeno 10 anni per 5 minuti a cranio.
Dalla minuscola scatolina escono delle piccole carte e cinque dadi che sembrano da 6 ma sono dei fottuti-d4-senza-gloria! Roba che se non te lo dicono rischi di diventarci pazzo le prime volte che rolli e fai solo uni! Poi chiaramente ci arrivi che qualche cosa non torna ma sulle prime la smadonnata è garantita e io da normo-player non faccio da meno: “MECOJONI!” riferendomi ad un tiro di una certa sfortuna!
Da tre mazzetti si estraggono e piazzano sul tavolo alcune di esse (in base al numero di giocatori e alla durata… ma questo è tutto da settare ancora credo). Le tre righe così formate hanno carte che appartengono ognuna ad una diversa categoria: Training (bonus one shot sui dadi), Skills (modificatori permanenti), Acts (i criteri per il punteggio di fine partita).
La partia si divide in due fasi: nella prima i giocatori si alternano a pescare 1 carta tra quelle estratte (o tra una coperta di uno dei tre mazzetti). Dopo aver composto il proprio set di 5 carte si passa alla fase 2 dove inizia l’azione: si rollano e modificano i dadi in base al proprio Training e Skills, poi una volta chiusa la combo si dichiara quale obiettivo delle carte Acts si è riuscito a raggiungere e si decreta il vincitore.
Un gioco brillante, veloce, compatto, semplice ma divertentissimo e longevo… un prodotto bello e finito che ha già un editore e relativo autografo su contratto di prelazione….. Questo mi diventa un classico tipo Dobble o Fantascatti!
Come se servissero conferme per dirmi chi è uno dei miei autori preferiti italiani!:))

DIJINN (Pierluca Zizzi)
Sempre a tema scatolina magica, Pierluca mi ritira fuori il gioco della lampada e del genio testato a Lucca… “Ho fatto due modifichine che ti piaceranno” mi fa lui incuriosendomi come un delfino amante delle caramelle fruttose!
Il gioco il cui nome significa Genio (e qui chiaramente c’è un’ispirazione al sottoscritto…. fischi!) scala da 2 a 5 per un timing che si aggira intorno ai 15 minuti quindi un riempitivo ma non banale.
Il set di tessere che prima veniva spalmato a terra coperto come un memory in inverno, ora mi si trasforma in un set di pile tutte da 7 tessere tranne una da 4 (c’è sempre un perché!).
Al proprio turno un giocatore può Guardare una (o più) pila(/e) oppure rivelare una tessera precedentemente “selezionata” da una pila. Se il giocatore decide di guardare allora sceglie una pila e ne guarda tutte le tessere, poi può prendere una delle tessere oppure guardare un’altra pila e da questa scegliere se prendere una tessera o no.
Il gioco termina quando un giocatore ottiene d’avanti a se 11 tessere (i geni non si contano).
Il cuore del gioco però è nelle tessere che si rivelano. Queste infatti si attivano in coppia e danno punti vittoria o monete in base ad un player aid che ricorda anche alcune maggioranze da tenere a mente per avere la meglio sugli altri.
Il gioco rispetto all’ultima volta è migliorato tantissimo, con un paio di nuovi personaggi veramente importanti e che regalano un’interazione maggiore. L’idea delle pilette poi è perfetta perché toglie quella barriera mnemonia ai non amanti del genere e regala una maggior giocabilità grazie alle combo tra tessere che si possono trovare nella stessa pila; questo comporta implicitamente una componente di “lettura” dei comportamenti degli avversari che punteranno con insistenza su una pila che diventerà presto oggetto di “occhiate indiscrete” da parte degli altri….. sarà stato un bluff?
Se non bastasse c’è il ladro che ti fotte le tessere tesoro…. Insomma interazione, velocità…. Ma che figata!


EVOLUZIONE (Anna Luisa D’Antoni)

"Nel gioco ogni partecipante ha una squadra composta da 9 specie di animali che nascono sul pianeta terra e devono sfuggire ai loro predatori naturali. Vince chi avrà il numero maggiore di specie animali sopravvissute."

Quando sto per svenire causa calo glicemico, mi trascino alle macchinette e chi ti incontro? Luisa, l’autrice di Evoluzione così sapendo chi fosse e avendola nella lista delle persone con cui giocare per le valutazioni del contest, decido di avviare il lavoro nella pausa caffè. Lei si dimostra subito una maestra nell’arte della comunicazione, cosa che non si trova molto facilmente nel mondo dei gamer dove spesso trovi l’autistico nerd che sa a memoria tutte le migliori partite di Kasparov, o le strategie dominanti di tutti i giochi bucati sul web a forza di partite online.
 L’idea che spinge Luisa è un connubio tra approccio scientifico e volontà educative “domani non si insegneranno più le materi sui libri ma solo attraverso il gioco”, certe visioni fanno bene all’umanità altrimenti non ci saremmo evoluti… e visto che il suo gioco parla proprio di questo, di evoluzione della specie e di sopravvivenza inizia a farsi interessante.

Lei si è studiata Darwin partendo dal programma di scuola per bambini delle primarie: l’evoluzione della specie va spiegata come si deve per far capire che il predatore mangia la preda ma è anche lui soggetto ad una catena alimentare che deve chiudersi su se stessa e inoltre nel continuo cambiamento chi si adatta prima sopravvive andando a scontrarsi con quelli che sono i capi Alfa della propria razza… Insomma una bella miscela.
E di miscela possiamo parlare senza problemi trattando il suo Eoluzione, gioco di società (come li facevano una volta) per 2-4 giocatori della durata variabile in funzione della modalità di gioco. La scatola infatti racchiude come una matriosca tre approcci al tema trattato: uno per bambini, una sopravvivenza e l’altra predominio.
Il tabellone si compone con 4 pezzoni di puzzle a rappresentare il mondo. Su di esso una matrice di quadrati ciascuno raffigurante alcuni habitat per le diverse razze. Il motore del gioco sono due dadi che fanno spostare gli animali e li fanno scontrare.
Nelle tre modalità una è illustrativa, la seconda e la terza sono di gioco vero con un elevatissimo livello di interattività.
Nella prima modalità si fanno nascere animali e in base ad uno schema di catena alimentare si catturano gli avversari (serpente mangia lucertola che mangia ragno etc….)
Nella seconda modalità invece si parte tutti con gli animali schierati e ci si azzuffa per tipologie di specie omogenee (leone contro leone, scimmmia contro scimmia).
Quando Luisa mi sta spiegando il suo gioco finalmente arriva Kuldran che si siede e tra noi inizia il solito duello all’ultimo sangue per il dominio della razza-giocatore.

Il terreno di gioco è quanto di più adatto si possa richiedere ad un boardgame, interattività assoluta.
Nella modalità predominio della razza ogni scontro è tra me e lui. I dadi per risolvere i combattimenti sembrano divertirsi pure loro e ad oltranza fanno vincere entrambi per rimettere in bilico la bilancia. La sua scimmia ammazza tipo Bonobo il mio orango… il mio Leone divora il suo; poi è il turno dei serpenti… lui ci prova a farmi fuore il mio back diamond ma il suo mamba resta spellato sulla sabbia!
Insomma, gioco per darsele di santa ragione, guidato da dato-fortuna e da carte combattimento a decretare i colori vincenti. Carte rinascita per rigenerare i caduti e carte Habitat per i punti vittoria finali. BELLASTORIA!
Nota a margine: i materiali del gioco sono da infarto per quanto sono belli e dal fai da te alla ludicagiochi.com il messaggio è: TAAAAANTA ROBA!

CAMPIONI DEL BORGO (Alessandro Negri)
"A Gollipoli il calcio è l’unica cosa che conta. Sei il presidente della squadra di uno dei quattro borghi che la compongono e il tuo più grande desiderio è conquistare la Coppa dalle Grandi Orecchie. Al sindaco però non interessano solo i risultati sportivi, lui premierà solo la squadra che alla fine dell’anno si sarà distinta per il prestigio raggiunto, non solo per la vittoria del torneo. Quindi dovrai anche stare attento al bilancio e investire sulle infrastrutture per poter vince"
 
Con Kuldran a farmi compagnia  butto tra i denti un paio di tramezzini al baretto di fronte. Tornati alla carica ci fiondiamo sul gioco di un esordiente di Latina, un occhialuto ma simpaticissimo Alessandro-Mazzone-Negri che forte della sua passione e del supporto della sua cricca di amici-calciatori ci trasporta a bordo campo con il suo Campioni del Borgo. Dalle parti di Latina è pieno di porghi… per citarne alcuni: Borgo Baiziza, Borgo Podgora, Borgo Montello…. Lo so perché ci passo le estati a pedalare sotto il sole cocente, a fare km di pianura per il fondo e le ripetute… 45 km senza incontrare una salita. Il paradiso degli stradisti (ma per me che faccio MTB un inferno come il suo asfalto rovente).

Sul tavolo l’apparecchiamento fa salire il gibbone sulle spalle, praticamente un tabellone raffigurante un centro sportivo, con uffici per il personale, campi per gli allenamenti, antenne per i media, centro scommesse e chi più che ha più ne metta. Ai quattro lati le plance giocatori si “attaccano” al tabellone e rappresentano il proprio impianto sportivo con campo e palazzina degli addetti e spogliatoi.
Scopo del gioco è raggiungere il maggior prestigio a fine stagione (non vince chi arriva prima al campionato!!): si tratta di un german di piazzamento per 4 giocatori in stile DojoKun cioè compone di 6 turni ognuno di 2 fasi: 1) piazzamento-esecuzione; 2) partita.
Il gioco è semplice nel regolamento quanto strategico nelle opzioni: bisogna pompare lo stadio per fare più soldi quando si ospitano le partite; si devono aumentare i livelli della palazzina per accogliere più esperti e poter attingere a carte bonus (permanenti o opzionali); si devono pagare i diritti televisivi per aumentare le entrate, si scommette sulle partite avversarie e poi… SI GIOCA! Ah che goduria, finalmente una partitella dopo mesi di astinenza dal pratoverde!
Dietro ad uno schermetto si compone la formazione dei propri 11 (tra cui eventuali stelle alla Messi acquistate dal mercato e con bonus addizionali). Nel primo tempo attacca chi è in casa, difende l’ospite, poi ci si inverte i ruoli prima dell’intervallo. Negli spogliatoi si possono rivedere le formazioni e giocare bonus in attacco o in difesa a seconda di modificatori o carte varie. Quando gli undici tornano in campo hanno ancora due turni attacco-difesa da giocare per decretare il risultato del match!
Le sfide si giocano con i dadi… tanti omini attaccano tanti dadi si tirano; chi difende tira allo stesso modo un numero di dadi pari ai propri giocatori di retroguardia… Se lo scarto è almeno di due per l’attaccante allora questo fa goal (tanti quanti la differenza attacco-difesa diviso due!); ma se è la difesa ad avere la meglio e lo scarto è almeno di tre punti allora il contropiedone va dritto in rete.
Le meccaniche piazzamento, risoluzione e risoluzione della partita sono qualche cosa di già noto ma l’ambientazione e la cura di grafica e materiali realizzativi sono assolutamente esaltanti: la sorellina di Alex Negri è un talento in questo settore e oltre alle caricature di tutti i giocatori della squadra del fratello si è vista incaricata del completo look & feel del gioco realizzando non tanto un prototipo ma un pilota vero e proprio pronto per la produzione.

Con Kuldran e gli altri ce ne diamo di santa ragione: stupenda la mia sfida con l’amico di Alessandro, Vincenzo nonché giocatore reale della squadra dell’autore.
In partenza gli piazzo un 3 a zero da fare gridare già al “ma che bucio de culo Albo” io che con i dadi sono notoriamente uno sfigato. Ma poi nello spogliatoio entra Trapattoni e mi prende l’embolo del catenaccio, butto 8 giocatori in difesa e con i soli due attaccanti prendo tre contropiedi e mi pareggia il brizzolato… Peccato non aver usato il modificatore +2 per sfangarla con un 3-2 di fino!
Ci alziamo dal tavolo che abbiamo ancora tanta voglia di giocare… come quando nei campetti di cemento armato non eravamo mai stanchi anche quando non c’erano più spazi per altre abrasioni sulle ginocchia sanguinanti!

Un german che non si inventa niente di nuovo ma che reinventa il piazzamento lavoratori + sfida dandogli una livrea da ultras! Tra scommesse, prese in giro, cori da curva e sbeffeggi, i 6 turni voleranno via come i pomeriggi all'Olimpico quando c'era Rudy Voeller, che belli quei tempi. In definitiva uno dei giochi che mi è piaciuto di più per l'interattività, la semplicità e la fluiditià generale. Se mi fai fare quella big box delux dal tuo amico falegna di Fondi (?!) con il panno verde tipo subbuteo ti dedico una rubrica tutta per te... BOARD GAME DA STADIO!
Bravissimo Alessandro! Si vede che c’è tanta passione: ci rigiochiamo a Modena!

IMPRESSIONISTI (Walter Nuccio)
"Sei un famoso pittore del periodo impressionista. Dovrai acquistare i colori giusti e miscelarli con abilità su una vera tavolozza per realizzare studi o quadri più impegnativi. Potrai aumentare il tuo livello tecnico, e dovrai decidere se vendere le tue opere, per acquisire denaro o un po’ di fama, oppure partecipare al Concorso. Una buona valutazione da parte dei giudici ti garantirà la vittoria" 
Quando la sveglia del mio orologio si mette a suonare e il sole fuori è sul calato andante tipo palpebra di Stallone, arriva Mister Piola Caselli a precettarmi per giudicare il gioco di Walter Nuccio.
La tua fama ti precede” gli dico io  nella stretta di mano… “ho letto grandi cose di te col mitico Dado Critico… andiamo a giocare!”.
Il gioco di Walter è un german 2-4 a tema pittoresco… cioè non pittoresco, proprio di pittori: Impressionisti a voler essere precisi. L’idea di fondo è che questi artisti erano soliti utilizzare su tela i colori assoluti per poi modellarli a pennellate artistiche, della serie "SEMO RAGAZZI FATTI COR PENNELLOOOOO E LE RAGAZZE FAMO INNAMMORAAAAAA". Il cuore del gioco è una interessantissima tavolozzina in dotazione a ciascun giocatore. La meccanica base è quella del mancala per i cubi colore che si prendono a mucchietti e si spostano seminandoli strada facendo.
Però c’è tanto di più: nel tabellone troviamo una zona azioni dove piazzare i propri “lavoratori”. La novità è che un lavoratore non si piazza in un’area ma nel segmento di separazione tra due di esse, attivando così una o entrambe le azioni. Tra queste ci sono modi più semplici per svuotare o riempire la tavolozza rispetto al consueto movimento a semina cubetti del mancala, perché di fondo lo scopo è quello di trovare il mix giusto di colori utili a poter dipingere un quadro.

Le opere d’arte si prendono sempre grazie alle azioni, poi per realizzarle si dovranno piazzare su una o più vaschette della tavolozza i mix di colori  indicati sul dipinto cercando di completarlo entro la stagione indicata. Fare un quadro con tema estivo durante l’inverno non è in linea con lo stile impressionistico così si prenderanno penalità se non si rispettano determinati parametri che coincidono con il segna turni.
Oltre ai quadri principali se ne possono realizzare di minori e questi aiutano anche a sviluppare il talento, ad acquisire alcune tecniche e a potersi cimentare in contest di artisti dove in base ai modificatori aggiunti al valore assoluto del proprio quadro, verrà stilata una classifica a fine anno e ci si spartiranno premi.
L’idea e la meccanica di base sono veramente robuste, nonostante il gioco sia piuttosto giovane come nascita.
Tutto gira oleato come un frantoio e le combinazioni per poter raggiungere la vittoria sono varie e mutevoli di partita in partita grazie alle tre carte giudice selezionate a caso in fase di setup. Ed è proprio nelle competizioni che ci si gioca i punti vittoria e in funzione di quando si entrerà nel contest sarà determinante per vincere il gradino più alto del podio oppure rimanere tra i perdenti. Avere opere d’arte consente di presentarsi con un punteggio alto, ma ritardare l’iscrizione potrebbe permettere a chi rincorre di accumulare modificatori e superare la valutazione degli altri per vincere il trofeo più ambito.
Quindi tanta interazione indiretta ma tangibile come un colpo di pennello in piena guancia.
Bella la trovata delle abilità che aiutano a massimizzare le combo e a partorire sempre strade nuove per combinare gli elementi. ARTISTICO!

CONCLUSIONI
 In definitiva un’edizione di Autori In Gioco veramente E C C E Z I O N A L E: il lavorone di Marco, Katiuscia e Leonardo è stato a dir poco INCREDIBILE, portando tra i tavoli autori espreti ed esordienti agguerriti e seminando tra le fila Editori del calibro di DvGiochi, Gotha Games, Plan Play, Giochix, RedGlove, Giochi Uniti, Lisciani Giochi, Ludus Magnus Studio, Cosplayou e Feve Games!

Bravi, chi semina vento raccoglie ma si spettina :DD
Ci rivediamo a Romics per il prosieguo del contest!.


14 commenti:

  1. ahahaha! Daje Simò, ti veniamo a infastidire mentre fai il di-mostro-atore hihihihh

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  2. Che dire! Sono davvero felice che vi sia piaciuto Hedge! Grazie per la splendida recensione!
    Ci vediamo al Romics!

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    1. The Hedge è un giochissimo! Di quelli che ti porti la sacchetta in spiagga e lo puoi proporre dal bambino 6+ giocato easy al gamer con il ferro tra i denti o alla nonna che si fore godere "il ponentino" a trastevere... insomma... NA FIGATA!
      Mi è dispiaciuto non riuscire a provare il gioco di carte con tema NIPPO... ma tanto dove scappi a Romics ti rimetto sotto torchio :DDDD
      Cioa bello

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    2. ahahah e chi scappa? anzi sto facendo le ultime modifiche proprio al nippo! Ma domani che fai? Siamo al Victorian Monkey per una giornata di playtest!

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    3. Ehh... mi piacerebbe ma a questo giro sto con la family che next week si parte per Modena :DDDD
      grazie per l'invito, al prossimo giro provo ad esserci

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  3. no Albo, no! 30 mila battute per un post sono veramente troppe... il mio cervelletto si rifiuta di leggere tutto :D

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    1. ahahahaha.... il tuo cervelletto ne regge pure 31 mila...
      stai senza pensieri Remo Bello! :DDD

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  4. Ciao Albo, sono la sorella di Alex (autore di Campioni del Borgo!) Grazie per tutti i complimenti e per la splendida recensione del gioco. Ci rivediamo a Modena! :)

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    1. GRANDISSSSSIMA ILARIA!
      è stato un piacere aver giocato al vostro gioco, complimenti meritati.
      Come detto ad Alessndro, se anche il buon Kuldran re dei Nerd, amante del basket e additatore del calcio come sport di bassa lena... se anche lui è rimasto folgorato da tanta "sostanza" per essere il vostro primo gioco.... che dire Clint: Albo sbaglia, Kuldran NO

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  5. Grande iniziativa! e articolo decisamente scorrevole!

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  6. I tuoi racconti mi ricordano la voce fuori campo di Frank Debrin / Leslie nielsen di una pallottola spuntata: per dire stare in bilico, si sente come un nano in piedi sul bordo di uno orinatoio. .. e non puoi permetterti di cadere. Sempre molto goliardico. Grande Albo.

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    1. Che complimentone, sempre troppo buono.
      Siamo stati a un metro quadro uno dall'altro e non ci siamo fatti neanche una partita insieme...
      Però quando hai rotto la sedia e sei caduto è stato il massimo "pijateje la targa eh.... Pijateje la targa"!! :))

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