A me capita spesso, vuoi perchè tra impegni di lavoro e famiglia non sempre riesco a trovare il tempo per "stare insieme", vuoi perchè la solitudine è una palestra che mi accompagna da sempre e nella quale spesso trovo rifugio per capire me stesso.
LA LEGGE DELLE DUE RUOTE
Era un po che non rimettevo le chiappe su Giustizia, la mia inossidabile amica a due ruote!
L'ho chiamata così perchè una bici non fa sconti a nessuno: può essere più leggera delle altre, può avere più tecnologia a corredo, ma quando sarai in salita (o in una discesa verticale) a chiederti "perchè ti piace questo maledetto sport", nessuno a parte lei, la tua testa e le tue gambe saranno in grado di riportarti a casa dai tuoi figli, dai tuoi cari e dai tuoi amati giochi!
In sella la legge è uguale per tutti: se hai seminato raccoglierai. Magari una manciata di alea può farti pettinare la terra con il naso oppure può forarti una ruota con qualcosa... qualsiasi cosa! Ma in generale conta solo la fisica come unione di forza, coppia, gravità, resistenza, rotazione, compressione, ritorno, smorzamento! Una scienza che si fonde in chimica come emozioni e reazioni metaboliche a scatenare endorfine e adrenaline varie... in una alchimia perfetta... GIUSTA!
L'unica cosa che può fare la differenza è l'esperienza, l'aver provato, riprovato, analizzato, metabolizzato determinati profili, determinate variazioni, l'aver investito tempo a sperimentare meccaniche, a decifrare combinazioni... come nei giochi da tavolo! Anche al tavolo le ore passano più veloci se si è in compagnia, scambiando una chiacchiera e perculando il fanalino di coda, ma spesso al tavolo si resta soli e si sfrutta il momento per affinare la tecnica e migliorarci per lo scontro decisivo, contro il nostro antagonista di sempre, un amico, un nemico!
"Conosci il significato della parola "Nemesi"? La giusta e logica imposizione di un castigo terribile che si manifesta attraverso l'opera di un agente adeguato, personificato nella fattispecie da un terribile figlio di puttana... me! (Testa Rossa) "
LEWIS & CLARK: sfida al lupo fantasma!
Ho scoperto questo gioco leggendo la recenzione di Agzaroth (il migliore su Pinco11!)
A me i German che scalano fino ad uno piacciono molto e mi fanno sentire come Kevin Cosner nelle praterie indiane a scoprire il mondo che mi circonda, tra natura selvaggia e sopravvivenza, in compagnia di Due-Calzini e di Tatanka!
Scaricato e letto il manuale non ho più potuto resistere e qualche tempo dopo l'ho aggiunto alla mia umile collezione.
Il gioco lo definirei uno Stone-Age-SuperSyan, cioè un gateway trasformato in un cinghiale ma senza allontanarlo dai principi della semplicità richiesta ai giochi che introducono con una inaspettata profondità regalata da un sapiente mix tra mano di carte e necessità di spostamento sul tracciato.
"Un piazzamento lavoratori con gestione risorse e aspetti di deck-building unite a spostamento su percorso lineare" vi sentirete dire da quelli molto più esperti del sottoscritto!
Per me un Giocone con la G grande come il maschio capobranco di un gruppo di facoceri africani.
Acchito la plancia che sono già le 23:00.
A casa dormono tutti ma io non ho sonno e così mi lancio in una corsa sul Mississipi-River che già so mi inchioderà sulla sedia per i prossimi 90 minuti. Una "bella" durata ma è normale se si vuole programmare, pianificare, predisporre, approvvigionare e avere la meglio su un simpatico antagonista di nome Alexander Mackenzie: il mio amico immaginario, la mia nemesi ma anche personaggio storico realmente esistito e antagonista dei due esploratori Lewis Meriwether e Clark William (da cui il titolo omonimo).
Scopo del gioco è arrivare con il proprio accampamento a Fort Clatsop prima dell'esploratore utilizzato per il Ghost! Lui viaggia scarico, senza flotta al seguito, senza gestione di carico nè accamparsi! Avanza ad ogni turno!
In solitario il gioco si trasforma in un testa a testa contro Alex!
Nel setup, gli spazi azione del villaggio vengono associati da uno dei quattro simboli risorsa-primaria (carne, pellame, legno, utensili) per permettere di utilizzare le carte azione allo stesso modo che con più giocatori.
La difficoltà del gioco si può impostare a seconda di come si fa partire Mackenzie; facile se lo si mette sulla casella zero nella foce del Mississipi-Missouri (sul golfo del Messico); difficile se lo si mette nella casella 7 (due dopo Saint Louis). Ma alla fine il cuore del gioco resta lo stesso.
Metto il nemico avanti il mio (casella 6) e comincio.
Azione obbligatoria: giocare una carta o mandare un indiano nel villaggio. Scelgo la seconda e prendo un bisonte e una pelliccia con la zona caccia.
Azioni facoltative: accamparsi (per riprendere gli indiani e le carte e far salire le imbarcazioni verso lo scout) e/o ingaggiare un personaggio (per aumentare la mano di carte con azioni più efficaci). Non ho risorse (pelli/utensili) a sufficienza e quindi non faccio nulla.
Mackenzie avanza di una casella.
Turno due: gioco una carta che mi fa prendere altra carne attivandola con una carta di forza uno e prendo due carni (perchè nel villaggio il cerchio caccia è già occupato).
Mackenzie avanza di una casella, inesorabile!
Turno Tre: gioco la carta Comandante per muovere l'accampamento attivandolo con l'interprete di forza due quindi spendo due bisonti (carne) per spostarmi di quattro, supero Mackenzie fermandomi nella casella subito avanti.
Mackenzie avanza e trovando la casella occupata sposta di una ulteriore casella e mi sorpassa.
Ma ora iniziano i guai: per superare il rivale ho bruciato la carta interprete (forza due), l'unica in grado di reclutare indiani e quindi di ampliare il set di azioni nel villaggio. Mi restano due carte in mano quindi ne attivo una usando l'altra con forza-indiano-uno e ottengo un utensile. Richiamo la scialuppa accampandomi e compro un personaggio aggiungendolo alla mano.
Mackenzie non si cura di me ma guarda e passa! Avanza di uno!
LA SFIDA
Quando sono dai miei suoceri trovare una "salita" che si possa definire tale è difficile: se abiti a un km dal mare e intorno c'è la pianura pontina, non troverai un dislivello nel raggio di 40 km che tra andata e ritorno sono 80... una barriera all'ingresso che demotiva compari di sgambate e ci lascia quasi sempre soli.
Così per girare su strade sempre uguali e superare la conseguente noia che affligge noi biker (radicalmente diversi dai "bitumari") ecco che l'unica alternativa è giocarsi una sfida in solitaria con il nostro amico immaginario.
La prima volta che ho sentito parlare di GHOST è stato ai tempi di Grand Turismo!
Utilizzato per imparare un tracciato nuovo o per prendere la patente S (maledetta!).
Il Fantasma ti fa da riferimento, da "lepre": prima provi.. poi quando riparti vedi un "virtuale antagonista" con le tue sembianze che segue le linee della tua precedente manche e grazie a quello capisci dove hai sbagliato, dove puoi migliorare, dove sei andato forte e dove puoi osare qualcosa in più.
Ore e ore a pelare le curve, a staccare riccioli di copertoni sul cordolo sempre in compagnia di quell'amico immaginario ad inseguirsi a vicenda.
Ieri, dopo un 25 aprile fatto di mangiare, ridere e Age of Ultron al cinema, alle 6 di mattina ero già in preda ad impulsi adrenalinici ma solo come un randagio!
Accendo il Garmin e setto la traccia: previsti 90km con soli 1000metri di ascesa cumulata... tutto bitume!. A tirare il gruppo il mio fantasma del 2013 in una delle sue migliori performance degli ultimi anni. Poco meno di 3 ore per chiudere il giro con un primo intertempo sui 30 km ad un media sopra i 34km/h!! Con una MTB su asfalto non è proprio una passeggiata di salute!
Albo3: "Tutta pianura" dico tra me spingendo start!.
Il ghost mi ruba 70 metri nei primi 10 secondi!
Ghost: "Si ma quella volta sono partito carichissimo, era estate, ero allenato, ero più giovane di te... respirati la mia polvere!".
Si inizia subito a fare sul serio: i 10 gradi e la nebbia uniti a maglietta e calzoncini estivi non mi aiutano nella fase di riscaldamento e il me di due anni fa allunga inesorabile.
Albo3: "Vento, oggi c'è più vento però! Frena dai!" ma il ghost non sente ragioni, e sul display ha preso già la sua distanza di sicurezza.
ALTERED-EGO!
Nel Mid-West americano ci siamo solo io e Mackanzie che ce le diamo di santa ragione.
Appesi a canoe traballanti cerchiamo di risalire le rapide fino alle montagne rocciose.
Da qui si cambia passo e si mollano le barche per correre con i cavalli.
Di nuovo lo stesso meccanismo: afferra risorse, carica la carta azione, avanzamento dello scout e accampamento per far risalire tutto il gruppo, a costo di qualche arretramento/rallentamento in caso di troppa zavorra o eccessivo equipaggio. Ma questa volta le risorse-trasformate più pregiate sono gli equini e se avanzano imbarcazioni meglio farsi due conti perchè di montagne ce ne saranno almeno tre sezioni e buttare risorse equivale tornare indietro e rimettere i piedi nell'acqua senza canoe ma con cavalli è un problema gravissimo!! Per non parlare poi di quando si finisce di arretrare proprio sopra l'avversario e quindi si perde un'ulteriore posizione.
L'accampamento ci raggiunge, finisce il turno e il fantasma avanza di una posizione, impassibile. Non fa differenza tra montagna e fiume lui
LA LEGGE DEI CARBOIDRATI
Arrivo al km 25 che sono in ritardo di circa tre minuti.
Il display mi fa vedere il ghost come un puntino lontano 2,5 km... e non accenna a rallentare.
La mia media sfiora i 32 che in confronto ai 34 virtuali pesano come la scritta "perdente" tatuata in fronte dalla mano di Naomi Rapace!
Spingo lap al km 30 e il gap è aumentato: 3km e un altro minuto perso.
Albo3: "Eh, ma da qui hai rallentato, e ora ti riprendo" penso io bevendo il primo sorso d'acqua. Grazie al cielo la temperatura è bassa e la sete non è quella di agosto con l'asfalto rovente e il sole tipo mezzogiorno di fuoco!
Ghost: "Guarda bene, non mi stai rosicchiando nemmeno dieci metri".
D'avanti a me l'orrore di mille sfide si ripete... Il me di due anni prima continua a tirare, e tira di brutto!
Albo3: "cavolo avevo un'altra bici, telaio in alluminio, cerchi più piccoli! Come cavolo ho fatto ad andare così veloce!??" ma i numeri parlano chiaro, il fantasma diventa sempre più evanescente e le mie certezze iniziano a sgretolarsi come una torre di animaletti Haba!
Albo3: "Anche se sembra impossibile, non mollare Albo vedrai che lo riprendi" ma non ci credo ne io ne l'altro!
Arrivo ai 40 km e inizia l'unica salita: quasi 500 metri in meno di 3 km... ok tutto asfalto ma il ritmo tirato per cercare di stare a ruota al Ghost mi ha spezzato in due come uno schiaccia noci con un pinolo.
Cambio rapporto, provo a re-interpretare la salita diversamente dal solito, per innervosire il run-away-leader di questo gioco.... ma lui non accenna ad impensierirsi quindi tira su fino al giro di boa, la fontanella, il punto in cui mi fermo per riempire la borraccia e ritornare indietro verso casa.
Albo3: "Ecco il momento! Ora lo raggiungo perchè si sarà fermato 5/6 minuti e invece io ritorno giù che tanto ho ancora più di mezza borraccia! Faccio il rifornimento al volo e lo brucio!"
Ghost: "Ciao ciao!" Mi ripassa virtualmente in discesa che non sono ancora arrivato alla fontana. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano. Per un attimo il display ha segnato ZERO metri di distacco tra me e lui... visualizza di nuovo 1,5km per circa 3 minuti!
Arrivo alla boa, strambo, virata e sono già ad uovo sulla discesa...ma dopo qualche chilometro ho un calo di zuccheri e le gambe rallentano!
Albo3: "Ho tirato troppo!" sono lesso!
IN MY OPINION
In conclusione Lewis&Clark è un gioco dove si bruciano le meningi, dove ottimizzare è la parola vincente, dove si chiude sul filo di lana come in una tappa a cronometro e una mossa sbagliata può fare la differenza tra arrivare sul podio o rimanere tra gli ultimi a mangiarsi i gomiti.
La modalità in solitario è tesissima perchè l'avversario macina avanzamenti come nessuno dei nostri amici sarà in grado di fare!
La zavorra da tenere sempre in considerazione è una spada di Damocle su chi deve farsi continuamente i conti in tasca per capire come far avanzare al massimo lo scout senza prendere penalità con l'accampamento.
Da soli le azioni e le carte non sono contese e questo cambia molto il gioco che invece in tre o quattro è una guerra a chi si prende prima le carte migliori e piazza i propri indiani nel punto giusto del villaggio. Invece in due il gioco cambia ancora volto e anche l'interprete va giocato anticipando l'avversario per avere più azioni e bilanciarsi in base alla propria strategia.
Quindi un gioco poliedrico a seconda di quanti giocatori si siedano a giocarlo!
La durata varia dai 90 minuti assicurati alle due ore a seconda che ci sia qualche friggitore di sinapsi o meno!
L'ambientazione (come si conviene da un german nudo e crudo) non è il punto di forza, ma le carte con i personaggi tratti dai membri della vera spedizione, con proprietà e storia raccontata nel manuale rendono proprio l'idea di una trasposizione comunque riuscita!
Infine la possibilità di riconfigurare il tracciato aggiungendo o spostando tratti di montagna/fiume aggiungono longevità e riducono il rischio di strategie studiate al pelo delle caselle.
CI RIVEDREMO ANCORA!
Insomma, finisce che alle battute conclusive mi fa male la testa, mi si annebbia la vista e Mackenzie è già al traguardo quando sono pronto per sferrare l'attacco decisivo.
Albo3: "Mi hai battuto ancora, è stato tutto inutile!"
Ghost/Mackenzie: "Sei stato un valido avversario, ma ho giocato con te come il gatto col topo, come Lewis con Jerry... Allenati!"
Lui ride, ghigna mentre torna nella scatola, mentre spengo il navigatore. Sa che imparerò dai miei errori, che analizzerò ogni centimetro percorso, ogni goccia di sudore, ogni risorsa spesa male e che presto, molto presto evocherò di nuovo il mio fantasma per sfidarlo a viso scoperto e batterlo senza scorciatoie, senza alternative... con giustizia!
l'ho sempre detto, quando ci si da all'onanismo ludico c'è qualcosa che non va heheehehhe. Comunque sì, è un bel gioco, mi è piaciuto. Prima o poi ci devo rigiocare in tanti.
RispondiEliminaAhahah... Ne farei volentieri a meno ma se mi date sempre buca.... Come dice la barzelletta "Alle 22.00 si *gioca... Chi c'è c'è!!!"
EliminaNella barzelletta era la moglie che lo diceva al marito (*scopa)
Pur non avendoci giocato sono ragionevolmente convinto che Jerry Lewis e pork è una possente cacata.
RispondiEliminaTu sei sempre open-mind zio.... Molto rispetto per i pochissimi pregiudizi su L&C manifestati fin dal "primo ascolto"... Ti adoro ahahaha
EliminaInfatti ho parlato di ragionevole convinzione...
EliminaIo pure a Gran Turismo sfidavo sempre il GHOST !!!! Che ficata! Che tempi! :)
RispondiEliminaFinora non ho mai giocato ad un gdt da solo ma prima o poi dovrò provare... sai che c'è, se capita (praticamente mai ormai...) non c'è niente da fare... accendo la PLAY ;)